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Northrop F-5B Freedom Fighter - Kit PM Models - Scala 1/72

Türk Hava Kuvvetleri durante l'estate del 1988.

Il Northrop F-5 è un aereo da caccia leggero monoposto, bimotore a getto e monoplano ad ala bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Northrop Corporation nei tardi anni cinquanta.
La prima versione di serie, l'F-5A, entrata in servizio negli anni sessanta venne designata 'Freedom Fighter' (letteralmente combattente della libertà in inglese), mentre la sua versione migliorata F-5E venne ribattezzata 'Tiger II'. Negli anni ottanta venne sviluppata un'ulteriore versione dell'F-5, l'F-5G o F-20 Tigershark, che tuttavia non trovando acquirenti rimase allo stadio di prototipo.

  

  

L'F-5 si presenta come un aereo di piccole dimensioni, caratterizzato da un'aerodinamica semplice, ma efficace. La sottile fusoliera ha un ventre piatto e dei caratteristici prolungamenti del bordo d'attacco delle radici alari. Essi corrono a fianco di ognuna delle 2 piccole prese d'aria a geometria fissa che alimentano i turboreattori General Electric J85-GE-13, posti in posizione ravvicinata per diminuire il rischio di problemi di stabilità in caso di rottura di uno dei 2 motori. Alle estremità alari possono essere montati 2 missili AIM-9 o 2 serbatoi ausiliari. Per diminuire gli spazi di atterraggio in condizioni di scarsa aderenza, l'F-5 è dotato di un parafreno posto al di sopra degli ugelli di scarico dei motori.

  

  

Il pilota gode di una buona visibilità, anche se non comparabile a quella di un caccia con tettuccio a goccia come ad esempio l'F-16. L'abitacolo, essendo stato progettato negli anni '50, non dispone di moderni schermi multifunzione o di un HUD. Nell'ottobre 1965, una dozzina di Freedom Figther furono schierati sulla base di Biên Hòa, nel Vietnam meridionale. Questa operazione, denominata "Sukoshi Tiger" (piccola tigre in giapponese) aveva l'obiettivo di valutare l'F-5 in combattimento. I caccia furono impiegati in missioni di appoggio tattico e ricognizione armata. In 3500 missioni e 4000 ore di volo, furono persi solo due F-5 a causa della contraerea nemica, segno delle ottime qualità di questo aereo. Si dimostrò inoltre un bombardiere preciso. Sviluppato primariamente per l'attacco al suolo, l'F-5A ha solo limitate capacità aria-aria, potendo portare solo due AIM-9 Sidewinder. Il velivolo della Northrop ha raggiunto un gran successo di vendita: fu prodotto in circa 1100 esemplari, 320 dei quali su licenza dalla Canadair e dalla spagnola CASA. I caccia prodotti all'estero spesso presentano migliorie studiate dalle detentrici della licenza di produzione.

  

  

Buon modellismo a Tutti

Roberto Cimarosti "Cima"

 

Sidecar - Italeri - Figurini - Vari brand - Scala 1/35

Bastogne - dicembre 1944

  

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Moreno Gandini "Gandi"

 

Autoblindo T.L.37 "Autoprotetto S.37" - Kit WIP3D - Scala 1/35

Balcani 1942

La FIAT SPA Autoprotetto S37 è stata un'auto blindata italiana della seconda guerra mondiale. I primi prototipi del veicolo furono realizzati nel 1941, e la produzione in serie proseguì probabilmente negli anni 1941-1942, terminando con la produzione di circa 150 veicoli di questo tipo. L'auto era alimentata da un motore SPA 18VT con 67 CV. Il veicolo era armato con un solo Breda mod. 38 calibro 8 mm.

  

L'Autoprotetto S37 è basato sul trattore di artiglieria leggera FIAT TL37 di grande successo. Grazie all'uso del suo telaio e alle ipotesi di progettazione generali, la nuova auto blindata dell'esercito italiano era caratterizzata da ottime caratteristiche fuoristrada, grande mobilità e trazione integrale. L'armatura non superava gli 8 millimetri di spessore e proteggeva da armi di piccolo calibro e frammenti di proiettili di artiglieria. Piccole quantità di Autoprotetto S37 sono state convertite in lanciafiamme o cannoni anticarro da 47 mm. I veicoli Autoprotetto S37 presero parte principalmente ad azioni antipartigiane nei Balcani, e un piccolo numero di essi fu utilizzato dall'esercito tedesco.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Paolo Baldoin "Paul Stainer"

