La missione UNIFIL è nata con la Risoluzione 425 adottata in data 19 marzo 1978 da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell'invasione del Libano da parte di Israele (marzo 1978). Successive Risoluzioni hanno prorogato, con cadenza semestrale, la durata della missione. A seguito di un attacco alle Israeli Defence Force (IDF), avvenuto il 12 luglio 2006, a Sud della Blue Line nelle vicinanze del villaggio israeliano di Zar'it, da parte di elementi Hezbollah, vennero uccisi otto soldati israeliani mentre altri sei vennero feriti e due catturati da dette milizie. Al rifiuto della richiesta di rilascio, Israele iniziò una campagna militare in Libano mirata ad annientare le milizie di Hezbollah ed altri elementi armati; in conseguenza di ciò, milizie Hezbollah condussero degli attacchi contro infrastrutture civili israeliane nel Nord di Israele. L'escalation delle ostilità portò le IDF a condurre una vasta campagna militare nel Nord della Blue Line contro le milizie armate di Hezbollah. Le ostilità continuarono per 34 giorni durante i quali venne svolta una intensa attività diplomatica internazionale tesa al conseguimento di una tregua/cessate il fuoco per la successiva creazione di stabili condizioni di pace, che è culminata con la Risoluzione n. 1701 dell'11 agosto 2006 con la quale si sanciva la cessazione delle ostilità a partire dal 14 agosto 2006. Dall'inizio del cessate il fuoco, le IDF continuarono ad occupare larghi tratti dell'Area di Operazioni (AO) di UNIFIL mentre gli Hezbollah e gli elementi armati rimasero nel Sud del Libano. Durante i giorni di conflitto, inoltre, i contingenti di UNIFIL di India e Ghana continuarono ad occupare le proprie postazioni nella AO mentre, dal 24 luglio 2006, i 4 posti di osservazione vennero abbandonati dagli osservatori ONU.
il kit Trumpeter ha ricevuto una nuova canna in alluminio della RB molto bella anche se non proprio facile da montare, le ruote in resina della Royal Model bellissime ma prive dell'effetto peso e infine le decals della Egys create apposta per la versione in Libano (c'è da dire che con un foglio Egys si può realizzare una versione in livrea bianca e una in livrea verde e ancora avanza qualche decal) Come considerazioni finali posso dire che è stato molto appagante realizzare questo kit, bello ma anche complicato in alcune parti tipo la piega delle fotoincisioni e sarebbe stato ancor più bello se il made in China si potesse realizzare con le ruote sterzate.
Con la Risoluzione n. 1701 dell'11 agosto 2006 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha previsto il potenziamento del contingente militare UNIFIL fino a un massimo di 15.000 uomini, da schierare in Libano in fasi successive, espandendo l'area di operazioni a tutto il territorio libanese a sud del fiume Litani. In tale contesto le unità di UNIFIL, su richiesta del Governo libanese, agiscono come "forze cuscinetto" tra i contendenti. Il 1° novembre 2006 il Comandante della Joint Landing Force - Lebanon ha assunto la responsabilità del Settore Ovest dell'AoR (Area of Responsibility) di UNIFIL e, contestualmente, della Brigata Ovest della forza ONU, composta da due battaglioni italiani, un battaglione francese ed un battaglione ghanese. L'Italia, allo scopo di contribuire all'incremento del pacchetto di forze a disposizione di UNIFIL, partecipa alla missione internazionale, denominata in ambito nazionale Operazione "Leonte", con un contingente militare di circa 2.500 unità. .
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C'è chi adora costruire aerei, chi adora i mezzi corazzati moderni rispetto a quelli della WWII e viceversa, chi invece ama il tornio e quindi autocostruirsi i propri modelli, treni, navi e non solo. Insomma, tutto quello che si può costruire fa al caso nostro.
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Ci siamo costituiti in Club di Modellismo il 12 ottobre del 2009, stilando uno Statuto Costituivo, ed entrando a far parte anche del C.I.M.S. (Coordinamento Italiano Modellismo Statico) nel dicembre dello stesso anno.
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Questo modello della Italeri, si presenta con delle stampate in negative, quindi un lavoro in meno visto che non c’è da re incidere alcunché. Gli interni si presentano poco dettagliati, ma visto che a chiusura fusoliera tutto viene praticamente nascosto, credo sia superfluo dettagliare la cabina di pilotaggio. Molto lineare anche la stiva, ma qui visto che ho intenzione di lasciare il portellone laterale aperto, ci sono da apportare alcuni dettagli.
Iniziamo con la cabina di pilotaggio, tutto sommato sufficiente, visto anche che una volta assemblato non si riesce a vedere praticamente nulla all’interno. La stiva è stata dettagliata con qualche centina, e poi verrà ulteriormente dettagliata con casse portamunizioni, pannelli ecc… Tutti gli interni sono stati colorati con verde anticorrosione della Gunze (H312) scurito con un po’ di verde sempre Gunze (H303). Poi le centine sono state ripassate con il colore H312 puro. La cabina pilotaggio ha ricevuto un grigio chiaro su pavimentazione e paratia posteriore sedili, con un Lifecolor UA 113. I sedili di pilotaggio con un bruno opaco Lifecolor LC 17. Anche il vano carrelli è stato colorato con il verde anticorrosione della Gunze H303 (comprese le NACA interne).
Internamente ho ricreato qualche accessorio che si può vedere attraverso il grande portellone in fusoliera, con cassette porta oggetti e altri accessori. Prima di assemblare la fusoliera ho appunto fissato questi piccoli dettagli e logicamente le “gun” (le prime due). L’assemblaggio della fusoliera è particolarmente semplice come molto lineare è anche il posizionamento delle ali. Vanno fatte comunque le dovute stuccature sulla congiunzione delle ali e sulla fusoliera.
Il vetro della cabina (quello anteriore) ho trovato dei problemi di fissaggio, anche perché mi risulta più piccolo di un millimetro per lato. Per tale motivo ho rifatto la vetratura anteriore con dell’acetato di recupero. Poi ho messo delle striscioline da 1 mm lungo tutta la struttura dei vetri anteriori e li ho stuccati. Ho usato lo stucco molto fine, il Mr. Surfacer 500. Ho dovuto ripassare un paio di volte perché rimanevano delle leggere “fessure” sulla parte superiore.
I due motori sono stati leggermente dettagliati con l’aggiunta dei cavi delle candele. Quindi posizionati sul velivolo, cono passato alla colorazione.
Ho usato la colorazione standard USAF di quel periodo (1965) in tre tonalità, con colori Gunze: il marrone chiaro FS-30219 (H310), verde FS-34102 (H303) e verde scuro FS-34089 (H-309). La parte sotto con grigio medio sempre realizzata con i Gunze (H317). Poi per le pannellature ho schiarito un po’ con del bianco Gunze (H316). Terminato tutto sono passato con un paio di mani di lucido H030, e quindi i lavaggi con nero lucido della Model Master. Poi sono passato alla posa delle decal, con il classico “PUFF” e quindi nuova mano di lucido trasparente H30.
