Opliti greci - "l'ultimo baluardo"

  28 Aprile 2017

Opliti greci - kit Italeri - scala 1/72

"L'ultimo Baluardo"

L'oplita (o oplite; in greco antico: Ὁπλίτης, hoplìtes), al plurale opliti, era un soldato della fanteria pesante dell'antica Grecia.
La sua armatura, definita con il termine panoplia, era costituita da un elmo, in greco kranos, da una corazza in lana lavorata che proteggeva efficacemente dalle frecce ed era accessibile alla gran parte della popolazione (solo i nobili potevano permettersi corazze più elaborate in bronzo), da schinieri in bronzo, da una corta spada in ferro (xiphos), da una lancia (dory) ed infine da uno scudo bronzeo rotondo (hoplon) fornito di un passante centrale e di un'impugnatura lungo il bordo (antilabē).
Questo tipo di scudo, che consentiva una tenuta molto salda in posizione di difesa contro gli assalitori, costituì un'innovazione decisiva e sembra da mettere in relazione con il sorgere della falange, formazione compatta di combattenti che con gli scudi si coprivano a vicenda.
L'innovazione consisteva nelle dimensioni dello scudo, che variavano dai 60 cm ai 90 cm, sufficienti a proteggere le parti del corpo più vulnerabili.
A partire dal 1300-1200 a.C. alcune popolazioni anatoliche iniziarono ad utilizzare, presto imitate nell'Egeo, armature pesanti e ampi scudi, atti a ripararsi adeguatamente dalle armi degli arcieri a cavallo, dei carri da guerra e dalle avverse fanterie. Questi guerrieri iniziarono anche ad utilizzare ben presto lunghe lance, invece di corti giavellotti e lance leggere.
  
  
Lo scudo di legno e di vimini che copriva l'intera persona fu sostituito da quello di metallo, il quale copriva tre quarti del guerriero. Le parti esposte venivano protette con armature specifiche per le gambe, le braccia e la testa. Il complesso di queste armi, compresa la spada, costituiva la panoplia. Essa era meno costosa della dotazione del cavaliere e quindi poteva essere posseduta dai cittadini della classe media. Gli opliti spartani erano tenuti ad avere armature tutte uguali, mentre nelle altre polis si stabiliva solo il tipo di dotazioni necessarie ed ogni singolo oplita se le procurava in base ai suoi gusti ed alle sue possibilità.
 
Gli opliti in battaglia operavano in ranghi serrati costituendo un muro di metallo da cui spuntavano le lunghe lance e tale formazione fu tanto efficace che il ruolo della fanteria leggera, della cavalleria e dei carri da guerra, fu notevolmente ridimensionato in Grecia. La filosofia bellica dell'oplite si basava sulla moderazione e l'aiuto reciproco e non sulle gesta valorose di un eroe, non esistono infatti opliti nei poemi omerici.
 
  
  
  
Nei sec. VII-VI a.C. gli opliti divennero la forza preponderante negli eserciti di Atene, di Sparta e di altre città greche, e tale struttura militare si diffuse in Occidente sia nelle comunità della Magna Grecia, sia attraverso la società etrusca a Roma, dove furono valorizzati politicamente nella metà del VI secolo a.C. con la costituzione centuriata di Servio Tullio. In seguito, con il decadere dei regimi aristocratici, gli opliti rimasero il corpo militare per eccellenza, nel quale venivano però arruolati, ormai a spese dello stato, anche cittadini delle classi meno abbienti.
La struttura militare dell'esercito oplitico venne superata prima dagli eserciti organizzati sempre in falange, macedoni, e infine dai romani, la cui tecnica militare si era evoluta nella tattica manipolare.
 
Buon Modellismo a Tutti
 
Vianello "Polpetta" Gianluca
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