ZAMPIERI LUCA

ZAMPIERI LUCA

IMAM Ro.43 - Kit Yao Studio - Scala 1/144

Velivolo imbarcato su incrociatori della Regia Marina nel 1942.

L'IMAM Ro.43 fu un idroricognitore a galleggiante centrale biplano prodotto dall'azienda italiana Industrie Meccaniche Aeronautiche Meridionali (IMAM) negli anni trenta ed utilizzato nel ruolo di ricognitore marittimo imbarcato nelle unità maggiori della Regia Marina nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Fin dagli anni venti la Regia Marina valutò l'opportunità di dotare alcune delle sue unità di velivoli di supporto. Per ovviare alle difficoltà di utilizzo in presenza di mare grosso, vennero installate delle strutture di lancio, vere e proprie catapulte, sulle quali veniva opportunamente fissato il velivolo che veniva portato ad una velocità sufficiente per consentirne il decollo. Dopo l'utilizzo di vari idrovolanti progettati per l'uso civile come i Macchi M.18, o i più specifici Piaggio P.6 e CANT 25, nel 1933 la Regia Marina emise una specifica per la fornitura di un nuovo velivolo atto a sostituire i precedenti modelli. Tra le caratteristiche era richiesta una velocità di 240 km/h, con un'autonomia di 600 km o di 5 h e 30 min.

  

  

  

Al bando di concorso partecipa rono numerose aziende aeronautiche italiane, la Società Rinaldo Piaggio con i suoi P.18 e P.20, la CMASA che proponeva l'MF.10, la Cantieri Riuniti dell'Adriatico con il CANT Z.504, l'Aeronautica Macchi con il suo C.76 e la Meridionali.
La IMAM presentò un progetto affidato all'ingegnere Giovanni Galasso, il quale sviluppò dal pari ruolo terrestre Ro.37 bis una variante idro mantenendo molte parti comuni. Il nuovo velivolo si differenziava principalmente per l'adozione di una diversa configurazione alare biplana e di un galleggiante centrale più gli equilibratori per poter operare dalla superficie del mare.
Il prototipo, che assunse la designazione Ro.43, venne portato in volo per la prima volta il 19 novembre 1934 e, grazie alla sua struttura più leggera di quella dei concorrenti, risultò possedere caratteristiche più rilevanti, raggiungendo prestazioni ben al di sopra delle specifiche richieste; valutato dalla commissione della Regia Marina, venne giudicato vincitore, ottenendo per la Meridionali un contratto di fornitura e divenendo la dotazione standard per tutte le maggiori unità della flotta. La produzione iniziò negli stabilimenti IMAM nel 1935, anno in cui iniziò la consegna ai reparti operativi, protraendosi fino al 1941 dopo aver realizzato oltre 200 esemplari.

  

  

Buon modellismo a Tutti

Luca Zampieri "Zampy"

Sikorsky SH-34 - Kit Mark1 Models - Scala 1/144

4° Gruppo Elicotteri della Marina Militare, di base a Catania-Fontanarossa durante il 1959.

La Marina Militare nel 1958 ordinò alla Sikorsky i primi tre HSS-1 con l'approssimarsi dell'entrata in servizio dei primi due incrociatori portaelicotteri della classe “Doria” che vennero sbarcati a Brindisi il 10 marzo 1959 in contenitori di legno che dopo essere stati assemblati vennero trasferiti a Catania presso il 1º Gruppo, che nello stesso anno era stato trasferito da Augusta all'aeroporto di Fontanarossa; il terzo esemplare del primo lotto giunse in Italia solamente il 25 febbraio 1961, sbarcato a Napoli dalla portaerei USS Shangri-la, mentre i primi due HSS-1N assegnati in conto MDAP giunsero il 25 ottobre 1961 a Catania a bordo di una nave mercantile e gli altri quattro previsti consegnati nei primi mesi del 1962 e nello stesso anno venne cambiata la designazione dei velivoli con gli HSS-1 designati SH-34G e gli HSS-1N designati SH-34J, in conformità al Department of Defense degli Stati Uniti che il 6 luglio 1962 decise l'adozione di un sistema unificato per contraddistinguere il tipo ed il ruolo degli aerei e degli elicotteri della US Navy dell'USAF e dell'US Army.
Al termine di questa prima fase la dotazione completa era di nove esemplari, costituiti da tre HSS-1 e sei HSS-1N, tutti identificati con ordine progressivo della matricola militare con numeri progressivi da 21 a 29; successivamente arrivarono altri due SH-34J mentre perso per incidente uno il terzo dei tre HSS-1, l'esemplare MM 80237, e nei primi mesi del 1964 venne adottata una nuova colorazione degli elicotteri e il sistema dell'identificazione ottica.

  

  

Il 31 ottobre 1964 una violenta tromba d'aria si abbatté sull'aeroporto di Catania interessando gli hangar del 1º Gruppo; particolarmente colpiti furono i Seabat, a causa di un corto circuito elettrico che innescò un incendio, le cui fiamme fusero letteralmente le leghe leggere di cui erano costituiti gli elicotteri, risparmiando solamente il motore. Dei dieci elicotteri Seabat in quel momento in dotazione alla Marina Militare solo due si salvarono, gli esemplari 4-04 (MM149082) e 4-05 (MM149083) perché imbarcati sul Doria, impegnato insieme alla nave trasporto truppe Etna nella crociera in Estremo Oriente mentre il 4-10 (MM150821) rimase danneggiato in maniera talmente estesa da essere sottoposto ad un lavoro esteso di ricostruzione in Belgio, venendo poi ricodificato 4-03 dopo il ritorno in servizio, per non lasciare buchi di numerazione tra questo mezzo ed i rimpiazzi arrivati dagli Stati Uniti. La tromba d'aria colpì anche l'hangar dell'Aeronautica Militare Italiana situato a fianco di quello dato in uso alla Marina Militare, distruggendo una sezione di S-2F Tracker della Marina olandese in quel periodo rischierata a Catania per operare con l'87º Gruppo. Subito dopo la catastrofe furono immediatamente donati dagli Stati Uniti tre esemplari di SH-34G ritirati direttamente dal ponte di volo della portaerei Saratoga all'ancora nel Golfo di Napoli chiamati “Calmieri” dagli equipaggi per le loro condizioni di volo particolarmente usurate, privati delle apparecchiature antisom e utilizzati per compiti di ricerca e soccorso sulle portaerei americane, che presero la codifica da 4-06 a 4-08 e rimasero in servizio per poco tempo in quanto non considerati allo stesso standard degli altri esemplari e perché provati da un'attività molto intensa con la Marina degli Stati Uniti e vennero affiancati ed in seguito sostituiti da altri sei elicotteri SH-34J nuovi di fabbrica codificati da 4-09 a 4-14, che gli Stati Uniti cedettero, per colmare le perdite, tra il 1964 ed il 1967.

  

  

A partire dall'autunno 1969 con l'arrivo a Catania dei più moderni SH-3D Sea King i Seabat vennero progressivamente trasferiti presso il 5º Gruppo elicotteri che era stato costituito presso la nuova base elicotteri della Marina di Luni - Sarzana in provincia di La Spezia. Il Gruppo con l'arrivo dei Seabat, non più validi per l'impiego come mezzi antisommergibili, iniziò un periodo di collaborazione con il COMSUBIN e con il Battaglione "San Marco"; con la rimozione degli apparati antisommergibile ormai obsoleti, i Seabat vennero trasformati in elicotteri da trasporto per gli incursori del COMSUBIN e per gli uomini del "San Marco" per i quali venne modificata agli inizi del 1971 la poppa dell'Andrea Bafile per imbarcare stabilmente almeno due di questi elicotteri, che operarono fino al 30 giugno 1979, data della radiazione definitiva degli ultimi tre velivoli in servizio.

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Luca Zampieri "Zampy"

Aermacchi MB.326 - Kit Heroes Model - Scala 1/144

Aermacchi MB.326 della Squadriglia Collegamento del 6° Stormo di base a Ghedi negli anni '80.

L'Aermacchi MB-326 è un aereo da addestramento avanzato, biposto, monomotore a getto e monoplano ad ala bassa, sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Aermacchi nei primi anni cinquanta.
Progettato dall'ingegner Ermanno Bazzocchi (M=Macchi, B=Bazzocchi) per equipaggiare i reparti da addestramento dell'Aeronautica Militare, dal modello originale ne venne anche sviluppata una variante da attacco al suolo (la K - combat) che riscosse un discreto successo commerciale per il mercato dell'aviazione militare da esportazione.

  

  

È stato l'aviogetto italiano più venduto nel dopoguerra, entrando in 800 esemplari nell'armamento di 12 nazioni, tra le quali Argentina, Brasile, Repubblica Democratica del Congo, Ghana, Paraguay, Sudafrica, Togo, Tunisia, Emirati Arabi Uniti, Zambia.
Il MB-326 fu destinato al programma addestrativo avanzato su jet a reazione per i piloti dell'Aeronautica Militare. Venne in seguito utilizzato per lungo tempo presso la Scuola di Volo Basico Iniziale nella base di Lecce-Galatina e poi sostituito dal successore MB-339.
Alcuni velivoli Aermacchi MB-326 sono attualmente utilizzati presso la National Test Pilot School presso il Mojave Air and Space Port in California (USA) per l'addestramento degli aspiranti piloti collaudatori sperimentatori.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

SIAI-Marchetti SF-260AM - Kit Heroes Models - Scala 1/144

70° Stormo di base a Latina durante gli anni '80

Il SIAI-Marchetti SF-260, in seguito Aermacchi SF-260, è un aeroplano monomotore ad ala bassa costruito e sviluppato dall'azienda italiana SIAI-Marchetti negli anni sessanta e successivamente commercializzato, oltre che dalla casa stessa, dalla Aermacchi, a seguito della sua acquisizione.
Progettato dall'ingegnere Stelio Frati, è destinato primariamente all'aviazione generale per uso sportivo e da turismo, ma grazie alle sue grandi capacità di addestratore basico è largamente usato nelle scuole di volo, anche in quelle militari.

  

L'Aeronautica Militare lo utilizza come addestratore basico e i piloti prendono il primo brevetto della loro carriera (il BPA, Brevetto Pilota di Aeroplano) a bordo di questo aereo. È stato prodotto in più di 900 esemplari, risultando così, insieme all'Aermacchi MB-326, l'aereo italiano di maggior successo commerciale nel dopoguerra per velivoli della sua categoria. Dal gennaio 1997 il progetto è passato all'Aermacchi, che, con la costituzione di un team dedicato sia per la progettazione sia per l'assemblaggio, ha rinvigorito il progetto con modifiche tanto strutturali quanto impiantistiche, facendo rivivere alla macchina una seconda giovinezza. Tra le modifiche principali introdotte dal team possiamo ricordare l'adozione di un nuovo impianto combustibile, l'installazione di un impianto di condizionamento, l'introduzione dell'autopilota, nuovi sedili, oltre a un'avionica di ultima generazione.

  

Oltre che per la sua maneggevolezza, si è dimostrato valido come addestratore basico grazie alla strumentazione di bordo, che permette di apprendere facilmente i rudimenti del volo, anche strumentale. Nel 1976 l'A.M. acquistò 45 esemplari della versione SF-260AM, appositamente realizzata. A partire dal 9 giugno 2005. sono stati consegnati al 70º Stormo gli esemplari della nuova versione SF-260EA, dotata di una moderna avionica, cabina più confortevole e in grado di semplificare le operazioni di manutenzione. L'ultimo volo in servizio nell'AMI di un SF-260AM è avvenuto il 19 settembre 2009 in un'apposita cerimonia alla base del 70º Stormo a Latina. Quasi subito la versione SF-260EA non ha pienamente soddisfatto le aspettative dell'Aeronautica Militare soprattutto a causa di alcuni problemi di spegnimento in volo del motore.

  

Tale situazione nacque nonostante l'Aermacchi stessa proponesse la versione con motore a turbina, più economica, meno assetata nei consumi e più versatile, tanto da poter esser usata con qualsiasi condizione meteorologica e da essere già in uso, questa turbina, nell'elicottero Breda-Nardi-Hughes NH-500, già in uso al 72º Stormo dell'Aeronautica Militare. Successivamente, l'Aermacchi ha proposto, senza oneri aggiuntivi, all'Aeronautica Militare, dei kit after-market per ovviare all'inconveniente dello spegnimento del motore a pistoni in volo; offerta rifiutata e che ha portato alla messa a terra di tutte le nuove macchine fino a data da destinarsi. Nel frattempo tutte le vecchie versioni erano state radiate e rottamate, lasciando tutte le Scuole di Volo Basico dell'A.M. senza aeromobili.