Storia
Il prototipo del Fairey Batttle si alzò in volo il 10 marzo del 1936, nato da una specifica per un bombardiere biposto monomotore P.27/32. Inizialmente il velivolo venne chiamato Fairey Day Bomber, e secondo la specifica, doveva essere in grado di trasportare 454 kg di bombe per 1609 mk a 322 km/h. Tutti i requisiti vennero pienamente soddisfatti dalla Fairey, che vinse il concorso contro i progetti della Armstrong Whitworth, della Bristol e della Hawker. Ancor prima di compiere il primo volo, la Fairey ricevette un ordine di 155 velivoli. Il Battle era motorizzato con un Rolls-Royce Merlin I da 1044 CV, installato sui primi 136 esemplari chiamati Battle Mk.I. Le sucessive motorizzazioni con moteri Merlin Mk.II ed Mk.V identificò i corrispondenti Battle Mk.II ed Mk.V. Il primo reparto a ricevere il velivolo fu il 63° Squadron nel maggio del 1937, basato a Upwood nel Huntingdonshire, e allo scoppio della seconda guerra mondiale erano già stati consegnati più di 1000 Battle. Il 226° Squadron fu il prio reparto della RAF ad essere inviato in Francia, inquadrato nella Advanced Air Striking Force. In questo scenario, fu fin dall'inizio evidente che i Battle non erano in grado di difendersi contro i nuovi caccia tedeschi, sia in misioni diurne di ricognizione che in quelle di bombardamento, subendo grosse perdite anche a causa della contraerea. Il 14 maggio del 1940, durante una missione di bombardamento con un totale di 63 Battle, ne rientrarono solo 35. Questa catastrofe segnò la fine del Battle come bombardiere diurno, anche se alcuni esemplari rimasero in servizio fino alla fine del 1940. La maggior parte dei velivoli rimasti vennero impiegati nell'addestramento del personale, per il quale furono costruiti ulteriori 100 esemplari con doppio comando, oltr a altri 266 aerei derivati per il traino bersagli (ultimo dei quali uscito di fabbrica il 2 settembre del 1944 come Battle TT Mk.I. Il totale dei Battle costruiti fu di 2203 esemplari (1156 prodotti dalla FAirey e 1029 dalla Austin Motors). Il Canada impiegò un totale di 739 Battle per l'addestramento e traino bersagli; la Royal Australian Air Force ricevette quattro Battle dalla Gran Bretagna e ne fece costruire altri 360 in Australia (30 per il traino bersagli). Altri clienti furono il Belgio (18 esemplari costruiti su licenza dalla Avions Fairey), Turchia (29 aerei), Sud Africa (190 o più) e l'Irlanda. Noi andremmo a realizzare un Battle Mk.I della Forza Aerea del Belgio (1939/40).
Recensione
Modello datato della Airfix, il Fairey Battle si presenta con un bel po’ di parti in positivo. Comunque ho deciso di non ricorrere a incisioni e di lasciare il tutto com’è. Partendo sempre dal posto di pilotaggio e mitragliere posteriore/operatore radar, diciamo che rispetto ad altri modelli Airfix qualche cosa è stato abbozzato. Il cruscotto e la barra comando sono di discreta fattura, e con un po’ di pazienza si ricostruiscono (foto alla mano) le pareti del posto di pilotaggio e mitragliere, sedile e apparato radio (inesistente nel kit). Il posizionamento del tutto all’interno della fusoliera è molto semplice, e non si sono grossi problemi nell’assemblaggio. Gli interni sono in cockpit green della Tamiya (XF-71), lumeggiato con lo stesso colore schiarito.
Ho deciso di realizzare un Battle Mk.I dell’Aviazione belga, impiegato nella difesa del territorio durante l’attacco tedesco nel maggio del 1940. I Battle belgi differivano da quelli inglesi per il diverso apparato motore, quindi sono passato alle modifiche. Le modifiche consistono nell’allungare la presa d’aria sotto la fusoliera di circa 3 mm, effettuata con fogli di plasticart molto fine e quindi la finitura interna del radiatore con evergreen e toule per confetti. Seconda modifica è stata effettuata negli scarichi motore. Quelli della RAF avevano scarichi a tre flabelli rivolti all’indietro (nel senso di marcia), mentre quelli belgi avevano sei scarichi in linea. Quindi con lima e poi trapanino a mano per i fori, si crea il tutto.
Qualche piccolo problema si riscontra nel posizionamento delle ali, con grossi solchi soprattutto nella parte inferiore del velivolo. Quindi vanno effettuate le addebite stuccature e carteggiate. Si passa poi alla fase di dipintura. Iniziamo con la parte inferiore con un grigio neutro della LifeColor (UA046). La parte superiore viene fatta con il Dark Earth della Gunze (H72), poi ripreso con ritocchi dello stesso colore schiarito. Il giorno seguente si applica la mascheratura e si passa al verde. Per questo colore ho usato il Green H303 e Olive Green H420 della Gunze nella percentuale rispettivamente del 60% e 40%. Il secondo passaggio è stato fatto con gli stessi colori mescolati all’80% (H303) e 20% (H420) schiarendo le pannellature. Il vano carrelli è stato dipinto in bianco LIfreColor (LC01), mentre i vani bombe alari sono in grigio medio LifeColor (UA046).
Quindi passiamo al solito invecchiamento del velivolo stendendo da prima una mano di trasparente lucido acrilico della Testors. Con dei gessetti neri e grigi sporchiamo un pennello piatto con setole dure e facciamo l’effetto fumo degli scarichi e della mitragliatrice alare destra, nonché alcune passate su rivetta ture pannellature ecc…Quindi evidenziamo le pannellature e alettoni con del Testors nero opaco e delle piccole scrostature qua e là dove serve con dell’argento Tamiya (X-11). Nuova mano di lucido per stender le decal. Le decal come detto ho scelto un modello belga (inverno 1939/40), e devo dire che quelle fornite dalla vecchia scatola Airfix erano praticamente “finite”…!! Comunque sono riuscito a farle stare in un modo o nell’altro lavorando parecchio con l’ammorbidente Mr.Mark Softer. Ultima mano con trasparente opaco della Terstors (non acrilico) ed il gioco è fatto…
Altro modello impegnativo è il Fiat CR.32 in 1/72 della Supermodel. Vecchia stampata dell’inizio anni ’80, diciamo che è uno tra i pochi modelli di CR.32 in circolazione. Come interni del posto di pilotaggio, il modello non offre praticamente nulla, bisogna auto costruire praticamente tutto. Poi dopo aver assemblato la fusoliera e le ali inferiori, arrivano i problemi. Il kit infatti non presenta nessun incastro od invito per il posizionamento del carrello e ancor meno dell’ala superiore, quindi molto difficile nel posizionare nel modo corretto sia le ruote e le ali….. molta pazienza e calma. Se avete fretta di vederlo montato credo facciate prima a fargli fare un bel volo senza ali e carrello d’atterraggio…!!!Andiamo per ordine. Iniziamo con gli interni del posto di pilotaggio….qui dobbiamo ricostruire praticamente tutto: pavimentazione, strutture laterali, cruscotto con pannello strumenti e risagomare il sedile, auto costruendo anche le cinghie del pilota. Internamente poi viene spruzzato ad aerografo un verde interni, mentre il sedile lo ho fatto in grigio medio.
Ho tagliato i piani di coda ed il timone dando un po’ di movimento al velivolo con il timone “voltato” a destra e piani di coda abbassati. Una volta chiusa la fusoliera ho notato che mancavano tre piccole prese d’aria sul cofano motore (tra le mitragliatrici anteriori sul muso e scendendo poi verso il posto di pilotaggio). Qui ho avuto veramente un grosso grattacapo. Per fortuna (grazie ad un amico modellista – Roberto Cavallini) sono riuscito a scovare un set della RCR (codice S13) di fotoincisioni con i particolari che cercavo. Quando mi è giunto il pacco e ho aperto la fotoincisioni sono rimasto veramente sorpreso…devo dire che sono veramente ben fatte. Ad averlo saputo prima avrei ricostruito anche tutto l’interno del posto di pilotaggio, che visto così dev’essere veramente ok.
Tornando al mio kit, ho così “montato le fotoincisioni e poi sono passato ad incollare le ruote….un vero dramma. Avendo già costruito il modello circa una ventina di anni fa, non mi ricordavo che il tutto fosse così atrocemente difficoltoso…calma e pazienza…!!! Dopo un giorno di lavoro le ruote sono al loro posto. Passo alla colorazione del velivolo. Ho iniziato con la parte sotto in Grigio Mimetico della Life Color (UA 033). Una volta asciutto il tutto si passa alle mascherature per passare al Giallo Mimetico 3 (Life Color UA 080). Fatto ciò ho iniziato con le chiazze in Marrone Mimetico 1 (Gunze H37) e poi a quelle Verde Mimetico 2 (Gunze H302).
