All’inizio del 1976, lo Squadron iniziava a transitare sui Grumman F-14A Tomcat, imbarcandosi sulla USS Nimitz (CVN-68) nel dicembre del 1977, compiendo la sua prima crociera con i nuovi velivoli.
Nel 1979, lo Squadron fu il primo reparto della flotta con capacità TARPS. Nel gennaio del 1980, la portaerei USS Nimitz, in navigazione nel settore del Mediterraneo, a causa della crisi degli ostaggi in Iran, dovette deviare e dirigersi nel settore del Mar Arabico. Qui, in aprile partecipava al fallito tentativo di salvare gli ostaggi. Sempre nel 1980 il reparto partecipa alle riprese cinematografiche del fil “The Fianal Countdown”, che porterà alla notorietà gli F-14 Tomcat con il teschio e le ossa incrociate. Nel novembre del 1983, il reparto si imbarca per una nuova crociera nel Mediterraneo, posizionandosi al largo delle coste libanesi davanti a Beirut, per una missione di pace. Nel 1985, lo Squadron è nuovamente nel Mediterraneo e a causa del dirottamento del volo TWA 847, passa 68 giorni all largo delle coste libanesi. L’ultima crociera dello Squadron a bordo della portaerei USS Nimitz viene effettuata dal dicembre del 1986 al giugno del 1987, dopo di che al rientro in patria, la USS Nimitz fu trasferita a Bremerton, WA, per poi passare in forza alla Pacific Fleet.
Nell’ottobre del 1988, tutto il CVW-8, e quindi il VF-84 “Jolly Rogers” al quale apparteneva, fu trasferito a bordo della portaerei USS Theodore Roosevelt (CVN-71), compiendo una prima crociera nel settore del Nord Atlantico per una esercitazione chiamata “Exercise Teamwork ’88”, la quale prevedeva delle operazioni congiunte con le forze navali norvegesi e la Royal Norwegian Air Force. Al termine delle esercitazioni, la portaerei diresse in Mediterraneo (dicembre 1988). Tra la fine del 1989 e l’inizio del 1990, i “Jolly Rogers”, vennero impiegati nelle prove di qualificazione a bordo della nuova portaerei USS Abraham Lincoln (CVN-72).
Nell’agosto del 1990 l’Iraq invase il Kuwait, dando inizio a quella che passerà alla storia come Guerra del Golfo. In questo frangente, la USS T. Roosevelt, venne inviata in supporto alle già presenti USS Ranger e USS Midway nel settore del Golfo Persico, per prendere parte alla “Operation Desert Shield” (giungerà poi nel settore anche la portaerei USS America). Durante le operazioni di guerra contro l’Iraq, il VF-84 compì missioni di pattugliamento aereo e di combattimento a difesa della Flotta statunitense. Compì anche numerose missioni di scorta ai reparti dell’Air Wing Eight, nonché missioni TARPS, raccogliendo preziosi dati sui danni causati durante gli attacchi. In totale furono compiute 468 sortite di guerra. Al termine delle operazioni belliche, la portaerei rimase nel Golfo ancora per alcuni mesi a sostegno della “Operation Provide Comfort”, dove lo Squadron compirà altre 111 missioni di supporto. La USS T. Roosevelt fu poi sostituita dalla USS Forrestal nel giugno del 1991.
Nel marzo del 1993, il “Jolly Rogers” fu nuovamente impiegato a bordo della portaerei USS Theodore Roosevelt, unica unità a bordo equipaggiata con gli F-14A Tomcat, inquadrata in un Air Wing misto, assieme a reparti della U.S. Marine Air Corps, dotati di Mc Donnell F/A-18 Hornet, Sikorsky CH-53 e Bell UH-1. Questa volta la crociera fu compiuta nel mar Mediterraneo durante la crisi nella ex Jugoslavia. Qui gli F-14 Tomcat vengono impiegati soprattutto in missioni di ricognizione TARPS nella “Operation Deny Flight”, fornendo informazioni a riguardo delle postazioni serbo-bosniache attorno a Sarajevo. Dopo poco, la portaerei fu spostata per portare supporto aereo nella “Operation Southern Watch”, vigilando sulla no-fly zone nell’Iraq meridionale.
Rientrava alla propria base madre di Oceana nel settembre del 1993. Fu l’ultima crociera nel Mediterraneo del VF-84 “Jolly Rogers”. Da qualche anno era crollato il muro di Berlino, la "Guerra Fredda” era praticamente terminata, e con essa anche i finanziamenti a scopo militare. Molti reparti aerei della U.S. Navy vennero disattivati e tra essi lo Squadron Eightfour. Gli ultimi 18 mesi prima della chiusura, lo Squadron svolse ancora i suoi compiti, partecipando a diverse missioni addestrati con capacità air-to-air combat, strike e TARPS, oltre ad un’altra comparsa in un film: “Executive Decision”. Dal momento della sua transizione sui Grumman F-14 Tomcat fino alla sua chiusura, lo Squadron fu sempre inserito nel CVW-8. Il 1° ottobre del 1995, veniva definitivamente disattivato il VF-84 “Jolly Rogers”, ma non le tradizioni del reparto (o come diciamo noi la “Bandiera di Guerra”), che furono trasferite al VF-103 “Sluggers”.