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Jagdpanther G2 - Kit RFM (Ryefied Model) - Scala 1/35

Francia 1944

Lo Jagdpanzer V Jagdpanther (tedesco: "pantera cacciatrice") fu un cacciacarri usato dall'esercito tedesco e, in minor misura, dalle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra fu utilizzato dall'esercito francese in alcuni suoi reparti corazzati.
Il progetto per la nascita di un cacciacarri pesante fu approvato dall'Heereswaffenamt (l'ufficio degli armamenti per l'esercito) il 3 agosto 1942; esso avrebbe dovuto combinare il nuovo cannone Pak da 8,8 cm allo scafo del carro Panther, all'epoca ancora sotto sviluppo. Il compito della progettazione fu affidato alla Krupp, che espose le caratteristiche tecniche nel nuovo veicolo all'inizio del 1943. Tuttavia, il 15 ottobre 1942, il Reichsminister für Rüstung und Kriegsproduktion Albert Speer decise che il compito della produzione del cacciacarri sarebbe spettata alla Daimler-Benz, il cui inizio era deciso per il luglio 1943. Un ulteriore avvicendamento della fabbrica costruttrice si verificò il 24 maggio, quando per motivi di spazio si decise di trasferire il ruolo di costruttore alla fabbrica Mühlenbau-Industrie A.G. di Braunschweig. In ottobre il primo prototipo (numero di scafo V 101) fu pronto, seguito nel mese successivo da un secondo prototipo, con numero di scafo V 102. Il 29 dello stesso mese il nuovo cacciacarri fu ribattezzato per ordine di Adolf Hitler in Jagdpanther.

  

  

  

Videro il battesimo del fuoco nel giugno 1944: in forza al 559º e 654º schwere Panzerjägerabteilung nel corso della battaglia di Normandia. Presero inoltre parte alla battaglia delle Ardenne ed alle ultime offensive tedesche sul fronte orientale. Nonostante il brandeggio limitato costituisse uno svantaggio nelle battaglie di movimento, lo Jagdpanther si rivelò un mezzo potente e ben protetto. Era in grado di distruggere i carri britannici e statunitensi anche a distanze superiori ai 2.000 metri, ma non fu mai impiegato in quantità sufficienti a costituire una seria minaccia. L'efficienza in battaglia era aumentata dal fatto che l'equipaggio disponeva di un buon sistema intercom e da un adeguato stivaggio delle munizioni. La produzione, che non raggiunse mai le 150 unità mensili richieste, si arrestò nel 1945 a seguito del bombardamento delle fabbriche MIAG e Brandenburg Eisenwerk Kirchmöser che lo costruivano.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Macchi M.5 - Kit Thetis Model - Scala 1/144

251^ Squadriglia di base sull'idroscalo di Sant'Andea a Venezia, nell'estate del 1917.

Il Macchi M.5 fu un idrocaccia monomotore monoposto italiano costruito dalla Società Anonima Nieuport-Macchi, poi Aeronautica Macchi, a Varese. Era estremamente manovrabile ed agile e ha uguagliato gli aerei non idrovolanti nei combattimenti.
Gli M.5 furono utilizzati da cinque squadroni pattugliatori marittimi come combattenti o come scorta per i convogli, e alcune volte furono imbarcati sulla nave appoggio idrovolanti Giuseppe Miraglia. La 251ª Squadriglia inizia a riceverli dal settembre 1917 come anche la 253ª Squadriglia, la 259ª Squadriglia e la 258ª Squadriglia impiegati dal pontile di Valona sulla Europa (nave appoggio idrovolanti).

  

  

 La 255ª Squadriglia inizia a riceverli nel novembre 1917 ed al 1º gennaio 1918 ne ha 8. La 260ª Squadriglia nasce sugli M.5 nel novembre 1917, la 263ª Squadriglia nasce con 2 esemplari il 10 novembre 1917 e nel marzo 1918 ne ha 6, la 261ª Squadriglia ai primi di dicembre 1917 e la 254ª Squadriglia al 1º gennaio 1918 ne ha 4. La 262ª Squadriglia nasce alla fine dell'inverno 1918 sugli M.5 e la 256ª Squadriglia inizia a riceverli nei primi mesi del 1918 ed al 1º settembre ne ha 10. La 264ª Squadriglia al 1º giugno 1918 ne ha 4, la 13ª Sezione FBA del Porto di Napoli al 1º giugno 1918 ne ha 2 e la 101ª Squadriglia al 4 novembre 1918 ne ha 5. Verso la fine della prima guerra mondiale, questi idrovolanti furono utilizzati sia dalla United States Navy sia dalla United States Marine Corps. La 263ª Squadriglia di Porto Corsini dal 24 luglio 1918 diventa U.S. Naval Air Station. L'aspirante Charles Hazzaline Hammann, che ottenne la prima Medal of Honor data a un aviatore della marina statunitense, prestò servizio su un M.5. La 307ª Squadriglia è attiva dal 30 novembre 1918 con 12 M.5.

Nel 1923, quando la Regia Aeronautica venne istituita, 65 M.5 erano ancora in servizio, anche se furono tutti demoliti negli anni successivi.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Pz.Kpfw I Ausf.C - Kit Hobby Boss - Scala 1/35

Francia 1940

La Panzerkampfwagen I Ausf. C, noto anche come nome del prototipo VK 6.01, era un carro leggero tedesco della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene il Panzer I Ausf. C venne formalmente designato come una modifica del Panzer I, ma in realtà era un veicolo completamente nuovo. Questa variante ha poca somiglianza con il precedenti varianti Ausf. A e B: una delle principali distinzioni è l'uso delle ruote interlacciate Schachtellaufwerk che furono utilizzate in molti carri armati tedeschi successivi durante la guerra.

  

  

  

Lo sviluppo del Panzer I Ausf.C, venne avviato nell'autunno del 1939 da Krauss-Maffei e Daimler-Benz su istruzioni della Wehrmacht per creare un carro armato leggero. Da luglio a dicembre 1942, venne prodotti ulteriori 40 Panzer I Ausf. C (numeri di serie 150101 - 150140), inclusi 6 prototipi. Due carri armati furono schierati nella I Panzer Division.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

AMX International AMX Ghibli - Kit Italeri - Scala 1/72

AMX "51-03" (MM.7144) del 103° Gruppo del 51° Stormo di base ad Istrana nell'autunno del 2006.

L'AMX International AMX (denominato Ghibli nell'Aeronautica Militare Italiana) è un aereo da attacco al suolo monomotore a getto ad ala alta a freccia prodotto in Italia e Brasile dagli anni ottanta ed ancora in attività.
Nato a seguito di un requisito dell'Aeronautica Militare e della Força Aérea Brasileira per un aereo da appoggio tattico (CAS, Close Air Support), e per le specifiche italiane, risulta il naturale sostituto del G-91Y. È stato acquisito dall'Aeronautica Militare in 110 esemplari, insieme con 26 esemplari biposto (AMX-T).
La produzione è stata distribuita tra Aeritalia (46,5%), Aermacchi (23,8%) ed Embraer (29,7%), con lo sviluppo di 6 prototipi.
I primi esemplari cominciarono ad essere consegnati nel 1988, al Reparto Sperimentale Volo e al 103º Gruppo del 51º Stormo, primo reparto operativo dotato dell'AMX, negli anni successivi furono equipaggiare il 13º e 101º Gruppo del 32º Stormo, il 132º Gruppo del 51º Stormo, il 14º Gruppo del 2º Stormo e il 28º Gruppo del 3º Stormo, questi ultimi due ora sciolti. Il 29 luglio 2014 il 101º Gruppo è stato ricollocato presso il 51º Stormo sulla base di Treviso-Istrana[9]. La commessa comprendeva 110 esemplari nella versione monoposto e 26 biposto, suddivisa in tre lotti.

  

  

  

Nel 2005 l'Aeronautica italiana ha avviato un programma di aggiornamento per 52 esemplari della flotta e denominato "ACOL" (Adeguamento Capacità Operative e Logistiche). I velivoli sono stati dotati di nuovi display a colori, gli altri pannelli sono stati resi compatibili con i sistemi di visione notturna (capacità NVG - night vision goggle), miglioramenti delle radio e dell'IFF e una maggiore integrazione dell'avionica di bordo con il sistema di navigazione satellitare GPS. L'acquisizione di capacità GPS consente anche l'impiego di bombe con lo stesso sistema di guida. La prima consegna ai reparti operativi della versione ACOL è stata nell'agosto 2007. Con la nuova versione ACOL la panoplia degli armamenti di caduta del "Ghibli" si è notevolmente ampliata, anche grazie al pod "Litening" per l'illuminazione degli obiettivi. Oltre alle bombe "stupide" Mk.82/Mk.83/Mk.84, rispettivamente da 225, 450 e 900 kg nominali, si possono ora utilizzare anche le bombe equivalenti nella versione GBU a guida laser: GBU-10 (Mk.84), GBU-12 (Mk.82) e GBU-16 (Mk.83); altra bomba in dotazione è la "Lizard" LGB, caratterizzata da un'elevata precisione grazie ai comandi a controllo proporzionale, da unità elettroniche digitali e dalla compatibilità con un'ampia gamma di designatori laser terrestri o aeroportati. È dotata di un ricevitore GPS che permette di operare in scenari con avverse condizioni atmosferiche ed è basata sui corpi bomba Mk.82. Altro importante munizionamento sono le GBU-31/32 JDAM (Joint Direct Attack Munition), un kit di guida da applicare alle normali bombe LDGP dotato di elevata precisione, con caratteristiche ognitempo e con guida autonoma. Il kit consiste in un sistema inerziale asservito ad un ricevitore GPS e con superfici mobili di controllo. La versione da 450 kg della JDAM è designata GBU-32, mentre la versione da 900 kg è la GBU-31. I dati di missione sono caricati sul computer dell'aereo prima del decollo, inclusi l'inviluppo di sgancio, le coordinate del bersaglio e i parametri dell'arma. Il sistema di guida esegue automaticamente l'inizializzazione non appena i sistemi dell'aereo entrano in funzione, esegue il self-test e allinea il proprio INS (piattaforma inerziale) con quello del vettore. I dati del bersaglio sono quindi scaricati dall'aereo alla bomba. Il sistema permette il lancio sia da quote molto basse che molto alte, nelle modalità dive toss, loft o in volo livellato, in asse o fuori asse con il bersaglio. Permette di ingaggiare diversi bersagli in un solo passaggio e utilizzare diversi schemi di targeting come l'inserimento delle coordinate a terra o la riprogrammazione in volo tramite il sistema di puntamento dell'aereo lanciatore. L'intento dell'Aeronautica italiana è stato di prolungare la vita utile di questo modello fino all'entrata in linea del suo successore, il Lockheed Martin F-35 Lightning II, inizialmente stimata dopo il 2015.

  

  

Nel luglio del 2014 gli AMX del 32º Stormo di Amendola (Foggia) sono stati trasferiti presso il 51º Stormo di Istrana (Treviso), in particolare il 101º Gruppo Volo, dotato di AMX ed AMX-T biposto. Il 101º O.C.U. (Operational Conversion Unit) è il gruppo volo adibito alla conversione operativa dei piloti provenienti dalle varie scuole di volo.

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Luca Zampieri "Zampy"

Panzer VI Tiger II o "King Tiger" - Kit Trumpeter - Scala 1/35

Fronte orientale autunno del 1944

Il Panzerkampfwagen VI Ausf. B conosciuto anche col numero di identificazione dell'esercito Sonderkraftfahrzeug 182 (Sd. Kfz. 182), o informalmente come Tiger II o Königstiger (tedesco: Tigre reale - con riferimento alla Tigre del Bengala) è stato un carro armato pesante tedesco della seconda guerra mondiale. Il suo nome è spesso letteralmente tradotto nell'inglese King Tiger e indicato dalle forze britanniche anche come Royal Tiger.
Nel gennaio 1943, pochi mesi dopo l'entrata in servizio del Panzer VI Tiger I, l'ufficio armamenti dell'esercito tedesco emanò la richiesta per un nuovo carro armato pesante con una torretta in grado di ospitare il potente cannone da 88 mm lungo 71,2 calibri.