Ora arriva il difficile….!!! Porre l’ala superiore al suo posto. Il lavoro si presenta da subito difficoltoso a causa della mancanza di inviti per i travi portanti dell’ala superiore. Le prove a secco sono inutili, e l’unico modo è quello di produrre una dima. Aimè io ho scarse capacità in materia e per tale motivo mi affido alla calma e sangue freddo. Dopo due giorni di duro lavoro e training autogeno, riesco a porre l’ala superiore al suo posto….non vi dico il lavoraccio.
Nel mentre ho usato anche le fotoincisioni della RCR, un set dedicato al CR.32 e devo dire veramente ben fatto…. Delle fotoincisioni ho usato il tappo serbatoio lubrificante, bocche presa d’aria, griglie prese d’aria, cornice parabrezza, tubo di pitot ecc… Proprio un bel set.
Tornando al nostro modello, al termine del montaggio ala superiore ho dovuto ritoccare le parti interessate all’incollaggio con delle passate supplementari di colore per eliminare le vistose “magagne” della colla. Poi una mano di lucido acrilico Model Master, un passaggio di nero opaco (sempre Model Master molto diluito con diluente appropriato) per evidenziare le pannellature. Poi sono passato al posizionamento delle decal, scartando per l’80% quelle del kit, ed usando le decal del foglio Tauromodel (72-521). La mia intenzione è quella di riprodurre un velivolo della 160^ Squadriglia del 12° Gruppo Assalto del 50° Stormo, basata in Libia (1940).
Sia le decal del kit Supermodel che quelle di Tauromodel sono errate visto che il numero individuale dei velivoli in carico alla 160^ Squadriglia erano di colore rosso, mentre quelli forniti sono in nero. Dopo vari ripensamenti ho deciso di riprodurre il velivolo “160-5”, recuperando il “5 rosso” nella mia dispensa di decal. Al termine di tutto ciò ho dato una passata con i gessetti, per simulare i fumi di scarico e una leggera invecchia tura, nonché la povere desertica molto fina posata sul velivolo. Ultimo tocca una passata con il trasparente opaco della Model Master, ed il gioco è fatto.
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A prima vista il modello, anche se un po’ vecchiotto, sembra di ottima fattura. Buone sono le pannellature in negativo, interessante il foglietto delle fotoincisioni (cruscotto, ruote, motore e piccoli accessori vari). Purtroppo quando si passa all’assemblaggio iniziano ad evidenziarsi tutte le varie pecche che il velivolo presenta. Diciamo che il kit è impegnativo e non di facile fattura. Iniziamo come al solito dal posto di pilotaggio, operatore radio e mitragliere. Intanto (con mio notevole stupore) tutta la fusoliera è trasparente divisa longitudinalmente, è già questo può essere un problema per il fissaggio dei pezzi, dato che nella plastica trasparente si possono creare aloni alle vetrature ed il fissaggio dei pezzi interni risulta di difficile fattura. Secondo problema, non ci sono punti di riferimento interni per il fissaggio del posto guida, operatore radio mitragliere, cruscotti ecc… Sul foglio istruzioni c’è uno schema (fuori scala) che spiega più o meno le distanze da tenere… Quindi numerosissime prove a secco con continue limature delle parti da inserire in fusoliera.
Anche le fotoincisioni non sono ottime, e molte parti (come ad esempio le cinghie sei sedili e pannelli radio) sono state auto costruite. Tutte le parti del velivolo non hanno incastri per l’assemblaggio, nemmeno le ali con la fusoliera. Per tale motivo ho modificato la fusoliera, inserendo una barra quadrata di evergreen (15x20 mm) a metà fusoliera per poi adagiare le ali e quindi trovare l’assetto giusto. Poi sono passato alla chiusura della fusoliera, e come dalle molte prove a secco, la fusoliera non combaciava perfettamente. Ho dovuto usare del nastro per tenere ben premuta la parte superiore a quella inferiore. Poi una volta incollate bene le due parti sono passato ad una lunga fase delicata di rifinitura con stucco e carta abrasiva. Una mano poi di grigio medio della LifeColor e quindi nuovamente stucco e lima.
Diciamo che questa fase è stata molto difficoltosa soprattutto nello stuccare e carteggiare. Quando tutto è ok ho inserito le due mitragliatrici esterne sul muso di fusoliera, ricavate da un ago di siringa. Dopo la fusoliera sono passato all’assemblaggio dei due travi di coda. Anche in questo caso si trova difficoltà nel far combaciare perfettamente le due semi fusoliere. Lo stesso vale per le ali. Purtroppo non essendoci inviti per l’assemblaggio, il tutto risulta abbastanza difficoltoso, come la messa in asse dei piani di coda tra i due travi. I motori non sono male. Abbastanza ben particolareggiati con una fotoincisione anteriore che ne da un tocco più realistico. Il problema sta nella chiusura delle NACA in senso verticale, che sono fatte molto ma molto male. Internamente bisogna assottigliarle per farci stare i motori e poi giù di stucco e carta abrasiva. Una volta assemblato il tutto, stuccato e carteggiato, possiamo passare alla fase di colorazione. La parte sotto va fatta in marrone scuro. Qui ho usato un Humbrol 98, poi ripreso anche a chiazze nella parte superiore. Per il verde oliva scuro ho usato una miscela di Gunze H36 e H302 (circa 60% e 40%), mentre per il sabbia ho usato il Tamiya XF-60.
Al termine di tutto si passa ai consueti lavaggi, con prima una mano di lucido trasparente, poi un passaggio con del nero opaco Model Master molto diluito per far risaltare le pannellature, quindi nuovo passaggio di trasparente lucido e quindi decal. Le decal risultano un po’ troppo spesse e non sono ben rifinite nei colori, e alla fine incidono negativamente sull’aspetto finito del velivolo. Dopo le decals sono passato all’assemblaggio dei carrelli (anche qui un tormento visto che non ci sono inviti di nessun tipo), fissaggio delle antenne che puntualmente saltano via ad ogni tentativo di tiraggio del filo delle stesse antenne, facendomi perdere molto tempo per la loro continua sistemazione. Alla fine ce l’abbiamo fatta, ma devo dirvi che questo è un kit veramente TOSTO….!!!
Heinkel He.111H-6 - kit Italeri - scala 1/72
Heinkel He.111H-6 della 2. Staffel della II./KG 26 di base ad Ottana in Sardegna nell'agosto del 1943
Storia
Lo Heinkel He.111 era un bombardiere medio bimotore operante nella Luftwaffe tedesca. Fece la sua comparsa bellica nella guerra civile spagnola per poi divenire (assieme allo Junkers Ju.88) il velivolo di punta per il bombardamento veloce. Venne impiegato praticamente su tutti i fronti nel corso della II^ guerra mondiale, nel Mediterraneo, in Egeo, Russia, Europa occidentale, per non parlare delle numerosi incursioni in territorio inglese durante la famosa “Battaglia d’Inghilterra”.
Recensione kit
Ciao a tutti eccomi qua nuovamente con un velivolo in 1/72. Per la precisione un Heinkel He.111H-6 appartenente alla 2^ Staffel della I/KG 26, basato in Sardegna ad Ottana nell’agosto del 1943. Era molto tempo che non facevo un bimotore, e ho cercato di fare un velivolo con una livrea mimetica un po’ fuori dal comune o meglio poco vista, dato che gli He.111 impiegavano soprattutto la colorazione in tre toni continentale (cioè RLM70, RLM71 e RLM65).