Panzer Pz. Kpfw. III Ausf. J - Kit Ryefield Model - Scala 1/35

3./Panzer Regiment 7 della 10^ Panzerdivision, di base in Tunisia nel 1943

Il Panzer III, abbreviazione del nome completo Panzerkampfwagen III, il cui numero d'identificazione dell'esercito tedesco era Sd.Kfz. 141, fu un carro armato medio della seconda guerra mondiale.
Con una lunghezza di 5,52 metri e un'altezza aumentata a 2,50 metri, l'Ausf. J ebbe per primo la corazzatura aumentata di serie a 50 mm sul fronte e sul retro dello scafo e sulle sovrastrutture, cosa che portò all'adozione di un portello per il visore (Fahrersehklappe 50) e di un supporto a sfera (Kugelblende 50) per la mitragliatrice coassiale dello stesso spessore; inoltre furono installate nuovi tipi di prese d'aria e di portelli d'accesso sul muso dello scafo. Il motore utilizzato fu il Maybach HL 120TRM Ausf. A, simile a quello precedente ma con filtri dell'aria a bagno d'olio. Mostrata ad Adolf Hitler il 18 aprile 1941, la versione J fu messa subito in produzione totalizzando a fine anno 1 549 unità; a partire dall'aprile 1942, furono montate in fabbrica protezioni supplementari da 20 mm sulla sovrastruttura o sul mantelletto. Questa prima serie ebbe però vita relativamente breve, sia per le riconversioni effettuate, sia per le pesanti perdite subite in azione, ma soprattutto perché Hitler aveva ordinato di concentrare le risorse sulla serie di Panzer III J armata del più efficace 5 cm KwK 39 L/60.

  

  

Tale modello aveva tardato a essere sviluppato a causa delle soddisfacenti prestazioni di cui aveva dato prova il cannone KwK 38; inoltre, i primi prototipi del KwK 39 cominciarono a essere consegnati solo durante l'autunno 1941. Dopo i collaudi, la nuova arma entrò in servizio e si poté iniziare, a dicembre, la produzione della variante, per il resto identica al predecessore. La fabbricazione durò fino al luglio 1942 e fu portata avanti da tutte le ditte che produssero il Panzer III; in totale gli esemplari completati furono 1 067, cui fu assegnata la designazione Sd.Kfz. 141/1 a indicare il cambio d'arma.

  

  

Il cannone KwK 39 L/60 aveva un munizionamento su tre tipi di proiettile. La Sprenggranate 38 era una granata esplosiva da 1 960 grammi e con velocità alla volata di 549 m/s. La Panzergranate 39 era perforante con capsula tenera e cappuccio tagliavento, con un peso di 2 250 grammi e velocità alla volata di 823 m/s: poteva penetrare a 1 000 metri di distanza una piastra d'acciaio da 50 mm inclinata di 30° e da 61 mm dalla metà della distanza. La Panzergranate 40, infine, era una munizione perforante decalibrata, dal contenuto peso di 975 grammi ma con una velocità alla volata di ben 1 198 m/s: con gli stessi valori di distanza e inclinazione adottati per la PzG 39, riusciva a penetrare 55 mm di acciaio e trapassava 86 mm a 500 metri. Il cambio d'armamento e la maggiore lunghezza della Panzergranate 40 limitarono lo stivaggio delle munizioni a 84 proiettili, rispetto ai precedenti 99. Inoltre l'eliminazione del freno di bocca, presente sull'analogo cannone controcarro trainato, costrinse al potenziamento dei freni di recupero del KwK 39.

  

  

I Panzer III J con cannone da 50 mm L/42 operarono sul fronte sovietico a partire dal settembre 1941 continuando a combattervi fino alla fine della guerra. La 7. Panzer-Division figura tra le prime unità che li ricevettero assieme alla 2. e alla 5. Panzer-Division; i mezzi con cannone da 50 mm L/60 andarono inizialmente in carico a cinque distaccamenti corazzati facenti parte, rispettivamente, della 3., 16., 29. e 60. Infanterie-Division (mot.) e della 5. SS-Panzer-Division "Wiking".[66] In seguito entrambi i modelli furono distribuiti a tutte le divisioni corazzate presenti. Dal settembre 1941 furono inviati anche in Nord Africa e presero servizio nella 21. Panzer-Division: fu in questo teatro che gli Ausf. J con l'L/60 raccolsero i maggiori successi operando contro i mezzi angloamericani (M3 Lee/Grant e Mk III Valentine), tanto che i britannici li ribattezzarono "Mark 3 Special", anche perché più temuti del Panzer IV, all'epoca armato ancora di un obice da 75 mm a bassa velocità iniziale. Questi risultati spinsero i progettisti tedeschi a equipaggiare i carri armati con cannoni che avessero velocità alla volata quanto più alte possibili per perforare le corazze sempre più spesse dei veicoli avversari. L'Ausf. J dimostrò invece difficoltà nell'affrontare i carri sovietici T-34 e KV-1, più pesantemente corazzati rispetto ai mezzi alleati.
Un numero imprecisato di Ausf. J della prima serie fu successivamente ricondizionato con il KwK 39 L/60 mentre numerosi esemplari furono portati agli standard di protezione dell'Ausf. L. Tra il 1941 e il 1942 la Krupp tentò una nuova versione, la Ausf. K, unendo allo scafo della serie J la torretta del Panzer IV, ma l'esperimento non andò oltre lo stadio di prototipo.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Roberto Cimarosti "Cima"

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