  

  

  

L'appalto di progettazione venne affidato alle due migliori divisioni di ricerca allora disponibili: la Porsche e la Henschel & Sohn, e, come per il Tiger I, fu il modello della Henschel a risultare vincente date le caratteristiche di maggiore affidabilità e di facilità di produzione: da questo progetto nacque il Tiger II.
I primi Tiger II furono distribuiti ai reparti d'addestramento tra il gennaio e il maggio 1944, e solamente a giugno i primi esemplari furono consegnati ai reparti operativi: tra questi vi fu lo schwere Panzerabteilung 503, che con a disposizione circa 14 Tiger II fu il primo reparto a utilizzare il nuovo carro contro gli Alleati in Normandia, tra Troarn e Demouville il 18 luglio 1944. Nel dicembre 1944 lo Schwere SS-Panzer-Abteilung 101, che contava almeno 20 Tiger II, venne posto alle dipendenze del Kampfgruppe Peiper durante l'Offensiva delle Ardenne. Il 503°, forte di 45 Tiger II, partecipò anche all'Operazione Margerethe e alla battaglia di Debrecen del 1944 e registrò la distruzione di 121 carri sovietici e 244 armi anticarro al prezzo della perdita di soli 25 Tiger II (di cui due ritirati per problemi tecnici). I Tiger II parteciparono anche all'offensiva del lago Balaton del marzo 1945, alla battaglia delle Alture di Seelow nell'aprile del 1945 e alla battaglia di Berlino al termine della guerra.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Dornier Do.335A-0 Pfeil - Kit Zoukei Mura - Scala 1/32

Germania aprile del 1945

Il Dornier Do 335 "Pfeil" ("Freccia" in tedesco), designazione aziendale P 231, era un caccia pesante sperimentale[2] multiruolo bimotore ad ala bassa prodotto dalla tedesca Dornier-Werke GmbH nel 1943.
Progettato come caccia ad alta velocità, ha rappresentato l'apice del design degli aerei a pistoni: nonostante il notevole peso (più di 10 tonnellate a pieno carico), grazie ai due motori Daimler-Benz DB 603 raggiungeva i 750 km/h a 6400 metri di altitudine, l'aereo tedesco a pistoni più veloce della seconda guerra mondiale.
Aveva un sistema, brevettato nel 1937, di due gruppi motoelica collocati assialmente: uno a prua della fusoliera, l'altro dietro la cabina di pilotaggio, che azionava l'elica posteriore. Le prestazioni dello Pfeil erano assai superiori a qualsiasi altro progetto, grazie alla sua configurazione traente-spingente. Il Do 335 fu introdotto durante le fasi finali della seconda guerra mondiale, quando ormai la Luftwaffe era in una situazione critica: solo 38 aerei furono consegnati.

  

  

Il Dornier Do 335 Pfeil fu la massima espressione dell'aereo da combattimento a elica; gli aerei della generazione successiva avrebbero avuto la propulsione a getto.
Gli esemplari prodotti furono: 14 prototipi, 10 velivoli A-0 di pre-produzione, 11 A-1 monoposto di serie, e 3 A-10 e A-12 a due posti in tandem addestratori.
I primi dieci Do 335 A-0 furono inviati a maggio per i test. Nel tardo 1944 iniziò la produzione del Do 335 A-1 di serie. Simile all'A-0, montava i più potenti motori DB 603E-1 e due piloni subalari per bombe addizionali, serbatoi ausiliari o mitragliatrici. Era in grado di raggiungere una velocità massima di 765 km/h a 6 500 m con la potenza di combattimento dell'MW 50, o 686 km/h in condizioni normali, e poteva salire a 8 000 m in meno di 15 minuti. Con queste caratteristiche, il Do 335 A-1 superava ogni aereo alleato. Anche col solo motore posteriore e l'elica anteriore a bandiera, fu registrata una velocità di 563 km/h.
Le consegne iniziarono nel gennaio 1945. Quando le Forze Armate Statunitensi conquistarono la fabbrica di Oberpfaffenhofen alla fine di aprile, solo undici caccia monoposto Do 335 A-1 e due Do 335 A-6 convertiti ad addestratori erano stati completati.
Nel suo libro Le Grand Cirque ("La grande giostra"), l'asso francese Pierre Clostermann afferma di essere stato il primo ad ingaggiare un combattimento con uno Pfeil, nell'aprile del 1945. Mentre conduceva una formazione di quattro Hawker Tempest del Terzo Squadrone della Royal Air Force (RAF) sulla Germania del Nord incontrò per caso un Do 335 solitario alla massima velocità e a bassissima quota. Non appena si accorse degli aerei britannici, il pilota tedesco invertì la rotta per tentare la fuga: i Tempest della RAF non riuscirono a raggiungerlo,

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Carro Veloce C.V. 33 - Kit Model Victoria - Scala 1/35

Sicilia nel settembre del 1941

Il CV 33, abbreviazione della dicitura completa Carro Veloce 33, è stato un carro armato leggero italiano sviluppato tra le due guerre mondiali come miglioramento del CV 29, a sua volta una copia fedele del tankette Carden-Loyd Mk VI, acquistato dal Regno Unito. Il carro veloce fu un mezzo leggerissimo impiegato dalle truppe celeri (cavalleria e bersaglieri) e corazzate del Regio Esercito, così come figura nei ruoli di alcune unità della Guardia Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana, che si impadronirono di alcuni carri dopo l'8 settembre 1943.

  

  

  

Gli studi per il nuovo carro veloce incominciarono presso la ditta Ansaldo nel 1930, attraverso la realizzazione di una serie di prototipi, alcuni ancora montati sullo scafo del tankette Mk VI[3], e poi di una preserie: i CV29.
La prima versione definitiva venne realizzata nel 1933, da cui il nome del carro. Già l'anno seguente vennero apportate alcune modifiche all'armamento e ad altre parti dando così vita alla II serie.
Nel 1936 venne messa in produzione una versione migliorata denominata CV35 (in seguito L. 35) che presentava come principale innovazione l'imbullonatura delle lamiere di protezione in precedenza solamente saldate.
Nel 1938 venne prodotta un'ultima versione, detta, non ufficialmente, CV38, poi L38, che presentava alcune modifiche al sistema delle sospensioni e ai cingoli.

  

Complessivamente vennero prodotti più di 2.000 esemplari (comprese le versioni speciali).
Alcuni carri sopravvissero alla Seconda guerra mondiale e furono utilizzati dai reparti della Polizia di Stato nell'immediato dopoguerra.
All'apertura delle ostilità (nel giugno 1940) erano presenti in Africa 339 carri tipo L33 nelle diverse versioni. Inadatti ad affrontare i tank inglesi, e anche le armi anticarro il loro numero si ridusse rapidamente a zero durante la ritirata seguita alla controffensiva inglese dell'inverno 1940/1941. Nel febbraio 1941 giunsero, al seguito della divisione Ariete 117 carri L. 33 (24 nella versione lanciafiamme) che presero parte alla controffensiva delle truppe dell'Asse. Comunque all'inizio del 1942 ne rimanevano pochi esemplari per lo più non efficienti.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Panzer I Ausf.A - Kit Takom - Scala 1/16

Africa settentrionale nel 1941

Il Panzer I, nome abbreviato rispetto all'originale Panzerkampfwagen I, il cui numero d'identificazione dell'esercito era Sd.Kfz. 101, è stato un carro armato leggero della Germania nazista, progettato tra 1931 e 1934 ed entrato in servizio con la Reichswehr, dalla quale lo ereditò lo Heer.
Pensato solamente come carro da addestramento (funzione che ricoprì egregiamente), fu utilizzato invece in combattimento fino al 1942. Facile da produrre, veloce e manovrabile, ma con una corazzatura e un armamento inadatti alla guerra, fu il primo carro armato prodotto in massa dall'industria tedesca. Terminato il servizio in prima linea dopo le pesantissime perdite, fu adibito a compiti di polizia o lotta antipartigiana. Il telaio e lo scafo furono riutilizzati per produrre una varietà di semoventi, mezzi d'assalto e veicoli comando.
La campagna di Polonia del 1939 lo vide schierato in un numero pari a circa 1 445 unità (circa il 50% dei carri disponibili) ripartiti nel seguente modo: 68 alla 1. Panzer-Division e 136 a ciascuna delle 2., 3., 4. e 5. Panzer-Division. Nonostante la sua relativa leggerezza, il Panzer I rimase ugualmente bloccato a volte nel fango come avvenne nella battaglia del fiume Bzura, registrando alla fine delle ostilità 89 perdite complessive, pari circa al 45% delle perdite totali tedesche.

  

  

  

Due dozzine parteciparono alla campagna di Norvegia e 523 alla campagna di Francia[5], mentre la 5. Leichte-Division lo utilizzò, opportunamente modificato con filtri antisabbia, nello scacchiere del Nordafrica.
Nel 1941 cominciarono a essere sostituiti, trovando tuttavia ancora impiego (nel numero di 619 unità) nei primi mesi dell'operazione Barbarossa. Nel maggio 1942 cinque Ausf. F vennero assegnati alla 1ª compagnia del Panzer-Abteilung z.b.V. 66 che doveva entrare in linea nella battaglia di Creta, ma invece fu inviata nel settore di Leningrado dove fu unita alla 12. Panzer-Division con cui rimase fino al luglio 1943. Ancora, nel maggio 1943 altri cinque Ausf. F arrivarono alla 2ª compagnia corazzata di polizia che se li vide tutti distrutti nell'agosto 1944 dall'Armata Rossa. In precedenza, nel marzo 1943, due Ausf. C e otto Ausf. F rinforzarono la 1. Panzer-Division la quale li usò in Unione Sovietica, Jugoslavia e Grecia fino alla fine dell'anno. Per ultimo, 38 Ausf. C figurarono nella riserva del LVIII Panzer-Korps che li perse in Normandia nel 1944.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Panzer E-100 con torretta Krupp - Kit Trumpeter - Scala 1/35

Germania 1946

All'inizio del 1942 Adolf Hitler richiese la fabbricazione di carri armati di notevole stazza e con armi di grande calibro, tali da annullare la superiorità e prolificità dei mezzi corazzati messi in campo dall'Armata Rossa. Fu la genesi del carro armato pesante Panzer VI Tiger I e anche del carro armato superpesante Panzer VIII Maus da oltre 180 tonnellate, ideato dall'ingegnere Ferdinand Porsche. In diretta competizione con Porsche, la Krupp lavorò al progetto parallelo noto come Panzer VII Löwe che, tuttavia, fu sospeso tra la primavera e l'estate. Pertanto, subito dopo (pare già a settembre) l'ufficio di progettazione della ditta avviò i lavori su un altro carro armato nella categoria delle 150-170 tonnellate che attirò l'attenzione dei vertici dell'Esercito tedesco.

  

  

 

Gli ufficiali, infatti, irritati dalle intromissioni politiche e di civili nelle commesse per le forniture militari, sollecitarono discretamente la Krupp perché rivedesse il progetto in corso abbassando il peso a 130 tonnellate – sorta di versione "leggera" del Maus che, con più probabilità, avrebbe superato i collaudi. La riduzione della massa avrebbe permesso inoltre di usare sia il propulsore Maybach-Motorenbau HL 230 P30 già in uso sul Tiger I, sia di impiegare quanti più componenti del Panzer VI per risparmiare tempi e risorse: il 10 novembre 1942 la Krupp ebbe una formale approvazione per il progetto. Momentaneamente si adoperò la designazione ufficiosa di Tiger Maus, motivata dal fatto che fu scelta la torretta del Panzer VIII come ulteriore misura di contenimento costi. Alla fine, comunque, Hitler impose il più complesso Maus e il 15 dicembre 1942 la Krupp ebbe ordine di fermare il progetto.
Nel corso del 1943, tuttavia, lo Heereswaffenamt riesumò i disegni, li copiò e li inserì nel controverso programma Entwicklung Serie: un insieme di sei proposte standard di mezzi corazzati, organizzati per categorie di peso, che condividevano la gran parte dei componenti allo scopo di facilitare produzione, manutenzione e riparazione. Il carro armato ex-Krupp fu ribattezzato "Panzerkampfwagen E-100" e il contratto per la fornitura di un prototipo fu affidato dall'Esercito alla Adler di Francoforte sul Meno. Si trattava di un'azienda con nessuna esperienza nella costruzione di mezzi corazzati pesanti[ ma i vertici dello Heereswaffenamt ritennero impossibile per la Krupp, già oberata da commesse e ordini, far fronte anche alla fabbricazione dell'E-100

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Dodge Monaco - Kit Yodel Model - Scala 1/24

Dodge Monaco della California Hightway Patrol durante il 1980

La Dodge Monaco è un'autovettura di classe alta prodotta dal 1965 dalla Dodge, divisione della Chrysler Corporation. È questa vettura, nel suo modello 1974, la celebre Bluesmobile dei Blues Brothers.
La Monaco originale venne progettata per competere con le altre vetture della sua classe quali la Pontiac Grand Prix.