Quindi ho scelto una colorazione sabbia con chiazze in verde scuro (RLM79 per il sabbia e RLM71 per il verde scuro). Come scatola di montaggio ho usato la vecchia stampata di Italeri, quindi con tutti i difetti che comportavano le scatole dell’epoca, soprattutto per quanto riguarda i pannelli di carlinga e ali che sono tutte in positivo. Quindi come primo passo, ho dovuto reincidere tutte le pannellature (un bel lavoraccio…soprattutto noioso). Ho poi preso il posto di pilotaggio con delle aggiunte auto costruite di strumentazione, cinture di sicurezza ecc. In fusoliera ho ricostruito il basamento fino a metà carlinga con l’aggiunta di una seconda porta di accesso dietro la torretta dorsale (per delimitare il vano bombe), ho aggiunto qualche centina e altri piccoli dettagli.
Per quanto il vano carrello ho chiuso le gondole motore per il rientro carrelli con del plasticard molto fine. Ho rimosso i flap per poi posizionarli abbassati (come si vedono in molte foto dell’epoca), il timone di coda leggermente spostato a sx, mentre i flap di coda sono leggermente alzati. Ho voluto in oltre riprodurre il velivolo con il Cockpit aperto quindi ho rimosso (con discreta difficoltà), la parte superiore della vetratura del posto di pilotaggio.
Questro sono io alle prese con il velivolo nella fase di assemblaggio.... Assemblato il tutto ho colorato di bianco (Lifecolor LC01) la fascia della fusoliera, le parti esterne inferiori delle ali e la parte inferiore dei cofani motre. Poi ho mascherato il tutto e sono passato alla dipintura della parte inferiore in RLM65 (colore Gunze H314). Poi sono passato alla parte superiore con il sabbia RLM79 (colore Gunze H66 diluito con un po’ di bianco sempre della Gunze). Ho dato una seconda passata riempiendo le pannellature con del H66 leggermente più schiarito della prima mano, dando così un po’ di profondità al tutto. Poi sono passato al verde RLM71 (Gunze H303, anche questo sporcato con una leggera punta di bianco) creando delle macchie irregolari sul velivolo.
Il passaggio successivo ho creato accenno di invecchiamento (lo riprenderò poi a velivolo terminato), quindi una mano di trasparente lucido (sempre Gunze). Ho applicato le decal (molte erano rovinate dal tempo, quindi ho dovuto recuperare qualche svastica e croce dal foglio della Aeromaster). Altro leggero invecchiamento lungo le pannellature e una prima mano di trasparente opaco. Altro leggero invecchiamento e ultima mano di trasparente opaco (della Gunze). Nel complesso il velivolo è piacevole nel montaggio, anche se ci sono alcuni problemi di giunzione tra ali e fusoliera da riempire con stucco o con colla ciano acrilica. Altro problema lo ho riscontrato nel posizionare le vetrature del posto di pilotaggio che non combaciavano bene e quindi non è perfettamente lineare come dovrebbe. Ottime sono le mitragliatrici da 7.5 e 12.7 mm molto ben definite con i caricatori a parte.
Buon Modellismo a Tutti
Cima
Storia
Uno dei più formidabili aerei da attacco al suolo della II^ Gruerra Mondiale, lo Shturmovik venne costruito (secondo fonti sovietiche) in più di 36.000 esemplari. Il prototipo TsKB-55, venne costruito dal gruppo di Sergei Ilyushin, formatosi nel 1938 come parte dell'Ufficio centrale di progettazione (TsKB). Vennero realizzati due prototipi, uno biposto e uno monoposto e dei due venne scelto proprio il monoposto (TsKB-57) in quanto più leggero, con motore AM-38 da 1.600 CV, un tettuccio rialzato e carenato per il pilota, due cannoni da 20 mm al posto di due delle quattro mitragliatrici alari e predisposizione per lanciarazzi subalari. il prototipo di questa versione fu pronto a volare il 12 ottobre del 1940, ed i collaudi ufficiali terminarono appena tre mesi prima dell'invasione tedesca. Il velivolo venne nominato Il-2 e la produzione su vasta scala venne avviata subito, tanto che il primo reparto iniziò a ricevere il velivolo nell'aprile del 1941. Alla fine di giugno erano già stati prodotti 249 esemplari. Nel febbraio del 1942 venne deciso di introdurre una versione biposto, con l'aggiunta di un mitragliere dietro il posto di pilotaggio. Il velivolo venne chiamato Il-2M. Il modello riprodotto sotto è stato costruito nella versione monoposto.
Recensione Ilyushin Il-2 – kit MasterCraft
Questo kit della Master Craft, è (a mio parere) sotto tutti i punti di vista uno dei peggiori modelli che abbia mai realizzato. Fin dall’inizio mi era venuta la voglia di lasciar tutto perdere e dedicarmi a qualche cosa di più gratificante. Poi ho pensato che se fossi riuscito a tirar fuori un buon modello con questo kit, la gratificazione sarebbe stata doppia…! Via alla sfida.
Innanzi tutto, partendo dalla cabina di pilotaggio, le modifiche e le aggiunte non si contano. Manca completamente la console di sinistra, quindi da ricostruire completamente. Anche a destra non c’è nulla e va aggiunto tutto l’apparato di tubature e barre laterali. Il cruscotto con pannello strumenti è inesistente…anche questo da auto costruire, il poggia schiena riceve delle modifiche per l’alleggerimento della struttura, mentre dietro al poggia schiena manca completamente il serbatoio del carburante.
Il serbatoio del carburante è stato auto costruito con un tappo di un pennarello sagomato e modificato ad hoc. La chiusura della fusoliera è un dramma…non c’è nulla che combaci. Quindi carta abrasiva e stucco alla mano per rendere la fusoliera accettabile. Dimenticavo che tutte le pannellature sono in positivo (molto in positivo) e bisogna re incidere tutto il modello…!!!
Un lavoro veramente noioso ma che alla fine serve per dare un senso a tutto il modello. La presa d’aria frontale superiore è stata praticamente rifatta con l’aggiunta di “toule” per simulare la rete di filtraggio dell’aria, con aggiunta della struttura interna ed esterna. Anche qui una buona dose si stucco… Gli scarichi del motore sono da eliminare completamente, ma purtroppo qui devo alzare “bandiera bianca” e accontentarmi di quello che offre Master Craft. Anche la chiusura del vano motore è stato un dramma ma alla fine abbiamo ottenuto il risultato sperato.
Anche l’assemblaggio delle ali ha dato i suoi problemi visto che non combaciavano l’una all’atra (la parte sopra con la parte sotto), e anche qui stucco e carta abrasiva hanno fatto il loro buon lavoro. I cannoni alari sono stati auto costruiti con in tondino di ottone della lunghezza di 5 mm. Altro grosso problema il cockpit….non voleva saperne di stare nella propria sede, e anche qui ci è voluto un grosso lavoro di pazienza per far sì che il tutto fosse “armonico” con il resto della fusoliera (il solito amico stucco Tamiya e carta abrasiva 800 e 1000). Sconsiglio vivamente chiunque volesse cimentarsi sul montaggio di questo modello…!!!!!Solitamente io non do mai il primer sui modelli di aerei in 1/72, ma in questo caso ho dovuto cedere e una bella spruzzata è stata data evidenziando ulteriori “magagne” da correggere (quindi ancora stucco e carta abrasiva). Sono passato poi al montaggio del carrello d’atterraggio, con l’aggiunta dei tubicini idraulici e alla rifinitura del carrello, mettendo in risalto le varie parti.