Buon Modellismo a Tutti
Roberto Cimarosti "Cima"
Il SIAI-Marchetti SF-260, in seguito Aermacchi SF-260, è un aeroplano monomotore ad ala bassa costruito e sviluppato dall'azienda italiana SIAI-Marchetti negli anni sessanta e successivamente commercializzato, oltre che dalla casa stessa, dalla Aermacchi, a seguito della sua acquisizione.
Progettato dall'ingegnere Stelio Frati, è destinato primariamente all'aviazione generale per uso sportivo e da turismo, ma grazie alle sue grandi capacità di addestratore basico è largamente usato nelle scuole di volo, anche in quelle militari.
L'Aeronautica Militare lo utilizza come addestratore basico e i piloti prendono il primo brevetto della loro carriera (il BPA, Brevetto Pilota di Aeroplano) a bordo di questo aereo. È stato prodotto in più di 900 esemplari, risultando così, insieme all'Aermacchi MB-326, l'aereo italiano di maggior successo commerciale nel dopoguerra per velivoli della sua categoria. Dal gennaio 1997 il progetto è passato all'Aermacchi, che, con la costituzione di un team dedicato sia per la progettazione sia per l'assemblaggio, ha rinvigorito il progetto con modifiche tanto strutturali quanto impiantistiche, facendo rivivere alla macchina una seconda giovinezza. Tra le modifiche principali introdotte dal team possiamo ricordare l'adozione di un nuovo impianto combustibile, l'installazione di un impianto di condizionamento, l'introduzione dell'autopilota, nuovi sedili, oltre a un'avionica di ultima generazione.
Oltre che per la sua maneggevolezza, si è dimostrato valido come addestratore basico grazie alla strumentazione di bordo, che permette di apprendere facilmente i rudimenti del volo, anche strumentale. Nel 1976 l'A.M. acquistò 45 esemplari della versione SF-260AM, appositamente realizzata. A partire dal 9 giugno 2005. sono stati consegnati al 70º Stormo gli esemplari della nuova versione SF-260EA, dotata di una moderna avionica, cabina più confortevole e in grado di semplificare le operazioni di manutenzione. L'ultimo volo in servizio nell'AMI di un SF-260AM è avvenuto il 19 settembre 2009 in un'apposita cerimonia alla base del 70º Stormo a Latina. Quasi subito la versione SF-260EA non ha pienamente soddisfatto le aspettative dell'Aeronautica Militare soprattutto a causa di alcuni problemi di spegnimento in volo del motore.
Tale situazione nacque nonostante l'Aermacchi stessa proponesse la versione con motore a turbina, più economica, meno assetata nei consumi e più versatile, tanto da poter esser usata con qualsiasi condizione meteorologica e da essere già in uso, questa turbina, nell'elicottero Breda-Nardi-Hughes NH-500, già in uso al 72º Stormo dell'Aeronautica Militare. Successivamente, l'Aermacchi ha proposto, senza oneri aggiuntivi, all'Aeronautica Militare, dei kit after-market per ovviare all'inconveniente dello spegnimento del motore a pistoni in volo; offerta rifiutata e che ha portato alla messa a terra di tutte le nuove macchine fino a data da destinarsi. Nel frattempo tutte le vecchie versioni erano state radiate e rottamate, lasciando tutte le Scuole di Volo Basico dell'A.M. senza aeromobili.
Buon Modellismo a Tutti
Luca Zampieri "Zampy"
Lo Shogunato Kamakura, o "di Kamakura", è il nome dato alla dinastia di shōgun del clan Minamoto che governarono il Giappone dal 1192, anno in cui Minamoto no Yoritomo ricevette tale titolo dall'imperatore Go-Toba, al 1333, anno in cui Kamakura fu espugnata dalle truppe di Nitta Yoshisada, il reggente Hōjō Moritoki e il reggente claustrale Hōjō Takatoki si tolsero la vita, e l'ultimo signore di Kamakura, il principe Morikuni, abdicò ritirandosi a vita monastica, e morendo poco dopo.
La dinastia deve il suo nome alla città di Kamakura, dove fu insediato il governo dello shōgun.
Buon Modellismo a Tutti
Andrea Masiero
l P40, o P26/40, era un carro italiano da 26 tonnellate nominali e ideato a partire dal 1940. Esso era stato pensato considerando che i carri cosiddetti "medi" non sarebbero potuti a lungo essere all'altezza dei carri armati nemici, i cui esemplari medi tendevano a pesare anche oltre 20 tonnellate.