  

  

  

Introdotta nel 1965 come modello coupé questa vettura era basata sulla Dodge Polara due porte hardtop. La Monaco aveva un profilo del tetto speciale, elementi di lusso e una console centrale posta tra i due sedili anteriori. Nel 1969 il nome Monaco identificava tutti i modelli, di produzione Dodge, dotati di un interno di alto livello, siano stati essi station wagon, berline o hardtop, sostituendo il precedente nome Polara che venne utilizzato per le vetture di livello base. Anche la Chrysler Corporation of Canada Ltd costruì la Monaco e solo in questo paese era disponibile una versione decappottabile della vettura. Le vetture prodotte in Canada inoltre erano dotate, nel 1965 e nel 1966, del cruscotto della Plymouth.
Con la crisi energetica del 1973, la Chrysler applicò il nome Monaco a una vettura di classe media, la Coronet, il cui nome scomparve dopo 20 anni di uso da parte della Dodge. Per un breve periodo la versione di classe alta della Monaco, più grande, venne chiamata Dodge Royal Monaco.
Il nome Monaco scomparve anch'esso nel 1979 per venire rimpiazzato nella Dodge dalla St. Regis. Nel 1989 il nome Monaco venne riutilizzato, per un breve periodo, per la commercializzazione della Renault 25 venduta negli Stati Uniti dalla AMC come Eagle Premier, equipaggiata con un motore PRV e a trazione anteriore. La produzione di questo modello venne interrotto nel 1992 quando fu introdotta la Dodge Intrepid.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

U-Boot UB-10 - Kit Micro Mir - Scala 1/144

Sommergibile della Kaiserliche Marine durante il 1916

L'UB-10 era un sottomarino tedesco di tipo UB I o sottomarino della Marina imperiale tedesca (in tedesco: Kaiserliche Marine) operante durante la prima guerra mondiale.
L'UB-10 fu ordinato nell'ottobre 1914 e fu posato presso il cantiere navale AG Weser di Brema a novembre. UB-10 era lungo poco meno di 28 metri (92 piedi). Portava due siluri per i suoi due tubi lanciasiluri di prua ed era anche armata con una mitragliatrice montata sul ponte. L'UB-10 venne suddiviso in sezioni e spedito via trenoa ad Anversa per poi venire riassemblato. Fu varato nel febbraio 1915 e commissionato come SM UB-10 a marzo. L'U-Boot fu il primo della sua classe ad iniziare le operazioni di guerra, quando entrò in servizio il 27 marzo 1915.

  

  


L'UB-10 è stato il primo battello assegnato alla Flanders Flotilla, l'unità in cui ha trascorso tutta la sua carriera. I suoi primi due comandanti furono Otto Steinbrinck e Reinhold Saltzwedel, rispettivamente quinto e undicesimo tra i comandanti di sottomarini tedeschi con il punteggio più alto della guerra. All'UB-10 gli venne accreditato  l'affondato di 37 navi, circa due terzi delle quali pescherecci britannici. La prima nave affondata, il neutrale piroscafo olandese Katwijk, provocò indignazione nei Paesi Bassi e contribuì a rivoltare l'opinione pubblica olandese contro la Germania.  In un arco di 13 giorni tra luglio e agosto 1915, l'UB-10 affondò 23 navi e da sola rappresentò quasi tutto il tonnellaggio affondato dalla flottiglia delle Fiandre nell'ultimo mese. Fu anche responsabile dell'affondamento del cacciatorpediniere britannico HMS Lassoo nell'agosto 1916. L'UB-10 fece due scontri ravvicinati con sottomarini britannici vicino alla Schouwen Bank al largo di Zeebrugge nel 1916 e nel 1917, ma sopravvisse a entrambi.
Nel 1918, l'UB-10 era stato convertito in un posamine sostituendo i suoi tubi lanciasiluri con quattro scivoli per mine. L'UB-10 fu gravemente danneggiato in un raid aereo britannico nelle Fiandre nel luglio 1918 venendo poi dismesso nel settembre 1918 in condizioni di usura. Non fu ritenuta idonea alla navigazione per la Germania quando le basi nelle Fiandre furono evacuate dai tedeschi nell'ottobre 1918 e fu affondata al largo di Zeebrugge all'inizio di ottobre.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Unterseeboot U-9 - Kit Das Werk - Scala 1/72

Marina Imperiale Tedesca durante il 1915

L'Unterseeboot U-9 era un sottomarino tedesco Type U 9. Era uno dei 329 sottomarini in servizio nella Marina Imperiale Tedesca impiegato in incursioni contro convogli nemici durante la prima guerra mondiale.
La sua costruzione fu ordinata il 15 luglio 1908 presso il cantiere navale imperiale di Danzica. Fu varato il 22 febbraio 1910 e ultimato il 18 aprile 1910.

  

  

Il 16 luglio 1914, l'equipaggio dell'U-9 ricaricò i suoi tubi lanciasiluri mentre era immerso, la prima volta che un sottomarino compiva un'operazione simile. Il 1° agosto 1914, il Kapitänleutnant Otto Weddigen prese il comando del bastimento. Il 22 settembre, mentre pattugliava il Broad Fourteens, una regione del Mare del Nord meridionale, l'U-9 trovò uno squadrone di tre obsoleti incrociatori corazzati britannici di classe Cressy (HMS Aboukir, HMS Hogue e HMS Cressy), assegnato per impedire alle navi di superficie tedesche di entrare nell'estremità orientale del Canale della Manica. Il sommergibile lanciò quattro dei suoi siluri, ricaricando mentre era sommersa, e li ha affondati tutti e tre in meno di un'ora. 1.459 marinai britannici borrono nell'attacco. È stata una delle azioni sottomarine più importanti di tutti i tempi. I membri dell'Ammiragliato che avevano considerato i sottomarini semplici giocattoli non hanno più espresso tale opinione dopo questo evento.
Il 15 ottobre, l'U-9 affondò l'incrociatore protetto HMS Hawke. Il 12 gennaio 1915 Johannes Spieß sostituì Weddigen e comandò l' U-9 fino al 19 aprile 1916. Durante questo periodo affondò 13 navi per un totale di 8.635 tsl: 10 piccoli pescherecci e tre piroscafi britannici (Don, Queen Wilhelmina e Serbino). Dopo l'aprile 1916, il sommergibile fu ritirato dai compiti in prima linea per essere utilizzato per l'addestramento.
L'U-9 e l'incrociatore leggero SMS Emden, furono le uniche unità navali a cui il Kaiser Guglielmo II assegnò la Croce di Ferro.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Krup Räuber S -Kit Takom - Scala 1/35

Germania inizio gennaio del 1945.

 

Il Krupp Raumer S era un prototipo tedesco di veicolo per lo sminamento costruito nel 1944. Con un peso di 130 tonnellate, era un articolato composto da due sezioni. Ogni sezione era alimentata da un motore Maybach HL 90.

  

  

  

  

Ciascuna delle quattro ruote in acciaio aveva un diametro di 2,7 m. Gli assi anteriore e posteriore avevano diametri diversi, per consentire al veicolo di liberare un percorso più ampio.
Il Räumer S è stato catturato a Hillersleben nel 1945. Alcune fonti dichiarano che il veicolo sia stato diviso in due parti e trasferito in un deposito statunitense vicino a Parigi. Dopo questo trasferimento si sono perdute le sue tracce.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Missile V2 - Kit Accurate Armour - Scala 1/72

Germania 1945

Il missile V2 fu il precursore di tutti i missili balistici e fu ampiamente utilizzato dalla Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale, in particolare contro Gran Bretagna e Belgio. La sigla V2 sta per Vergeltungswaffe 2 (arma di rappresaglia 2 in tedesco, un'idea di Joseph Goebbels per fini di propaganda). Il missile era designato dai suoi progettisti come A4 (Aggregat 4).
Il primo missile operativo A-4 volò nel marzo del 1942 e percorse solo una traiettoria di 1,5 km, schiantandosi successivamente in mare. Il secondo lancio ebbe più fortuna, raggiungendo un'altitudine di circa 11 km prima di esplodere. Il terzo lancio, in data 3 ottobre 1942, fu invece coronato da un completo successo: il missile A-4 seguì quasi una traiettoria perfetta e si schiantò a 193 km di distanza dalla piattaforma di lancio, superando gli 80 km di quota. La produzione dell'A-4 partì nel 1943; comunque il suo uso bellico non fu completamente una sorpresa per gli Alleati, in quanto questi erano già a conoscenza dell'arma tedesca. Infatti, successivamente a uno dei molti esperimenti dell'A-4 in Polonia, un missile era stato recuperato da militanti della resistenza polacca e i particolari tecnici erano stati poi trasmessi al servizio segreto britannico. A questo punto, per gli inglesi, fu chiara la nuova minaccia che si stava profilando all'orizzonte e quindi fu lanciata una grossa offensiva contro i complessi di costruzione della A-4. In particolare la base di Peenemünde fu pesantemente bombardata nel luglio del 1943, causando ritardi nella produzione dei missili e la morte di molti tecnici e operai, tra cui vi erano anche alcuni detenuti di un campo di concentramento vicino.
Nel frattempo, sempre nel 1943, le V2 furono adoperate come piattaforme per il telerilevamento.

  

  

Dornberger aveva capito l'importanza di disperdere i complessi di lancio dei missili per mezzo di rampe mobili, ma Hitler fece pressione per la costruzione di immense strutture sotterranee per il lancio. I missili venivano prodotti in più fabbriche e spediti lungo le linee ferroviarie, in modo da permettere dei lanci quasi ininterrotti verso il nemico.
La produzione del missile avveniva in grandi fabbriche sotterranee della Mittelwerk, come la tristemente nota Dora-Mittelbau, al riparo dai bombardamenti alleati. Il costo di produzione di una V-2 era comparabile a quello di un bombardiere e certamente non giustificato dal limitato carico (meno di una tonnellata) di alto esplosivo.
Vi fu anche l'idea di progettare appositi U-Boot in grado di trasportare questi nuovi missili.
L'alto costo dell'ordigno e la paritetica limitata capacità di carico fecero ritenere ai servizi segreti alleati che il successivo passo tedesco sarebbe stato l'impiego quale vettore per un'eventuale bomba a fissione nucleare.
Il 24 ottobre 1946 fu scattata la prima fotografia della terra vista dallo spazio a un'altitudine di 105 chilometri (65 miglia), con una fotocamera 35 mm in grado di scattare una fotografia ogni 1,5 secondi, montata su un missile V-2 durante un volo suborbitale lanciato dagli USA.

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Luca Zampieri "Zampy"

Carro Comando Semovente M42 - Kit autostampato (Scarpa Mauro) - Scala 1/72

Italia 1943

(Kit carro M42 e figurini autostamati da Scarpa Mauro)

L'M15/42 funse da base per la progettazione del "Carro Comando Semovente M42", destinato a servire nei reparti equipaggiati con semoventi. La torretta fu rimossa e l'anello di rotolamento chiuso con una lamiera corazzata spessa 8 mm, nella quale furono ricavati due portelli; sul tetto era montata una Breda Mod. 38 da 8 mm in funzione antiaerea. Le due Breda Mod. 38 in casamatta furono invece sostituite da una singola Breda Mod. 31 da 13,2 mm e nello scafo furono sistemate due radio Magneti Marelli, una RF1 CA e una RF2 CA, e due batterie extra; infine fu installato un telemetro. L'M42 fu prodotto in quarantacinque unità nel 1943.

  

  

 

Un piccolo numero fu catturato dalla Germania, che li immise in servizio con la designazione Panzerbefehlswagen M42 772(i): furono impiegati nel teatro di guerra italiano fino al termine delle ostilità.
Un'ulteriore modello era l'"M15/42 Centro Radio", che non disponeva delle mitragliatrici in casamatta per far posto all'apparecchiatura radio supplementare. Non è noto il quantitativo prodotto.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Salvenmaschinenkanone (SMK) 18 Typ 2 - Kit Das Werk - Scala 1/35

Germania 1945

Si sa molto poco della Salvenmaschinenkanone (SMK) 18 Typ 2, una contraerea a 8 canne da fuoco, che in teoria avrebbero dovuto sparare tutte contemporaneamente creando un immenso volume di fuoco concentrato in un punto molto circoscritto.