Finalmente passiamo alla colorazione ventrale del velivolo. La parte sotto del velivolo presenta un “AII blue” (FS35466). Inizialmente ho dato una prima mano di Gunze H314, e poi ho ricreato il “AII blue” miscelando due Humbrol, lo HB 13 e H25 (20% + 80%). Poi sono passato alla parte superiore, con due tonalità di verde, il Verde Oliva (Gunze H303) e Verde Nero (Gunze H65). Volendo ricreare una livrea mimetica di tipo invernale e dando gli effetti di scrostatura ed usura, ho impiegato il bianco della Humbrol 34, in quanto la base dei due verdi della Gunze sono acrilici. Una volta steso il bianco (molto leggero non troppo carico), ho lasciato asciugare un po’ e sono passato con un “cotton fioc” (imbevuto di diluente Humbrol) sulle parti da riprodurre l’usura sulla struttura del veliv0olo, facendo così trasparire il verde sottostante.
Asciugato il tutto ho passato un Gunse H66 (molto diluito) lungo le pannellature dando risalto al tutto. Poi sono passato con un lucido (H30 sempre Gunze) e iniziato la posa delle decal. Devo dire che le decal della Model Craft sono abbastanza spesse, ma alla fine aderiscono bene alla superficie…consiglio una passata con l’ammorbidente per decal. Alla fine sono passato con un nero molto diluito (Model Master opaco), lungo le pannellature mettendo in risalto il tutto, Ultimi ritocchi qua e la (luci di posizione, mitragliatrici, filo radio, carrelli) e poi una mano di opaco. Ho deciso di usare l’opaco della Humbrol, meno pesante di quello della Model Master che uso abitualmente.
Iraq 2003
Diorama di 75x25 cm che ho realizzato con modelli assemblati e parti autocostruite.
Per la realizzazione delle dune, non volendo utilizzare solo sabbia che avrebbe appesantito notevolmente il diorama, ho costruito una serie di strutture con della rete elettrosaldata delle dimensioni adeguate a contenere l’Abrams,poi saldate insieme.
A questo punto con degli strati di cartapesta ho ricoperto e modellato la struttura, poi l’ho verniciata; successivamente ho steso uno strato di colla vinilica e prima che si seccasse ci ho versato della sabbia colorata sopra per avere una base omogenea e dello stesso colore della sabbia che era presente sul resto del diorama.
Con lo stesso procedimento ho costruito anche la struttura sul lato opposto al carro armato su cui ho posizionato alcuni bidoni di olio e delle taniche.
Sul retro dell’Abrams ho messo a terra le casse e le munizioni per patricolareggiare il diorama.
Ora dovevo solo posizionare i modelli sul diorama e per dare maggior realismo al tutto ho prima fatto le tracce dei cingoli e dei pneumatici sulla sabbia per evitare di vedere i veicoli come se fossero atterrati in quelo posto dall’alto.
Non avendo i soldati una base di appoggio ho dovuto affrontare il problema di farli rimanere in piedi; per fare ciò ho preso 2 staffe a L e le ho incollate tra di loro a formare un quadrato, ho fatto con del cartone un “recipiente” da posizionare all’interno del quadrato delle staffe.
Ho riempito con della colla a caldo tutta la base appena realizzata e prima che si solidificasse ci ho appoggiato sopra i militari; il giorno seguente ho staccato le staffe ed asportato l’involucro di cartone per posizionare sotto la sabbia la base ottenuta, non prima di avere fatto dei militari orme sul terreno.
Abrams M1-A1 - kit Tamiya
Questo è il mio primo diorama realizzato in parecchi mesi di lavoro.
Il carro armato è un kit di montaggio Tamiya, nella scatola era previsto anche il mine-roller ma non l’ho voluto inserire nel diorama inquanto non inerente.
Il modello prevede anche 2 figurini, ricco di particolari, ad esempio i cingoli non sono forniti già montati ma sono a pezzi.
M998 Command Vehicle - kit Italeri
Classico Hummer americano impiegato nella guerra del Golfo, adattato nella colorazione alle mie esigenze, offre la possibilità di lasciare la porta autista aperta ed ho voluto sfrutarla.
Kit buono nelle fatture e negli incastri senza laschi, buoni i dettagli del modello come ad esempio tutta la parte della trasmissione anteriore e posteriore.
Sacchi di sabbia - kit Tamiya
Per simulare al meglio un appostamnento in mezzo al deserto, non potevano certo mancare i sacchi di sabbia a dare maggior realismo al diorama.
Ogni singolo sacco di sabbia è composto da 2 pezzi da assemblare e colorare; nella confezione sono presenti 2 tipi di sacchi, quelli che andranno impilati uno sull’altro e quelli che andranno sulla sommità.
M-977 Hemmt - kit Italeri
Veicolo polifunzionale adatto alle operazioni in ambienti ostili, non poteva di certo mancare nel diorama.
Il modello è stato colorato per l’occasione con mimetica del deserto, sono state anche adattate le gomme, fornite nel kit belle nere.
Nell’ambientazione ho deciso di lasciare in azione la gru posteriore e di inserire taniche di benzina e fusti d’olio sul pianale di carico.
Anche in questo modello ho voluto lascoira lo sportello lato autista apert per poter visionare l’interno del veicolo e per un fattore estetico.
US Marine corps Iraq 2003 - kit Trumpeter
US 101 st Airborne Division Crew 2003 - Trumpeter
Entambi i kit sono molto particolareggiati e ricchi di particolari.
I singoli soldati sono da assemblare e sono composti di parecchi pezzi, ad esmpio il solo elmetto è composto da 3-4 elementi; i kit forniscono sia soldati in piedi sia distesi e sono ottimi per tutte le ambientazioni.
Munizioni M1-A1 / Taniche / Bidoni oilio-benzina 200 lt
A completare il diorama ho voluto inserire altri elementi per dare maggior realismo alla scena.
Mc Donnell Douglas AV-8B Harrier II
Marina Militare Italiana
La scatola di riferimento è quella dell’Hasegawa, contenente le decals per riprodurre due esemplari dell’Aviazione dei Marines, quindi ho dovuto provvedere a parte ad acquistare le decals per la versione italiana prodotte dalla Modelfriends. A tutto ciò ho aggiunto il set di fotoincisioni colorate Eduards 73236 che hanno dato tutta un’altra aria al cockpit e ad altri dettagli del modello.
Devo dire che praticamente è stata una delle mie prime esperienze con le fotoincisioni e si possono notare sicuramente delle sbavature di ciano, che hanno influito anche un po’ sull’opacizzazione del tettuccio…si sa, sbagliando s’impara.
La costruzione è stata abbastanza tranquilla, il soggetto è in negativo, paga forse una scarsità di dettaglio nei pozzetti dei carrelli, ma parliamo di un soggetto in 1/72; bisogna intervenire con un po’di stucco nella giunzione tra ali e fusoliera a ridosso dell’abitacolo, ma per il resto lo stampo è buono, Hasegawa difficilmente si smentisce. Ho tribolato solamente per sostituire le grate dei sostentatori di getto verticale inserendo le fotoincisioni, per fare ciò ho dovuto praticamente “scavare” tutto il pezzo e “annegarlo di ciano per attaccarci il pezzo foto inciso...e alla fine è un pezzo che non si nota neppure molto. La colorazione è avvenuta a pennello con acrilici model-master, secondo lo schema ben dettagliato nelle istruzioni fornite con le decals : Dark Gull Gray F.S. 36231 per le superfici superiori e Light Gray F.S. 36320 per le superfici inferiori, ho poi passato con la micromina tutte le pannellature e sporcato a piacere con il carboncino, i velivoli nelle foto appaiono parecchio usurati, e poi sigillato tutto con l’opaco.
Messerschmitt Bf.109G-6 appartenente alla 5. Stafel della II./JG.52
Poco più di un giocattolo quindi il montaggio è praticamente inesistente, o meglio fatto tutto ad incastro tranne qualche piccolo pezzo da incollare (mi sembra di aver speso 8/10 Euro in fiera…). Questo è il mio primo velivolo in 1/48 (avevo costruito un Change Vought F4U Corsair circa 20 anni fa) che realizzo dopo tanto tempo, quindi un giocattolo per poi buttar via se fa troppo schifo, può andar bene come inizio…
Ho voluto comunque provare dare l’aspetto di un velivolo di “marca”, ed ho fatto qualche lieve modifica. La plastica è molto “grezza” del tipo soldatini Airfix anni 70/80… devo dire però che le pannellature e le dimensioni sono ottime, ed è stato solo per questo che ho deciso di dedicarci un po’ di tempo e fare una scenetta. Le decals al suo interno rappresentano un velivolo dell’asso tedesco Erich Hartmann, velivolo con emblemi inerenti alla 5^ Staffel della II/JG 52 basata in Ungheria verso la fine del 1944.
