Lockheed T-33A Shooting Star - Kit Italeri - Scala 1/72
636^ Squadriglia Collegamento del 36° Stormo AMI nel 1960
L'Aeronautica Militare, nell'ambito del rinnovamento della propria flotta, emise una specifica per affiancare al convenzionale Fiat G.59 a elica un modello da addestramento avanzato dotato di motore a reazione per l'addestramento dei piloti destinati a reparti operativi dotati di modelli che utilizzavano quel tipo di propulsione.
Dopo aver valutato varie opportunità, tra le quali il Fiat G.80 di concezione nazionale, la scelta si orientò sul T-33 Shooting Star, acquisendo a partire dall'ottobre 1952 60 esemplari della variante biposto T-33A più altri 14 nella versione monoposto RT-33A da ricognizione fotografica. I primi vennero impiegati prevalentemente nel ruolo di addestratore avanzato, inizialmente come dotazione del Nucleo Addestramento Volo a Reazione per poi essere presi in carico dalla Scuola Aviogetti basata all'aeroporto di Amendola, completando la formazione di centinaia di nuovi piloti destinati ai reparti. Con lo sviluppo del nuovo Fiat G.91T, entrato in linea nel 1965, i T-33A vennero trasferiti alle Squadriglie Collegamenti, con le quali operarono fino alla loro radiazione.
Oltre che nel ruolo di aereo da collegamento, analogamente ad altre forze aeree mondiali, il T-33A venne utilizzato come aereo da traino bersagli e come "lepre", ovvero come aereo aggressore, nelle missioni di intercettazione simulate per l'addestramento caccia all'uso dei radar che equipaggiavano i North American F-86K e i Lockheed F-104 Starfighter italiani. Dal 1966 alcuni esemplari operarono con il Centro Radiomisure.
L'ultimo T-33 italiano venne radiato nel 1982.
Buon Modellismo a Tutti
Francesco Sfriso "Kekko"