  

  

Sarebbe stato gestito da un equipaggio di 3-4 operatori. I comandi del meccanismo di mira erano azionati dal membro dell'equipaggio seduto sul sedile destro.
Il caricatore o i caricatori sarebbero stati sulla piattaforma posteriore, con le maniglie di carico su entrambi i lati del blocco di culatta e accessibili dalla piattaforma posteriore. La più grande sfida era quella di riuscire a far sparare contemporaneamente tutte otto le bocche da fuoco, soprattutto riuscire a sparare in modo sicuro. Molto probabilmente i test riuscirono tanto da giustificarne una produzione per un futuro. Il precipitare degli eventi bloccò ogni sortasi sperimentazione. Tutte le ipotesi si possono fare solo visionando un unico pezzo rimasto in un museo della Germania.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Panzer I "Breda" - Kit Ammo Mig - Scala 1/16

Bandera de Carros de Combate de la Legión delle Forze Franchiste durante il 1938

l Panzer I, nome abbreviato rispetto all'originale Panzerkampfwagen I, il cui numero di identificazione dell'esercito era Sd.Kfz. 101, è stato un carro armato leggero tedesco usato inizialmente dal Reichsheer e in seguito dallo Heer, cioè dall'esercito tedesco.
PzKpfw I Ausf. B, era una variante con motore più potente da 74,57 kW e con ruote addizionali che ne aumentarono la lunghezza. Durante la guerra civile spagnola con questa variante si fecero esperimenti circa l'installazione del cannone italiano Breda 20/65 Mod. 1935 per aumentare la potenza di fuoco, ed effettivamente alcuni esemplari furono convertiti in tal senso
Il Panzer I fu usato per la prima volta in combattimento dai tedeschi nella guerra civile spagnola del 1936 - 1939. I primi 32 carri e un Panzerbefehlswagen I giunsero nell'ottobre 1936 per arrivare ad un totale di 106 (102 tra Ausf. A e Ausf. B e 4 Panzerbefehlswagen I) che servirono nell'88º battaglione corazzato del maggiore Wilhelm Ritter von Thoma. Quest'unità era basata vicino a Toledo e qui i carristi tedeschi addestrarono i loro colleghi nazionalisti (che sfruttarono il carro con il 1º e 2º battaglione carri) all'uso del loro carro armato, che difatti venne usato nella battaglia di Madrid nonostante risultò presto chiara la sua inferiorità rispetto ai T-26 e BT-5 repubblicani.

  

  

  


La guerra in Spagna fu un ottimo banco di prova per la giovane Wehrmacht che ebbe modo di testare e mettere a punto la tattica del Blitzkrieg, anche esaminando macchine da guerra come il Panzer I. Vennero difatti alla luce tutti i difetti e i limiti: corazzatura troppo sottile, armamento inadatto sia a colpire a distanza la fanteria che ad affrontare i carri nemici. Inoltre vennero individuati i limiti costituiti dall'avere solo due uomini di equipaggio, impossibilitati durante i combattimenti a coordinarsi con gli altri carri perché completamente assorbiti dai compiti di pilotaggio e di impiego dell'armamento.
Nonostante le sue lacune tuttavia il Panzer I fu usato anche dai repubblicani, che riarmarono i veicoli catturati con cannoni come l'Hotchkiss da 2,5 cm.

U-Boot U-48 - Kit Flyhawk - Scala 1/700

Kriegsmarine durante il 1940

Il sottomarino tedesco U-48 era un U-Boot di tipo VIIB della Kriegsmarine della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale, il sottomarino di maggior successo costruito. Durante i suoi due anni di servizio attivo, l'U-48 affondò 55 navi per un totale di 321.000 tonnellate; ne danneggiò anche altri due per un totale di 12.000 tonnellate in dodici pattuglie di guerra condotte durante le fasi iniziali della Battaglia dell'Atlantico.
L'U-48 fu costruito al Germaniawerft a Kiel (cantiere numero 583) durante il 1938 e il 1939, fu completato pochi mesi prima dello scoppio della guerra nel settembre 1939 e affidato al comando del Kapitänleutnant (Kptlt.) Herbert Schultze. Quando fu dichiarata la guerra, era già in posizione nel Nord Atlantico e ricevette la notizia via radio, che gli consentì di operare immediatamente contro le navi alleate.

  

  

  

Sette membri dell'equipaggio del sommergibile hanno guadagnato la Croce di Cavaliere della Croce di Ferro durante la loro carriera militare: questi erano i comandanti Herbert Schultze, Hans-Rudolf Rösing e Heinrich Bleichrodt, il primo ufficiale di guardia Reinhard Suhren, il secondo Otto Ites, il capo l'ingegnere Erich Zürn e il timoniere Horst Hofmann.
L'U-48 sopravvisse alla guerra e fu affondato dal suo stesso equipaggio il 3 maggio 1945 al largo di Neustadt per non far cadere il sottomarino in mano alleata.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Flak 40 Zwilling 128 mm - Kit Takom - Scala 1/35

Germania gennaio 1945.

 

La Flak-Zwilling 40 da 12,8 cm era uno sviluppo della Flak 40 da 12,8 cm a canna singola. La seconda bocca da fuoco, raddoppiava la velocità di fuoco fino a 28 colpi al minuto. Il peso raddoppiato non ha avuto un ruolo, poiché la batteria veniva utilizzata solo in posizione fissa in un supporto a terra, principalmente sulle torri protette da antischeggie.

  

  

Pochissime dei costosissime postazioni antiproiettile sono state prodotte dalla Hanomag di Hannover e Oberschlesische Gerätebau GmbH a Laurahütte. La produzione più alta fu raggiunta nel gennaio 1945 con 33 pezzi costruiti.

Il Flak-Zwilling 40 da 12,8 cm è stato in grado di sparare proiettili da 26 kg ad una altezza massima di 14.800 metri. La vita di una singola bocca da fuoco era di circa 1000-2000 colpi.

  

  

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Zampieri Luca "Zampy"

M2/M3 Bradley e carro M113 - Kit Dragon - Scala 1/144

(palazzo e figurini autocostruiti con stampante 3D)

Checkpoint in Iraq nel 1992

La guerra del Golfo (2 agosto 1990 – 28 febbraio 1991), detta anche prima guerra del Golfo in relazione alla cosiddetta seconda guerra del Golfo, è il conflitto che oppose l'Iraq ad una coalizione composta da 35 stati formatasi sotto l'egida dell'ONU e guidata dagli Stati Uniti, che si proponeva di restaurare la sovranità del piccolo emirato del Kuwait, dopo che questo era stato invaso e annesso dall'Iraq. Fu anche un evento mediatico che segnò uno spartiacque nella storia dei media: fu infatti definita la prima guerra del villaggio globale
Il 29 novembre 1990, il Consiglio di Sicurezza, approvava la risoluzione ONU numero 678, la quale fissava l'ultimatum per la mezzanotte del 15 gennaio 1991 Eastern Standard Time (altrimenti ore 08:00 antimeridiane del 16 gennaio 1991, ora locale dovuta a una differenza di 8 ore tra il fuso orario di Washington e quello di Baghdad) per il ritiro delle truppe irachene ed erano autorizzati "tutti i mezzi necessari per sostenere e implementare la risoluzione 660", una formula diplomatica che consisteva nell'approvazione dell'uso della forza.

  

  

  

Gli Stati Uniti assemblarono una coalizione di forze contro l'Iraq. Essa era costituita da 34 nazioni, tra cui: Arabia Saudita, Argentina, Australia, Bahrain, Bangladesh, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Danimarca, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Grecia, Honduras, Italia, Kuwait, Marocco, Nuova Zelanda, Niger, Norvegia, Paesi Bassi, Oman, Portogallo, Qatar, Regno Unito, Senegal, Spagna, Sudafrica, Corea del Sud e gli stessi Stati Uniti d'America
Alcune nazioni furono restie nell'unirsi alla coalizione; alcune convinte che la guerra riguardava una questione interna del medio oriente ed altre preoccupate dall'aumento dell'influenza statunitense in Kuwait. Infine comunque molte nazioni si convinsero delle intenzioni belligeranti dell'Iraq verso gli altri stati arabi e offrirono aiuti economici.
L'Italia ha partecipato al conflitto schierando nel golfo Persico sin dall'inizio dell'invasione del Kuwait una forza navale nell'Operazione Golfo 2 e ha partecipato ai bombardamenti con otto cacciabombardieri Tornado IDS. Il generale Mario Arpino è stato capo dell'unità di coordinamento aereo nel corso delle operazioni belliche in Arabia Saudita dall'ottobre 1990 al marzo 1991. Al termine delle ostilità alcuni cacciamine della marina militare italiana hanno continuato ad operare nella zona per bonificare le acque da mine navali.

  

  

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Zampieri Luca "Zampy"

Mercedes-Benz Classe 200 - Kit Diopark - Scala 1/35

Mercedes nel 1980

La linea della berlina, la prima ad essere presentata nel '76, era a tre volumi definiti con linee tese (come di moda negli anni settanta). Il frontale era caratterizzato da gruppi ottici a sviluppo orizzontale che la rendevano simile alla contemporanea serie W116. Tali gruppi ottici erano caratterizzati su quasi tutta la gamma (ad eccezione delle 280 e 280E) dai fari circolari sdoppiati racchiusi sotto una carenatura di vetro. Il motivo dei fari circolari sdoppiati sarebbe tornato vent'anni dopo, anche se profondamente rivisto, sulla Classe E W210.

  

  

Anche il disegno dei fari posteriori, sempre a sviluppo orizzontale e con le tipiche "scanalature" longitudinali, è ispirato all'ammiraglia W116. Nella vista laterale la linea di cintura è piuttosto alta rispetto agli standard dell'epoca e trova un suo naturale prolungamento nel baule posteriore.
Dal punto di vista della sicurezza c'erano anche la struttura dell'abitacolo rinforzata, le portiere anti intrusione e la pedaliera con snodo di sicurezza. Una particolare soluzione fu quella adottata per il comando del freno di stazionamento, che non era a mano bensì a pedale. Tale soluzione sarebbe stata utilizzata anche sui modelli Mercedes-Benz successivi.
L'impostazione meccanica era classica: motore anteriore longitudinale, trazione posteriore, avantreno McPherson, retrotreno a bracci oscillanti, sterzo a circolazione di sfere, freni a disco sulle quattro ruote e cambio manuale a 4 rapporti o, a richiesta, cambio manuale a 5 rapporti (riduzione del numero di giri motore di circa il 15%) o automatico a 3 rapporti. Molto ampia la scelta di motori a benzina o diesel a 4, 5 o 6 cilindri in linea con cilindrate comprese tra i 2 ed i 3 litri.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Messerswchmitt Bf.109G-10 - Kit Revell - Scala 1/72

Gruppe II./JG 7 della Luftwaffe verso al fine del 1944 di base nel nord della Germania.

 
Il Jagdgeschwader 7 (JG 7 - 7º Stormo Caccia), soprannominato Nowotny in memoria di Walter Nowotny, fu un reparto aereo della Luftwaffe, l'aeronautica militare tedesca, attivo dal 1944 al 1945. L'unico velivolo impiegato fu il caccia a getto Messerschmitt Me 262, affiancatyo da alcuni Messerschmitt Bf.109G-10 e G-14. Fu il primo reparto ad usare caccia a reazione in battaglia.
 
   
 
   
 
Il JG 7 fu costituito il 25 agosto 1944 a Königsberg sotto il comando dell'Oberst Johannes Steinhoff. Inizialmente avrebbe dovuto essere equipaggiato con Focke-Wulf Fw 190, ma tali velivoli non erano disponibili. Così, in ottobre, si decise di ri-equipaggiare il reparto con Messerschmitt Bf 109 G-14, ma anche di questi non c'era disponibilità. Allora, fu deciso che il reparto avrebbe adottato il nuovo caccia a getto Me 262.[1] Così, il Kommando Nowotny, il reparto che fino a quel momento operava coi Me 262, fu trasformato nel III./JG 7. Sotto il comando del Major Erich Hohagen, il III./JG 7 fu l'unico Gruppe del JG 7 che era in condizione di affrontare gli Alleati. 
 
   
   
   
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Ferdinand 150100 - Kit Cyber-Hobby - Scala 1/35

Germania aprile 1945

Appena consegnati ai reparti nella primavera del 1943, i Ferdinand vennero sottoposti a lunghe prove, mentre gli equipaggi seguivano un addestramento intensivo. Dopo alcune modifiche ai mezzi, tutti i Ferdinand (tranne uno rimasto in Germania) furono trasferiti in treno sul fronte orientale, nella massima riservatezza. Gli 89 cacciacarri costituivano infatti una delle armi segrete di Zitadelle, l’ operazione tedesca che doveva eliminare il saliente sovietico di Kursk e riportare all’ offensiva le armate germaniche. Proprio per attendere la presenza di nuovi mezzi come i Ferdinand e i carri Panther, l’ operazione fu più volte rimandata; il 5 luglio 1943 Zitadelle prese finalmente il via e i Ferdinand dello schwere Panzerjager-Regiment 656 furono utilizzati come arieti per sfondare le linee fortificate sovietiche, ottenendo alcuni successi locali a prezzo però di perdite dovute soprattutto a guasti meccanici e mine.