La cabina di pilotaggio è quasi insistente, quindi qualche cosa va migliorato, ma non molto visto che comunque il tettuccio rimane chiuso e si possono vedere chiaramente le grossolanità di giocattolo del velivolo (infatti ho deciso di metterci un telone protettivo sopra al velivolo così da nascondere gli interni (anche se alla fine non erano venuti poi così male).
Altro grosso handicap sono i carrelli, che sono praticamente osceni…d’altro canto non avevo scelta e ho dovuto mantenere quelli originali, aggiungendo solo il cavo dei freni.. Per il resto non e venuto poi tanto male (anche se diversi problemi tra le due fusoliere vanno risolti con stucco e carta abrasiva). Per i velivolo ho usato colori della File Color acrilici schiariti poi per le pannellature con grigi più chiari (sempre della Life Color), con trasparenti lucido e opaco della Gunse (H20 e H30). Le decals ho usato quelle di scatola e qualche cosa di recupero da vecchi modelli (tipo le svastiche posteriori della Aero Master. Per il resto della scenetta ho impiegato figurini della Preiser, e una Schwimmwagen della Tamiya (super dettagliata rispetto al velivolo della Pegasus).
Tutto sommato non mi sembra poi così tanto male il risultato…che ne dite???
Recensione
Vecchio modello della cecoslovacca SMÈR, come kit si presenta abbastanza bene. Gli interni sono abbastanza spogli, mentre esternamente si presenta abbastanza dettagliato di facile montaggio.
Iniziando dalla cabina di pilotaggio, gli interni vanno dettagliati con una incisione longitudinale del pianale, aggiunta di tubature sulle fiancate, lieve modifica del seggiolino, e la classica aggiunta delle cinture. Anche il cruscotto deve essere modificato ed il pannello strumenti rifatto. Gli interni hanno avuto una colorazione di Dark Seagray della Lifecolor (UA108), con un lavaggio poi di marrone scuro della Humbrol (n.98), mentre i dettagli in rilievo delle fiancate (tubature ecc..) hanno ricevuto un Grau RLM02 della Model Master (acrilico).
L’assemblaggio della fusoliera non ha dato alcun problema, con minime stuccature di routine. In fusoliera sono stati montati i travetti centrali con relativi tiranti, tiranti che vanno messi anche sui piani di coda (sia sopra che sotto). La parte anteriore della fusoliera, compresi i montanti e la struttura del carrello, sono stati dipinti in argento Tamiya (X-11), mentre l’ala parasole e la parte posteriore della fusoliera con un verde scuro ottenuto miscelando il verde della Gunze H302 assieme al verde scuro sempre Gunze H36 (nella percentuale di 80% H302 e 20% H36). Sulle ali ho posto delle mascherature per le coccarde che verranno posizionate in un secondo momento, quando la pittura è ben asciutta e prima del montaggio dell’ala con la fusoliera.
Sono passato poi al posizionamento delle decal, e qui purtroppo ho avuto la brutta sorpresa delle decal che si frantumavano al contatto con l’acqua. Quindi ho dovuto mettere in hangar il velivolo e andare alla ricerca di nuove decal adatte ala Morane Saulnier MS.225. Dopo una lunga ricerca e una dritta da un modellista, sono riuscito a reperirle in Gran Bretagna (della Heller). Poi ho recuperato il Liquid Decal Film della Microscale e ho passato le decal con un pennellino.
Dopo più un mese di stop, ripartiamo con la posa delle decal. Il prodotto della Microscale funziona. Poi passo un po’ di Mr. Mark Softer per ammorbidirle e cosa succede…... due decal si rovinano…!!! Probabilmente per una reazione chimica tra i due prodotti.
Fortunatamente ho due coccarde francesi di riserva e ricomincio con il Liquid Decal Film. Dopo un’odissea riesco a terminare la posa delle decal…!!!!Passiamo agli ultimi ritocchi. Posizionamento del motore, posizionamento tiranti e poi una mano di trasparente per gli ultimi ritocchi.
l'opel blitz dell'italeri è stato costruito praticamente da scatola con la sola aggiunta del telone e delle ruote in resina prodotte dalla MIG. La fase di montaggio fila via liscia (forse ci sono un pò troppe stuccature da fare) l'unica cosa è ricordarsi di lasciare il mezzo scomposto per poterlo pitturare bene in seguito. Il mezzo è stato poi dipinto ad aerografo con smalti humbrol ed invecchiato con colori ad olio diluiti nella benzina dello zippo.
affascinato da questa foto trovata in rete e da una discussione letta sul forum di Zimmerit ho voluto realizzare questo mezzo particolare partendo dal kit Dragon 9045 costruito completamente da scatola, il tutto ambientato a fine guerra nella Prussia Orientale. Partiamo dalla storia: La Battaglia di Königsberg è stata una delle ultime operazioni di guerra sul Fronte Orientale. Essa cominciò già dal gennaio 1945 e terminò il 9 aprile 1945 dopo tre giorni di violenta guerra urbana. Durante l'ultimo giorno di battaglia l' ultima linea di difesa crollò e tutte le truppe tedesche si resero conto che la battaglia era persa e che ogni tentativo di resistenza sarebbe stato inutile. Perciò il generale Otto Lasch decise di sua spontanea volontà non rispettando gli ordini di Hitler di inviare alcuni soldati a trattare la resa. Alle 18:00 i soldati giunsero alle linee sovetiche e poco dopo fu inviata una delegazione di soldati dell'Armata Rossa al bunker del generale Otto Lasch. Verso mezzanotte i tedeschi si arresero. Alla fine della guerra quasi l'ottanta per cento della città era stato distrutto, prima dalla Royal Air Force nei bombardamenti aerei dell'Agosto 1944 e successivamente dalla battaglia dell'Aprile 1945. Dopo la guerra la Prussia Orientale fu annessa all'URSS e la città di Königsberg fu rinominata Kaliningrad. Dopo l'espulsione dei tedeschi la città fu ripopolata da russi e in minoranza da bielorussi e ucraini. La Regione di Kaliningrad adesso appartiene alla Russia. Per questo diorama ho pensato ad una carro catturato dai sovietici a fine guerra che viene caricato su cun convoglio ferroviario e spedito in Russia per essere studiato, inoltre come suggeritomi sempre su Zimmerit non era raro che l'equipaggio catturato venisse impiegato per lavori di manovalanza ulteriormente giustificato dal fatto che, essendo presenti delicate tecnologie IR, è bene che chi le maneggi sappia che cosa fare.
per quanto riguarda il carro siccome immagino non abbia operato molto l'ho riprodotto pressocchè integro quasi come fosse appena uscito dalla fabbrica a parte qualche leggera sporcatura con i pigmenti della MiG sulla parte inferiore. Anche il vagone è una vecchia referenza Dragon regalatami da un amico mentre i binari e il pezzo di stazione sono Verlinden. A tal proposito vorrei spendere sue parole sull'edificio che è stupendo e ben dettagliato ma è in gesso e si sgretola solo guardandolo. Il tutto figurini compresi è stato dipinto con smalti Humbrol.