Il mezzo venne sviluppato soltanto dopo che fu decisa l'interruzione del progetto di sviluppo del carro armato celere sahariano.
Il veicolo aveva una tecnica abbastanza avanzata, la cui parte migliore era costituita da un motore Diesel che, nella sua ultima elaborazione, aveva una potenza di ben 420 hp, al pari dei carri diesel delle altre potenze. Questo motore, progettato ex novo dalla FIAT, era però afflitto da considerevoli problemi di sviluppo che non furono mai completamente risolti.L'armamento era derivato dal cannone campale Ansaldo da 75 mm Mod. 37, lungo 34 calibri. Le munizioni erano 63 da 75 mm e solo 600 per le due mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm, una coassiale e una contraerea.
Le fonti della Ansaldo dicono che è stato prodotto solo un P40 prima del 30 luglio 1943. Alcuni documenti tedeschi parlano invece di vari carri completi catturati all'armistizio di cui uno presentava delle modifiche ai portelli della torretta. Questo fu mostrato a Hitler il 20 ottobre 1943 al balipedio di Arys.
Il carro risentiva di alcune soluzioni ormai superate, come l'assenza del terzo uomo in torretta, le corazze rivettate, le sospensioni a balestra, che non gli permettevano in pratica di superare i 40 km/h. Circa 100 veicoli vennero realizzati sotto il controllo tedesco, che credevano il P40 l'unico carro armato italiano degno di produzione, ma parte dei quali (probabilmente 40 o 49) senza motore, per essere utilizzati come fortini lungo la Linea Gotica.
Buon Modellismo a Tutti
Baldoin Paolo "Paul Stainer"
L'Ilyushin Il-28 (in cirillico Ильюшина Ил-28) era un bombardiere leggero bimotore a getto ad ala alta e dritta progettato dall'OKB 39 diretto da Sergej Vladimirovič Il'jušin e sviluppato in Unione Sovietica alla fine degli anni quaranta. Impiegato dagli anni cinquanta dalla Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'Aeronautica militare dell'Unione Sovietica, rimase operativo in patria fino agli anni ottanta ma viene ancora utilizzato, anche se in ruoli secondari, in alcune delle forze aeree che lo hanno impiegato tra cui quelle filosovietiche.
L'Il-28 venne identificato inizialmente, con lo standard USAF/DoD, come "Type 27" per poi assumere il nome in codice NATO Beagle, tuttavia la variante da addestramento Il-28U venne identificata "Type 30" con le convenzioni USAF/DoD e Mascot con quelle NATO.
L'aereo entrò in servizio attorno al 1950, e gli statunitensi ad un certo punto temerono che esso potesse essere impiegato in Corea contro di loro.
L'Il-28, grazie alle sue capacità "pre-strategiche", venne schierato anche a Cuba durante la crisi del 1962, e Fidel Castro andò poi su tutte le furie quando i sovietici, nel ritirare la loro delegazione, portarono indietro anche tali bombardieri, ritenuti un elemento fondamentale per la difesa cubana.
Nel frattempo, durante gli anni cinquanta, l'Il-28, praticamente il bombardiere tattico standard dei sovietici, come a suo tempo lo fu lo Il-2, venne prodotto in grandi quantità, e oltre che in URSS ben presto venne prodotto anche in alcuni paesi esteri, come la Polonia e soprattutto la Cina (H-5), che lo tennero a lungo in servizio.
Stupisce che la macchina, molto veloce e manovriera, non sia stata schierata anche come intercettore ognitempo, grazie allo spazio nel muso per un radar, mentre già nella sua originale configurazione esso era abbastanza valido come eventuale intercettore di circostanza, anche per la sua lunga autonomia.
Il più diretto equivalente dell'aereo era il Canberra inglese, macchina d'alta quota e talmente veloce e prestante da essere lasciata, analogamente a quanto avvenne con il Mosquito, priva d'armamento difensivo. Tuttavia, l'Il-28 era maggiormente valido, con la sua ala piccola e il suo armamento, come bombardiere a media e bassa quota, e la leggera inferiorità di velocità era ben compensata dalla minacciosa torretta caudale e i temuti cannoni da 23 mm che essa deteneva.
L'Il-28 non riuscì a soppiantare il Tu-14 nel ruolo di bombardiere-ricognitore navale, malgrado fosse più veloce ed agile, anche se meno dotato in autonomia. I suoi impieghi vennero tuttavia estesi anche a questo settore con versioni dotate di siluri o addirittura bombe teleguidate.
La versione da addestramento, dato l'abitacolo normale monoposto, venne realizzata e la NATO diede allo Il-28U il nome in codice "Mascot". Per il resto, il velivolo rimase quasi immutato, un po' come accadde allo Il-4.
Buon Modellismo a Tutti
Enrico Maina "The Coach"