  

  

Entro il 1° agosto risultarono perduti 39 Ferdinand, contro la distruzione dichiarata di oltre 600 mezzi corazzati, pezzi di artiglieria e bunker avversari. Gli esemplari rimasti immobilizzati vennero autodistrutti dagli equipaggi, per impedire la cattura da parte del nemico; nessun mezzo fu distrutto dai carri o dai cannoni anticarro nemici, ma molti subirono gravi danni dai normali proiettili esplosivi d’ artiglieria, poiché le grate superiori di aerazione dei motori non erano abbastanza robuste per fermare le schegge più grosse. A fine agosto i restanti 50 Ferdinand furono concentrati nello schwere Panzerjager-Abreilung 653 e continuarono a operare sul fronte orientale sino a novembre, distruggendo altri 500 carri nemici, contro la perdita di soli otto semoventi. In dicembre i mezzi superstiti partirono per l’ Austria, dove furono ricostruiti come Elefant. In febbraio la l° compagnia del battaglione fu inviata in Italia; le altre due compagnie nell’ aprile 1944 si trasferirono sul fronte ucraino, ottenendo altri successi contro l’ Armata Rossa. In ottobre i quattordici esemplari rimasti formarono la schwere Panzerjiiger-Kompanie 614, che continuò a combattere senza sosta i sovietici sino alla battaglia finale in Germania nell’ aprile 1945.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

McDonnell Douglas AV-8B Harrier II - Kit - Scala 1/144

1° Gruppo Aereo "Lupi" della Marina Militare Italiana durante il 2003

McDonnell Douglas AV-8B Harrier II è una famiglia di aerei monomotori a getto da attacco al suolo appartenenti alla seconda generazione di aerei a decollo corto e atterraggio verticale o STOVL, sviluppati e prodotti dalla Boeing/BAE Systems a partire dagli anni novanta sulla base del progetto di generazione precedente messo a punto dalla British Aerospace negli anni ottanta.

  

  

 

Nel febbraio del 1995, la componente STOVL imbarcata sulla portaerei Garibaldi ebbe il suo primo impegno operativo reale: la partecipazione all'operazione "United Shield" in Somalia. Tre AV-8B Plus compirono numerose missioni di ricognizione e supporto allo sbarco anfibio dei Marines Americani e del Reggimento San Marco. Il 28 giugno 1996 il Gruppo Aerei Imbarcati ricevette la bandiera di guerra donatale dall'Associazione nazionale marinai d'Italia di Andria. Da marzo a giugno del 1997 il gruppo partecipava all'operazione Alba Neo (Albania Non Combat Evacuation Operation) con velivoli armati che giornalmente decollavano su scramble dalla base aerea di Grottaglie. Da aprile a giugno 1999, i Lupi della componente STOVL imbarcata sulla portaeromobili Garibaldi impiegavano per la prima volta gli armamenti in dotazione partecipando all'intervento NATO in Kosovo nel corso dell'operazione multinazionale Allied Force. Da novembre 2001 a marzo 2002 il Gruppo partecipava all'operazione multinazionale Enduring Freedom decollando dalla Garibaldi dislocata nell'oceano Indiano. I Wolves effettuavano un totale di 800 ore di volo in missioni di combattimento. Da agosto a ottobre 2006, il Gruppo partecipava all'operazione Leonte in Libano, effettuando missioni di ricognizione sul traffico mercantile da e per le coste libanesi.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Messerschmitt Bf.110C-3 - Kit Airfix - Scala 1/72

235^ Squadriglia del 60° Gruppo CN della Regia Aeronautica

 
Il Messerschmitt Bf 110,  fu il primo Zerstörer ("distruttore"), caccia bimotore multiruolo ad ala bassa prodotto dall'azienda tedesca Messerschmitt AG. Nel corso della seconda Guerra Mondiale, l velivolo fu impiegato quasi esclusivamente nella Luftwaffe, tranne alcune eccezioni. Tra queste la Regia Aeronautica, che per la difesa di miano aveva richiesto almeno 24 Bf.109F, ma alla fine riceverà una manciata di Bf.110C e un Bf.110G.
La versione Bf.110C fu la vera e propria prima serie di queto velivolo, con numerose sottoversioni. Inizialmente dotato dei validi motori DB 601A da 1050 CV, che realizzarono un vero salto di qualità rispetto alle precedenti versioni. Montò in seguito gli ancora più potenti DB 601N da 1200 CV, nel tentativo di esaltare le prestazioni per il combattimento contro i caccia avversari. La difesa di coda era affidata ad una MG 15 da 7,92 mm (750 colpi). Adozione di due nuovi serbatoi alari interni, con aumento di 500 litri, che elevarono il raggio di azione standard a 1100 km. La velocità massima, in configurazione Zerstörer semplice e senza armamenti aggiuntivi, poteva raggiungere i 540 km/h.
 
  
 
  
 
Le sottoversioni del Bf.110C furono:
Bf 110 C-0 - preserie, 10 esemplari.
Bf 110 C-1 - Zerstörer diurno, prima versione da guerra, armata con quattro MG 17 da 7,92 mm e due cannoni MG FF da 20 mm. Caccia puro, senza attacchi per le bombe "ETC".
Bf 110 C-1/U1 - versione per il traino di alianti alcuni esemplari originali ed altri originariamente C-1, poi modificati dopo il ritiro dalla prima linea.
Bf 110 C-2 - primavera 1940, Zerstörer diurno, come C-1, migliorato impianto radio (FuG 10).
Bf 110 C-3 - come C-2, Zerstörer diurno, miglioramenti aerodinamici.
Bf 110 C-3/U4 - estate 1942, caccia notturno. Si trattava di alcuni esemplari C-3 già appartenenti alla Nachtjagd, modificati con radar FuG 202 "Lichtenstein".
Bf 110 C-4 - estate 1940, come C-3, Zerstörer diurno, migliorata armatura per il mitragliere di coda. Da questa versione in poi, i cannoni MG FF da 20 mm sarebbero stati sostituiti come standard con i più potenti MG FF/M, sempre da 20 mm, ma che sparavano munizioni con migliore testata esplosiva.
 
  
 
Bf 110 C-4/B - Zerstörer diurno; due attacchi per bombe ventrali ETC SC 500 da 500 kg; motori DB 601N da 1200 CV.
Bf 110 C-5 - fotoricognitore basato sul C-4 con macchina fotografica Rb 50/30; motori DB 601N; armamento frontale ridotto a quattro MG 17 da 7,92 mm.
Bf 110 C-5/N - Zerstörer diurno come C-5, ma motori DB 601N.
Bf 110 C-6 - luglio 1940, Zerstörer diurno come C-4/B; motori DB 601N; un MG 101 Anticarro da 30 mm, in luogo degli MG FF da 20 mm.
Bf 110 C-7 - Zerstörer diurno; due attacchi bombe ventrali ETC SC 500 da 500 kg; motori DB 601N.
La velocità massima dei modelli con motori DB 601N da 1200 CV, in configurazione Zerstörer semplice e senza armamenti aggiuntivi, poteva raggiungere i 560 km/h.
 
  
 
  
 
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 Luca Zampieri "Zampy"

North American T-6 Texan - Kit Mark model 1 - Scala 1/144

Aviazione Militare Italiana anni '50

 
Il North American T-6 Texan era un monomotore da addestramento avanzato ad ala bassa prodotto dall'azienda statunitense North American Aviation dagli anni trenta del XX secolo.
Utilizzato durante la seconda guerra mondiale dai piloti dell'United States Army Air Corps/Army Air Forces, della United States Navy, della RAF e di tutte le forze aeree del Commonwealth britannico fu uno degli aerei di maggior successo della sua categoria, prodotto per molti anni in migliaia di esemplari. Venne impiegato come addestratore e, nel dopoguerra, anche come macchina da controllo aereo e attacco leggero.
 
  
 
  
 
  
 
Conosciuto con varie designazioni applicate dalle forze aeree che lo adottarono, come Sk 14 in Svezia, K1OW in Giappone, C6 in Spagna e NAA 57 in Germania ebbe anche uno sviluppo nell'australiano CAC Wirraway.
L'Italia ha operato con il North American T-6 Texan dal 1949 al 1979 con un totale di 238 velivoli.
 
  
 
  
 
  
 
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Zampieri Luca "Zampy"

10.5 cm leFH18/40 - Kit AFV Club - Scala 1/35

Africa 1942

 
Il cannone leFH 18/40 da 10,5 cm (leichte Feldhaubitze - obice da campo leggero) era un obice leggero tedesco usato nella seconda guerra mondiale.
Il leFH 18/40 da 10,5 cm integrava il leFH 18 da 10,5 cm e il leFH 18M da 10,5 cm come obice da campo standard divisionale, usato durante la seconda guerra mondiale.
 
  
 
  
 
È stato progettato nel tentativo di alleggerire il peso del pezzo di artiglieria da 105 mm e renderlo più facile da produrre. Generalmente non equipaggiò battaglioni di artiglieria indipendenti fino a dopo la Battaglia di Stalingrado nel 1943. Alcuni furono anche esportati in Finlandia, dove erano conosciuti come 105 H 33-40. L'esercito rumeno acquistò un certo numero di leFH 18/40 nel 1943, per compensare le perdite di artiglieria subite durante la battaglia di Stalingrado.
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Flugzeugabwehrkanone 28 (Flak 28 4 cm) - Kit AFV Club - Scala 1/35

Germania 1942

Il Flugzeugabwehrkanone 28 era un cannone antiaereo tedesco derivante dal famoso Bofors 40 costruito su licenza in Germania.

  

  

  

Il Bofors da 40 mm è un cannone prodotto dalla Bofors nonché una delle armi antiaeree più diffuse durante il XX secolo, ancora oggi in servizio presso varie forze armate.
La sua progettazione iniziò nel 1928 su specifica della Marina Svedese che intendeva avere un sostituto al cannone Vickers da 40/39mm anche in relazione agli sviluppi dell'arma aerea.

Ebbe una tale diffusione da essere impiegato da tutti gli eserciti del mondo anche dopo la fine della II^ G.M., venendo impiegato ancora in guerra in molte occasioni come la Guerra delle Falkland nel 1982.

  

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

LTV A-7D Corsair II - Kit Fujimi - Scala 1/72

74th Tactical Fighter Squadron del 23rd TFS dell'USAF - England AFB 1976

Un anno dopo la fine della II^ G.M., il 74th Fighter Squadron venne disattivato, per essere poi ricostituito qualche mese dopo nell'ottobre del 1946 con i Republic P-47 Thunderbolt. Verrà nuovamente disattivato nel 1949, per essere ricostituito e disattivato ancora nei mesi seguenti.

  

  

Ricostituito il 18 maggio del 1972 come 23th Tactical Fighter Squadron, fu riattivato il 1° luglio dello stesso anno, ricevendo in dotazione gli LTV A-7D Corsair II, con base operativa a England AFB in Louisiana (codici di coda EL), operando con questo velivolo fino al 1981, anno in cui il reparto transita sui nuovi Fairchild A-10A Thunderbolt II.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Lockheed/Aeritalia F-104G Starfighter - Kit Revell - Scala 1/144

Strarfighter vs Ferrari 21 novembre 1981

Il 21 novembre 1981 si svolse sulla pista di Istrana una singolare sfida (ma non fu la prima), tra una macchina ed un aereo. Nel duello si confrontarono le migliori Formula 1 del momento con alcuni F-104S. Il più veloce fu Gilles Villeneuve su Ferrari.

In ricordo dell'episodio, il 17 settembre 1989, l'Aeronautica Militare Italiana decise di donare alla scuderia di Maranello l'F-104 MM 6546.

  

  

L'esemplare è stato interamente dipinto in rosso e riporta i numeri 4-27, dove il quattro indica il 4° RMV (Reparto Manutenzione Velivoli) di Grosseto, mentre il 27 era il numero utilizzato in gara da Gilles.

L'aereo è oggi esposto all'interno dell'autodromo di Fiorano, di proprietà della Ferrari.

 

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Submarine Type IIB - Kit Revell - Scala 1/144

Kriegsmarine nel 1940

 
 
Soprannominati Einbaum (piroga) dai loro equipaggi, gli U-Boot tipo II furono la prima classe di sottomarini costruiti per la Kriegsmarine dopo la prima guerra mondiale. Mentre il vecchio prototipo I (che sarebbe alla fine evoluto nell'U-Boat da grandi distanze IX) era stato progettato come un sottomarino da flotta, il tipo II era progettato come natante costiero a corto raggio, soprattutto per uso difensivo. Il battello prototipo entrò in servizio con la Merivoimat, la marina finlandese, e prese il nome di Vesikko, venendo impiegato contro le forze navali sovietiche del Baltico durante le Operazioni navali nella guerra d'inverno.
 