Nel gennaio 1943, pochi mesi dopo l'entrata in servizio del Tiger I, l'esercito tedesco emanò la richiesta per un nuovo carro armato pesante con una torretta in grado di ospitare il potente cannone da 88 mm lungo 71,2 calibri. L'appalto di progettazione venne affidato alle due migliori divisioni di ricerca allora disponibili: la Porsche e la Henschel, e fu il modello della Henschel a risultare vincente date le caratteristiche di maggiore affidabilità e di facilità di produzione: da questo progetto nacque il Tiger II o King Tiger. La produzione del Tiger II venne avviata a Kassel nel dicembre del 1943 a fianco a quella del Tiger. I primi 50 veicoli di serie vennero completati con la torretta Porsche; tutti i carri successivi montarono la torretta Henschel, e ne vennero costruiti in totale 485.
Per realizzare questo modello ho utilizzato il kit Tamiya 35169 che a mio giudizio non è certamente dei migliori in commercio, diciamocela tutta c'è molto da lavorare per realizzare un modello decente. La prima cosa che salta all'occhio è che manca la zimmerit; in commercio si possono trovare fotoincisioni per risolvere il problema ma io ho preferito il sano e vecchio stucco della Milliput bianco che va steso come una sfoglia sopra le parti interessate e poi va inciso con un piccolo cacciavite a taglio, la trama risulterà irregolare in alcuni punti ma secondo me ci guadagna il realismo. Altra pecca del kit è la mancanza delle griglie del motore e anche qui si può rimediare o con set fotoincisi dedicati o con del tulle, io ho optato per l'economico tulle ^_^ La canna è una referenza Jordi Rubio; io ho optato per la TG-06 che montava la versione Late del mezzo mentre per chi volesse riprodurre la versione early c'è la TG-14. Infine l'ultima miglioria ha riguardato i cingoli che sono stati sostituiti con quelli prodotti dalla FriulModel; erroneamente io ho montato gli ATL-22 credendo che la serie Porsche montasse solo questi essendo i primi esemplari prodotti mentre dopo aver letto questa discussione sul forum di Zimmerit ho scoperto l'errore. In pratica volendo eralizzare una versione Late ho montao i cingoli di un Early mentre avrei dovuto montare gli ATL-37 che invece sono adatti ad un Late. Beh casini a parte questo è ciò che ne è uscito:
Il carro è stato colorato in dunkelgelb usando l'Humbrol 83 per riprodurre un carro operante in Normandia nel '44; i danni alla zimmerit sono stati riprodotti col rosso-minio mentre con una mistura di stucco a base acquosa, vinavil e sassolini d'acquario per pesci rossi ho riprodotto il fango su cingoli e tutta la parte bassa del mezzo che ho poi colorato con varie tonalità di marrone e rifiniti con pigmenti MIG old mud. Infine dopo una serie di lavaggi con colori ad olio diluiti con la benzina dello zippo ho riprodotto le scrostature con una matita color argento comprata in un negozio di belle arti.
Dopo aver letto "La campagna d'Italia vista dai tedeschi 1943 1945" di Daniele Guglielmi ho avuto l'ispirazione per realizzare questo diorama ambientato in Italia nel '44 nei pressi di Forlì.
Il Tigre è il Tamiya 89566 ed è tutt'altro che buono; il kit è privo di zimmerit ed io ho voluto riprodurlo con un set dedicato della Tamiya che riproduce lo zimmerit su un foglio di carta che va ritagliato ed incollato sulle parti interessate. SCONSIGLIATO. Molto meglio riprodurre lo zimmerit con stucco o con un pirografo. lo scafo è privo dei sostegni dei parafanghi laterali e visto che volevo riprodurlo senza ho dovuto rifarli in plasticard; mancano anche i supporti inferiori dei cingoli di scorta sulla torretta, il kit prevede solo quelli superiori. Mancano anche tutti gli iposcopi fortunatamente il grande Paolone ne ha da vendere. Per migliorare il kit ho utilizzato i cingoli Friulmodel ATL-06, una canna in metallo Jordi Rubio e un vecchio set di fotoincisioni dedicato al Tiger I che ho utilizzato per migliorare le griglie del motore. Inoltre con fotoincisioni di recupero ho voluto ricreare piccole modifiche campali traendo spunto da alcune foto.
Per quanto riguarda la mimetica ho voluto riprodurre un carro dello Schwere Pz. Abt. 504 e quindi un classico tre toni utilizzando gli smalti della humbrol 94, sabbia su tutto il mezzo, 160 (marrone rosso) e 105 (verde medio). I cingoli invece hanno ricevuto una base di 98 Humbrole vari lavaggi ad olio con ocra e bruno van dick; anche il carro ha ricevuto vari lavaggi oltre agli insostituibili pigmenti Mig per "amalgamare" il carro al terreno.
Il terreno è stato riprodotto mescolando insieme stucco da muro, vinavil, acqua, sassolini per acquario e pigmenti Mig mentre l'erba è quella prodotta dalla Mininatur. I figurini sono della MB tranne il capocarro che è quello della scatola Tamiya mentre gli animali provengono dall'ormai introvabile kit Livestock Tamiya; sono stati dipinti a smalti tranne l'incarnato che è stato dipinto con l'apposito set dell'andreacolors.
"Il rumore prodotto dal Tigre, dal suo motore e dai suoi cingoli, era qualcosa che ti gelava il sangue nelle vene. Quando sapevamo che nella nostra zona c'erano mezzi di questo tipo semplicemente ci ritenevamo già morti. Tra noi si diceva che se un colpo ti centrava senza ucciderti, avevi solo tre secondi per balzare fuori dal tuo carro prima dell'arrivo del secondo proiettile…tanto impiegavano infatti i carristi tedeschi a ricaricare il loro pezzo". ( Un carrista britannico) Il 26 maggio del 1941, durante l'incontro relativo allo sviluppo di nuovi armamenti , Adolf Hitler ordinò sia al Dr.Porsche che ad Henschel di fornire i loro disegni per un carro armato pesante, che doveva essere pronto nell'estate del 1942. Krupp invece era incaricato di fornire l'armamento principale e la produzione di torrette per i disegni sia di Henschel che di Porsche. Lo sviluppo del Tiger Henschel era basato su precedenti modelli di VK 3001 (H) e VK 3601 (H) , mentre il Tiger sviluppato da Porsche era basato sul precedente disegno di VK 3001 (P) Leopard . Il nuovo panzer da 45 tonnellate doveva essere armato con una 88 millimetri KwK L/56. Entrambi i mezzi, sia il prototipo Henschel sia quello di Porsche, arrivarono ad una stazione vicino a Rastenburg (Ketrzyn) il 19 aprile del 1942 e poi viaggiarono per 11 km verso Rastenburg. Il 20 aprile del 1942 alle ore 11.00, sia il prototipo Porsche che l'Henschel vennero presentati ad Adolf Hitler (giorno del suo compleanno) a Wolfschanze , Prussia Orientale. Nel luglio del 1942, entrambi sono stati testati presso la scuola di carro armato in Berka, Germania. Durante le prove il Tiger Porsche VK 4501 (P) fu un fallimento, mentre il Tiger della Henschel VK 4501 (H) fu un grande successo. Nel luglio del 1942, il Tiger Henschel - VK 4501 (H) fu approvato ed entrò in produzione. Il nuovo mezzo era dotato di scafo saldato, caratterizzato da linee perfettamente squadrate con corazzatura che raggiungeva lo spessore di 102 mm e che rappresentava, insieme all'armamento, il punto di forza del Tiger: il carro armato tedesco venne realizzato infatti prima che gli ingegneri e costruttori tedeschi imparassero la lezione del T-34 russo nel quale le piastre di protezione, notevolmente inclinate, conferivano una capacità di resistenza pressoché identiche a quelle dei carri tedeschi pur dotati di una corazzatura più spessa ma costituita da piastre verticali. La torretta, come lo scafo, risultava pesantemente corazzata, con 110 mm d'acciaio sulla scudatura, e aveva la caratteristica pianta a ferro di cavallo; il suo brandeggio, ottenuto attraverso un sistema elettromeccanico, era molto lento a causa del peso complessivo e rappresentava uno dei difetti maggiori del Tiger. L'armamento principale, come già detto, era costituito dal cannone anticarro KwK 36 da 88 mm (lungo 56 calibri) che, installato in torretta e protetto da una pesante scudatura d'acciaio spessa 110 mm, era in grado di perforare qualunque carro statunitense o britannico a più di 1500 m di distanza, mentre con i carri pesanti sovietici del tipo JS-2 si rivelava inefficace, con penetrazioni possibili sul frontale soltanto entro i 300 m. Nella torretta era installata anche una mitragliatrice MG34 da 7,92 mm coassiale al cannone che veniva azionata dal puntatore mediante un pedale; mentre un'altra MG34 era posizionata nella parete anteriore destra dello scafo. Le sospensioni erano a barra di torsione e, per diminuire la pressione sul terreno del carro, furono adottati cingoli larghi 725 mm, che potevano essere sostituite da cingoli più stretti da 520 mm per il trasporto del Tiger su ferrovia. Il suo potente motore richiedeva una costante manutenzione (ogni 3 ore il carro veniva acceso per circa 20 minuti) e soprattutto una gran quantità di carburante (il serbatoio da 540 litri era sufficiente per soli 195 km su strada, molto meno in condizioni di terreno accidentato), che l'esercito tedesco non fu più in grado di fornire nelle ultime fasi del conflitto.