  
 
  
 
  
 
A causa del loro limitato raggio d'azione e dell'armamento relativamente debole (tre tubi lanciasiluri e una mitragliatrice), dopo il 1940 gli U-Boat di tipo II vennero utilizzati soprattutto per l'addestramento.
Comunque 6 modelli II-B vennero smontati e trasportati via chiatta, strada e ferrovia al porto di Constanţa, sul Mar Nero, da dove agirono contro la marina sovietica.
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Autobianchi A 112 Abarth - Kit Fujimi - Scala 1/12

A 112 Abarth anni '80

 
L'Autobianchi A112 Abarth è una utilitaria sportiva prodotta dalla Autobianchi, in collaborazione con Abarth, in sette serie successive, dal 1971 al 1985.
Con il successo dell'Autobianchi A112 il gruppo Fiat aveva assestato un duro colpo alla supremazia della Innocenti Mini nel ricco segmento di mercato delle piccole automobili di lusso destinate ai giovani ed all'utenza femminile. In particolare quest'ultima aveva apprezzato il nuovo modello Autobianchi per la facilità di guida, l'eleganza delle finiture e la versatilità d'uso, anche determinata dal portellone posteriore.
 
  
 
  
 
Dopo aver verificato l'impossibilità di proporre un nuovo modello in tempi brevi, la Innocenti corse immediatamente ai ripari presentando il modello "Mini Cooper MK3", che si rivolgeva ad una clientela prettamente maschile, disposta a sopportare un rilevante aumento di spesa pur di sfoggiare una prestigiosa immagine sportiva.
Da 1971 al 1984 vennero costruiti circa 121.600 esemplari delle versioni "Abarth", ovvero quasi il 10% dell'intera produzione "A112" : una percentuale davvero imponente per la versione sportiva di un'utilitaria di grande serie che testimonia la fama di buona affidabilità tecnica, conquistata dalla vettura.
La più rara e ricercata dai collezionisti è la 1ª serie, prodotta in 4.641 esemplari. La 2ª serie e la 3ª serie, che completatno la tipologia "tetto tondo", vantano numeri assai più importanti, essendo state prodotte rispettivamente in 13.759 e circa 29.000 unità.
Con la 4ª serie, prodotta in circa 26.000 unità, inizia la tipologia "tetto quadro", confermando il perdurante successo commerciale con la 5ª serie che risulta essere la più consistete per aver totalizzato circa 33.00 esemplari.
Le ultime due serie, la 6ª e la 7ª, sono caratterizzate da un forte contrazione delle vendite e vengono rispettivamente prodotte in circa 10.000 e 5.200 unità.
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Leopard 2 A7 - Kit Meng -Scala 1/35

Unità della Bundeswehr della Germania nel 2018

 
Il Leopard 2 è il carro armato da combattimento principale della Bundeswehr della Germania. Immesso in servizio a partire dal 1979, è considerato uno dei migliori mezzi corazzati del mondo. Il Leopard 2 è stato continuamente aggiornato per mantenerlo al passo con gli sviluppi tecnologici e operativi ed è stato esportato in molti paesi del mondo.
È nato da un programma congiunto tra lo stato tedesco e gli Stati Uniti d'America, ma in seguito a forti polemiche scoppiate tra i due paesi entrambi decisero di sviluppare autonomamente i propri carri. Il Leopard 2 è il miglioramento del Leopard 1, rispetto al quale ha maggiore potenza di fuoco, velocità e corazzatura. È prodotto dall'azienda tedesca Krauss-Maffei Wegmann, e dal 2003 è prodotto su licenza dalla compagnia spagnola Santa Bárbara Sistemas. Sviluppato durante gli anni '70 per rimpiazzare il Leopard 1, ne sono stati prodotti all'incirca 3480.
Ha una corazza composita, migliorata di serie in serie, un pezzo da 120 mm Rheinmetall ad anima liscia da 44 calibri (55 nella versione A6) dotato di un sistema elettro-idraulico con una riserva di 42 munizioni e motore da 1500 hp turbodiesel: tutte caratteristiche divenute standard di riferimento.
 
  
 
  
 
  
 
Dal 1979 il mezzo è stato più volte ammodernato, anche perché lo sviluppo del successore Leopard 3 è stato cancellato. Il carro è molto evoluto tecnologicamente, in quanto possiede un sistema di controllo di tiro EMES 15 con visore termico, per colpire obiettivi mimetizzati e sul lato destro del cannone è situato il sensore di allineamento, inoltre il miglioramento a questo e ad altri apparecchi ha aumentato le possibilità offensive dei Leopard 2, ad esempio il telemetro laser è stato modificato per accogliere non solo la seconda (come un tempo) ma anche la prima eco del laser conferendogli la capacità di abbattere anche elicotteri in volo a bassa quota.
Questo mezzo è considerato uno tra i migliori carri armati odierni data la sua grande velocità su ogni terreno, il potente ed avanzato cannone (dotato della considerevole velocità iniziale di 1750 m\s) e gli ottimi sistemi di puntamento dello stesso. Sono attualmente in corso nuove modifiche del Leopard 2 assimilabili nel progetto tedesco di rinnovamento. L'alta qualità del carro è testimoniata dall'elevato volume di vendite in tutto il globo, riguardanti la maggior parte delle versioni (A1, A2, A3, ma soprattutto A4, A5 e A6, e anche il nuovo modello A7) e agevolate dall'enorme surplus di carri tedeschi dopo la scomparsa della minaccia costituita dai carri sovietici alla fine della Guerra Fredda, che provocò una notevole diminuzione dei prezzi. Anche l'Italia pensò di acquistare 300 Leopard 2 dalla Germania, ma il progetto non venne concluso per dare la precedenza allo sviluppo del carro da combattimento nazionale C1 Ariete.
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Boulton Paul Defiant Mk.I - Kit Airfix - Scala 1/72

Defiant Mk.I DZ-Z (Serial N3328) del 151° Squadron RAF di base a Wittering (Cambridgeshire) in Gran Bretagna nel febbraio del 1941.

Il Defiant Mk.I N3328 fu preso in carico per la prima volta dal n. 10 M.U. il 13 novembre del 1940. Il 12 dicembre dello stesso anno fu assegnato 151° Squadron come veicolo da caccia notturno, dove rimase in carico fino all'agosto 1941. Dopo essere stato restituito al Reid and Sigrist, presumibilmente per delle modifica; in data 8 aprile 1942, fu  assegnato No.1 Air Armament School di Manby e quindi assegnato assegnato al No.10 Air Gunners School di Walney Island vicino a Barrow.

  

  

  

Il 24 ottobre 1942 il velivolo andrà perduto ai comandi del Flight Sergeant John Leslie Goulter appena giunto alla No.10 AGS. Quel giorno il pilota decollava ale ore 10:40 dalla base per trasferire l'aereo con un volo con direttiva Doncaster, Selby e Harrogate. il pilota prese una rotta più diretta e giunto nei pressi Barnoldswick, incontro un forte temporale che fece perdere visibilità a terra al pilota, andando ad impattare contro una collina, causando la distruzione del velivolo e la morte del pilota.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Eurofighter Typhoon - Kit Revell - Scala 1/144

100° Anniversario costituzione del IX Gruppo Caccia dell'Aviazione Militare Italiana

 
A partire dal novembre 2003 si diede il via alla cessione degli ASA-M al 20º Gruppo che continuò il servizio di sorveglianza aerea, questo per permettere a parte del gruppo di dedicarsi alla conversione sui nuovi Eurofighter Typhoon e consentire al personale di effettuare i corsi di qualificazione sia per i piloti che per gli specialisti. Buona parte del 2004 fu dedicata a questo e con l'arrivo sulla base dei nuovi aeroplani l'addestramento venne intensificato, grazie anche all'opera dei simulatori disponibili presso la ditta. La data da ricordare è quella del 16 marzo 2004, quando si consegnò al 4º Stormo il primo velivolo biposto del nuovo sistema d'arma.
Nel 2005 l'assetto del Gruppo venne modificato e ridimensionato come deciso dalle superiori autorità: il personale specialista confluì nel neo-costituito 904° GEA (Gruppo efficienza aeromobili) che raccolse tutti gli ufficiali tecnici e gli specialisti dei gruppi e del 4° RMV (Reparto Manutenzione Velivoli) posto in posizione "quadro" il 14 giugno 2007). Nell'aprile dello stesso anno giunse sulla base il primo monoposto dell'Eurofighter Typhoon dando il via ad una ulteriore fase del programma nazionale.
 
  
 
  
 
  
 
Con l'incremento dei monoposto l'addestramento verté alla prontezza operativa in modo tale da permettere al gruppo di essere nuovamente pronto al combattimento ed essere preparato nuovamente al servizio di sorveglianza dello spazio aereo nazionale, difatti il 16 dicembre del 2005 venne raggiunto l'importantissimo traguardo di riprendere il servizio d'allarme, primo in assoluto in confronto agli altri paesi europei che adottarono l'aereo. Da allora il Nono partecipa a vari eventi nazionali ed internazionali ed importanti esercitazioni, come Jupiter 2006, l'ombrello aereo protettivo realizzato in occasione dei XX Giochi olimpici invernali disputati a Torino.
Il 12 marzo 2007 ebbe luogo la prima intercettazione reale di un velivolo non identificato da parte di una coppia di velivoli EF-2000 del IX Gruppo, un Airbus diretto verso il continente africano sprovvisto delle necessarie autorizzazioni al sorvolo dello spazio aereo italiano: intercettato sui cieli della Sicilia, venne scortato fuori lo spazio aereo nazionale. Il mese di settembre 2008 vide la partecipazione di una parte del Gruppo alla Anatolian Eagle 2008 tenutasi in Turchia. Altri eventi di risonanza mondiale sono la partecipazione al sistema difensivo e sorveglianza aerea effettuato in occasione del G8 dell'Aquila ai primi di luglio 2009 e l'intervento militare in Libia del 2011.
  
 
  
 
  
 
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Zampieri Luca "Zampy"

U-Boot Type IIB - Kit Revell - Scala 1/144

Kriegsmarine 1940

 
 
Soprannominati Einbaum (piroga) dai loro equipaggi, gli U-Boot tipo II furono la prima classe di sottomarini costruiti per la Kriegsmarine dopo la prima guerra mondiale. Mentre il vecchio prototipo I (che sarebbe alla fine evoluto nell'U-Boat da grandi distanze IX) era stato progettato come un sottomarino da flotta, il tipo II era progettato come natante costiero a corto raggio, soprattutto per uso difensivo. Il battello prototipo entrò in servizio con la Merivoimat, la marina finlandese, e prese il nome di Vesikko, venendo impiegato contro le forze navali sovietiche del Baltico durante le Operazioni navali nella guerra d'inverno.
 
  
 
  
 
  
 
A causa del loro limitato raggio d'azione e dell'armamento relativamente debole (tre tubi lanciasiluri e una mitragliatrice), dopo il 1940 gli U-Boat di tipo II vennero utilizzati soprattutto per l'addestramento.
Comunque 6 modelli II-B vennero smontati e trasportati via chiatta, strada e ferrovia al porto di Constanţa, sul Mar Nero, da dove agirono contro la marina sovietica.
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Kawasaki Ninja ZX-12R - Kit Tamiya - Scala 1/12

La Kawasaki Ninja ZX-12R è una moto della serie di motociclette Ninja della casa costruttrice giapponese Kawasaki prodotta dal 2000 al 2006. In quegli anni la ZX-12R da 178 CV (133 kW), è stata la moto più potente prodotta fino al 2006 della serie ZX-14.

  

  

La sua velocità massima di 187 miglia orarie l'ha resa la moto più veloce dal 2000 al 2006.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Mikoyan Gurevich MiG-15 "Fagot" - Kit Airfix - Scala 1/72

Voenno-vozdušnye sily - Russia anni '50

Il MiG-15 rappresentò una tappa fondamentale nell'evoluzione dei velivoli da caccia sovietici, facendo segnare un sensibile passo in avanti rispetto al resto della produzione dell'epoca. Con questo aereo la V-VS fu dotata di una macchina di livello qualitativo paragonabile a quello statunitense, capace di prestazioni migliori rispetto alla maggior parte dei caccia utilizzati dalle forze aeree delle nazioni appartenenti al blocco occidentale fatta eccezione per il North American F-86 Sabre, unico rivale a possedere prestazioni paragonabili.