Il kit utilizzato per riprodurre questo modello è il fantastico Dragon 6253 della serie 3 in 1 che permette di realizzare un Tiger Late production, un Final o un carro comando; unica pecca del kit la mancanza della zimmerit in quanto per il resto è super accessoriato: canna in metallo, fotoincisioni e cingoli magic-truck. Per chi volesse una recensione completa del kit la può trovare sul sito di perthmilitarymodelling. E' importante decidere subito quale versione realizzare onde evitare sbagli seguendo le istruzioni, io ho realizzato la versione carro-comando montato praticamente da scatola con la sola aggiunta dei cingoli Friul Model ATL-06. Per realizzare la zimmerit si può ricorrere a diverse case di aftermarket che producono la zimmerit in fotoincisione o su carta (tipo Tamiya), io come sempre ho preferito il buon vecchio metodo casalingo stendendo una sfoglia finissima di stucco bicomponente Milliput che poi sono andato ad incidere con un cacciavite piatto molto piccolo; altro particolare per chi non lo sapesse è che la trama della zimmerit in torretta è diversa dalla zimmerit sullo scafo. Per quanto riguarda il montaggio delle fotoincisioni bisogna dire che danno al modello quel tocco in più ma non tutte sono facili da montare; io ne ho lasciate parecchie nella mia banca dei pezzi. La mimetica di un Tiger Late è solo a tre toni, si possono trovare diversi profili su internet, io ho steso una base di Humbrol 94 e poi con Humbrol 160 e Humbrol 105 dati ad aerografo ho riprodotto la mimetica. Dopo alcuni lavaggi ad olio con Bruno Van Dyck sono passato ai pigmenti stesi puri sul mezzo utilizzando i Mig Dark Mud e Dry Mud per dare contrasto ma rendere il modello omogeneo con la basetta che ho creato.
Percival Provost T Mk.52 - kit Matchbox - scala 1/72
Recensione
La stampata si presenta in due tonalità di colore (bianco e rosso) con pannellature in positivo e dettaglio ridotto al minimo. Il lavoro anche in questo caso, come in tutti i modelli della Matchbox , si presenta impegnativo, soprattutto per dettagliare la cabina di pilotaggio. Proprio dalla cabina di pilotaggio partiamo, con l’autocostruzione di pannellature laterali, cloche, apparato radio, manette gas, quadro strumenti ecc. Dettaglio deve essere fatto anche sui seggiolini dei piloti.
Quindi si passa al montaggio della fusoliera e delle ali. Dopo le dovute stuccature e re incisione delle pannellature, si passa alla verniciatura. Sulla parte sotto del velivolo è stata applicato un grigio chiaro (LifeColor UA113), mentre per le superfici superiori ho usato il grigio neutro (UA046) e il verde scuro (UA051).
I velivoli omaniti spesso portavano due razzi aria-terra non guidati, per l’impiego antiguerriglia razzi che ho recuperato dalla mia personale “dispensa” dell’usato/recuperato… Dopo la colorazione sono stati montati carrello ed accessori vari. Quindi una mano di trasparente lucido, e la posa delle dedcal.
Quindi un bel lavaggio con nero opaco Testor molto diluito per evidenziare le pannellature, invecchiamento generale del velivolo con dovute scrostature. Per concludere la consueta “mano” di trasparente opaco.
Savoia Marchetti SM.79 Sparviero - kit Italeri - scala 1/72
Per un modernista convinto come me avvicinarsi al “Gobbo Maledetto” è stata come una folgorazione..un aereo stupendo, massiccio, un vanto della nostra gloriosa industria, un soggetto forse già datato per il suo tempo, ma da un fascino pazzesco.
Il modello è un Italeri in 1/72, che a mio parere ha un ottimo rapporto qualità/prezzo. Curiosando in rete ho visto dei lavori bellissimi, ed in effetti ci si potrebbe sbizzarrire a ricreare gli interni, ma poi alla fine, se si pensa che con la chiusura ben poco si vedrà, forse non mi son sentito di iniziare un’operazione che, col lungo andare, mi avrebbe portato all’arenarmi…quindi, interni in grigio e non in verde anti-corrosione (era in legno), posizionamento delle Safat, dei trasparenti e…via a carteggiare!Per la cronaca, non necessita di lavori estremi, ma la giunzione delle due fusoliere merita un po’di accortezza, e i due pezzettini a corredo della gobba con relativo trasparente non si sa perché siano stati staccati dal resto della sezione di fusoliera, ma con un po’di occhio e del buon Tamiya Putty si possono sistemare bene le cose. Si può scegliere di lasciare scoperta la gobba e vedere così la parte superiore di quello che è il vano bombe..esso andrebbe rifatto “cavo” e non pieno come si presenta nel kit, così come il fissarlo giusto tra le due sezioni di fusoliera non è stato un compito sereno, ho dovuto mettere un pezzettino di plasticare per evitare che il pezzo mi sprofondasse all’interno della fusoliera.
Il posizionamento dei supporti per il siluro và curato con calma, non combaciano esattamente i punti d’incollaggio,ma spostandosi delicatamente e con due-tre gocce di attack al posto giusto si riesce a fare una cosa decente.
Una volta protetti i trasparenti si può passare alla colorazione, qui i soggetti da riprodurre sono vari e molto accattivanti, io ho scelto di riprodurre un esemplare della 278a Sq. Aerosiluranti - Gruppo Buscaglia e devo dire che, per chi usa solo il pennello come me, è stata un’impresa a dir poco ardua..prima un fondo di verde “Regia” e poi lentamente tutti i “ghirigori” con il colore sabbia, mentre la parte inferiore è stata dipinta in Light grey. Una leggera velatura con le tempere sulle pannellature e una sporcatura alla parte inferiore col set della Tamiya. Che dire, non sarà l’ultimo che farò….
Recensione - kit Tamiya - scala 1/24
Kit di buona fattura e ricco di particolari.
Vettura 5
Nel diorama realizza to questa vettura è alzata su un lato da un crik con un meccanico che sta controllando una gomma ed il pilota che dialoga con lui.
Essendo la plastica del kit omogenea e priva di sbavature di colore non ho ritenuto opportuno verniciarla, ma ho solo applicato le decals.
Le paratie che proteggono i differenziali e la trasmissione sono state lasciate volutamente trasparenti per poter vedere tutti i particolari.
Il kit dei meccanici è molto bello e particolareggiato con la possibilità di varie ambientazioni con le vetture in officina.