  

  

Il MiG-15 fu il frutto del progressivo ma rapido sviluppo dell'industria aeronautica sovietica nel dopoguerra, capace di avvalersi degli studi e delle ricerche realizzate dagli scienziati tedeschi e di sfruttare le buone relazioni diplomatiche ancora esistenti con il governo britannico al fine di colmare il ritardo tecnologico accumulato durante gli anni di guerra contro la Germania, quando le industrie aeronautiche avevano dovuto lavorare secondo altre priorità, prevalentemente legate ad esigenze di produzione in massa.

Ne risultò un aviogetto caratterizzato dalla semplicità costruttiva e dalla razionalità nella manutenzione, costruito in oltre 13 000 esemplari dalle industrie nazionali, ai quali vanno aggiunti quelli realizzati in Cecoslovacchia, Cina e Polonia, che furono impiegati nei reparti di tutte le forze aeree dei paesi aderenti al Patto di Varsavia e di alcune altre nazioni nell'orbita sovietica.

  

  

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Zampieri Luca "Zampy"

Supercat Coyote - Kit Airfix - Scala 1/48

British Army

Il Jackal o MWMIK o meglio Mobility Weapon-Mounted è una famiglia di veicoli progettati e sviluppati dalla Supacat Ltd nella sua fabbrica di Honiton, nel Devon (Regno Unito) per essere utilizzati dalla British Army e dalla Royal Air Force Regiment. La Supercat, nel settembre del 2015 è stata rinominata SC Group, mantenendo comunque il marchio Supercat.

  

  

  

Il ruolo primario del Supercat nella British Army, è la ricognizione in profondità, assalto veloce e supporto di fuoco sul campo di battaglia, nonché per la scorta dei convogli.

Il Coyote Tactical Support Vehicles è un veicolo basato sul telaio del Supercat HMT600 6x6 prodotto in circa 70 esemplari come unità media e trattore da artiglieria con diverse varianti di armamento, svolgendo il ruolo principale di veicolo tattico leggero

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Grumman F4F Wildcat - Kit Sweet Models - Scala 1/144

Naval Air Test Center di base sulla NAS Patuxent River (MD) nel 1943

 
Il Grumman F4F Wildcat era un monomotore da caccia imbarcato ad ala media sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Grumman Aircraft Engineering Corporation nei tardi anni trenta.
Prodotto tra la fine del decennio ai primi anni quaranta, fu il successore, nonché discendente, dell'F3F, l'ultimo biplano da caccia dell'U.S. Navy e dell'intera aeronautica degli Stati Uniti d'America. Avrebbe dovuto essere a sua volta un biplano, ma fu modificato sacrificando parte della maneggevolezza per ottenere quella velocità che un biplano non poteva garantire e di cui un intercettore aveva bisogno. Fu il principale caccia imbarcato sulle portaerei della United States Navy durante il 1941 e il 1942, ovvero nei primi due anni di partecipazione alla seconda guerra mondiale.
Alcune versioni potenziate, tra cui l'FM Wildcat costruito dalla General Motors, rimasero operative fino al termine del conflitto soprattutto per missioni di scorta, quando non erano disponibili apparecchi più grandi ed avanzati.
Il caccia entrò in servizio alla metà del 1940 e fu ordinato in 100 esemplari dalla Francia; poiché questa nazione cadde di lì a pochi mesi per mano della Germania nazista, i caccia furono consegnati alla Gran Bretagna che li rese operativi nella Fleet Air Arm della Royal Navy col nome di Martlet. I Martlet non ottennero un consenso incondizionato perché non erano dotati di ali ripiegabili (che apparvero solo nei modelli successivi), mancanza che creava problemi di movimentazione sui piccoli ponti delle portaerei inglesi.
Il 25 dicembre 1940 la prima vittoria fu ottenuta con l'abbattimento di uno Junkers Ju 88 tedesco a largo della base navale di Scapa Flow. I primi combattimenti sul fronte occidentale e relativi ad aerei in partenza da una portaerei, avvennero nell'estate del 1941: in una missione di protezione a un convoglio che ebbe un considerevole successo, i Martlet decollarono dall'Audacity (una delle prime portaerei di scorta inglesi) e abbatterono parecchi bombardieri Focke-Wulf Fw 200 Condor.
Uno squadrone basato a terra operò nel Mediterraneo inizialmente senza ottenere grandi successi. Successivamente, durante le grandi battaglie aeronavali del 1942, gli F4F operarono anche delle portaerei, combattendo accanitamente nelle battaglie di giugno e agosto e partecipndo all'operazione Torch, che comportò l'invasione del Marocco ed Algeria all'epoca ancora sotto l'amministrazione del governo di Vichy. Qui ebbero luogo una serie di battaglie aeree che videro gli F4F combattere anche contro i connazionali Curtiss Hawk H-75, riportando 15 vittorie contro 7 perdite.
 
  
 
  
 
Fu però nel Pacifico che la macchina ebbe il suo maggiore e più impegnativo impiego; gli statunitensi usarono l'F4F sia a terra (le squadriglie dei Marines) sia sulle grandi portaerei: il Wildcat fu la spina dorsale della difesa aerea americana sia nella Battaglia del Mar dei Coralli sia nelle Midway e giocò un ruolo importante nell'offensiva a Guadalcanal. In seguito, fu imbarcato e impiegato intensamente sulle piccole portaerei di scorta grazie alle sue dimensioni più contenute rispetto agli altri caccia navali statunitensi.
Con l'arrivo dello F6F Hellcat, lo F4F iniziò a essere gradualmente ritirato dai reparti di prima linea, ma continuò il suo impiego sulle portaerei di scorta.
Gli equipaggi dell'F4F dichiararono un totale di 905 abbattimenti contro 178 perdite, a tutto il 1943. L'ultimo di quasi 7900 aerei venne consegnato nel 1945.
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Mortaio Karl-Gerät "Eva" - Kit Dragon - Scala 1/144

Varsavia 1944

 
I Karl-Gerät erano una serie di mortai da assedio semoventi in forza all'esercito tedesco, concepiti durante la seconda metà degli anni trenta per sfondare la linea difensiva francese Maginot. Entrati in servizio quando la Francia era già stata conquistata, furono impiegati in poche occasioni e alla fine della guerra furono per lo più distrutti dagli stessi tedeschi.
 
  
 
  
 
  
 
Il progetto iniziale venne sottoposto all'Alto Comando tedesco nel 1936, in quanto un obice di grandi dimensioni era considerato utile per sfondare la linea Maginot che proteggeva quasi per intero il confine francese. La realizzazione di queste artiglierie da 60 cm fu posta sotto la direzione del generale Karl Beker, da cui poi presero il nome. La successiva capitolazione della Francia in tempi più brevi del previsto fece slittare in secondo piano la realizzazione dei primi pezzi, i quali furono consegnati tra il novembre 1940 e l'agosto 1941.
I semoventi furono integrati con i loro mezzi appoggio nell'833º battaglione di artiglieria pesante. Le loro dimensioni e le difficoltà di spostamento che comportavano resero necessario il loro utilizzo in poche operazioni belliche, come l'assedio di Sebastopoli avvenuto tra il tardo 1941 e l'estate 1942 oppure nel corso della rivolta di Varsavia del 1944.
  
 
  
 
  
 
Durante l'operazione Barbarossa, i Karl-Gerät furono utilizzati per bombardare la fortezza di Brėst, ma durante le operazioni di sparo ebbero diversi problemi tecnici che li misero fuori combattimento. I semoventi entrarono in azione per l'ultima volta durante la battaglia nei pressi di Remagen: successivamente, diversi mezzi furono catturati dall'esercito statunitense e dall'Armata Rossa.
 
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Luca Zampieri "Zampy"

 

Lockheed TF-104G Starfighter - Kit Revell - Scala 1/144

4° Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana - inizio anni '80

Il Lockheed F-104 Starfighter è un aereo monomotore ad alte prestazioni e supersonico, sviluppato originariamente per la United States Air Force (USAF) come caccia intercettore. Fu uno degli aerei della Century Series e fu in servizio con l'USAF dal 1958 fino al 1969, proseguendo la carriera operativa nella Air National Guard fino a quando non fu radiato negli Stati Uniti nel 1975. La National Aeronautics and Space Administration (NASA) ebbe in dotazione fino al 1994 una piccola flotta mista di varie versioni di F-104, utilizzati per prove nei regimi supersonici di volo e a supporto dei programmi spaziali.

L'F-104C venne impiegato dall'USAF durante la guerra del Vietnam, mentre gli F-104A vennero schierati dal Pakistan nel corso delle guerre indo-pakistane. Alcuni Starfighter dell'aviazione militare della Repubblica di Cina (Taiwan) si scontrarono nel 1967 con aerei della Repubblica Popolare Cinese sui cieli dell'isola contesa di Quemoy. La versione finale dell'F-104 fu l'F-104S, caccia intercettore ogni-tempo, progettato dalla Fiat aviazione, divenuta poi Aeritalia, per l'Aeronautica Militare italiana e dotata di missili aria-aria a guida radar AIM-7 Sparrow. Una versione di F-104 ad ala alta ampiamente riprogettata e denominata CL-1200 Lancer (o Lockheed X-27), non andò oltre lo stadio di realizzazione del mock-up.

  

  

Da una serie di modifiche rispetto al progetto originale, nacque il modello F-104G, che vinse il concorso NATO per un nuovo cacciabombardiere. Vennero anche prodotte diverse versioni biposto da addestramento, la più numerosa delle quali è stata la TF-104G. Nel complesso vennero realizzati 2578 Starfighter, per lo più da aziende aeronautiche di paesi membri della NATO. L'F-104 andò in dotazione alle forze aeree di oltre una dozzina di nazioni, concludendo il servizio operativo con la radiazione da parte dell'Aeronautica Militare italiana nel maggio 2004, circa 46 anni dopo la sua introduzione nel 1958 da parte dell'USAF.

Lo Starfighter arrivò all'attenzione del pubblico a causa dell'alto numero di incidenti e in particolare a causa delle perdite subite dalla aviazione militare tedesca. L'emergere dello scandalo Lockheed relativo a gravi casi di corruzione in occasione della stesura dei contratti di acquisto di velivoli prodotti dalla azienda statunitense, causò notevoli controversie politiche in Europa e in Giappone.

Versione da addestramento, il TF-104G fu prodotto in 220 aerei da addestramento con capacità di combattimento derivati dall'F-104G. La versione non aveva il cannone e il pilone centrale e inoltre aveva una ridotta capacità interna di combustibile. Un aereo venne utilizzato dalla Lockheed come dimostratore con il numero di registrazione civile L104L e venne pilotato da Jackie Cochran per battere tutti i record mondiali di velocità femminili nel 1964. Questo aereo venne poi ceduto all'Olanda. Un paio di biposto TF-104G e un monoposto F-104G vennero assegnati all'unità sperimentale statunitense di Dryden nel giugno del 1975.

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

PaK 97/38 - Kit Dragon - Scala 1/35

7.5 cm Panzerabwehrkanone 97/38 in Russia nel 1943

 
 
Il PaK 97/38 (7.5 cm Panzerabwehrkanone 97/38) è stato un cannone anticarro tedesco impiegato dalla Wehrmacht durante la seconda guerra mondiale; era derivato dal famoso cannone campale francese da 75 mm. Fu fornito anche al Regio Esercito, ridenominato Cannone da 75/39 e impiegato sul fronte orientale.
 
  
 
  
Durante l'invasione della Polonia e quella della Francia, la Wehrmacht si impadronì di migliaia di cannoni 75 mm Mle. 1897 della Schneider. Queste armi furono adottate dai tedeschi come 7,5 cm FK 97 (p) e 7,5 cm FK 231 (f) e utilizzate nel loro ruolo originario artiglieria da campagna.
Durante l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel 1941, le unità della Wehrmacht si scontrarono con i nuovi carri armati sovietici, come T-34 ed il KV; con la loro spessa corazza inclinata, questi carri risultarono invulnerabili ai cannoncini anticarro 3,7 cm PaK 36 tedeschi; questa situazione portò alla richiesta di armi controcarro più potenti, efficaci alle normali distanze di combattimento e la risposta a questo requisito fu il 7,5 cm PaK 40, entrato in produzione nel 1941. 
 
  
 
  
 
Nel 1942, furono consegnati 2854 pezzi, seguiti da altri 858 nel 1943. 
Nonostante l'efficacia modesta ed il rinculo violento, il pezzo fu ampiamente utilizzato fino alla fine della guerra, come dimostra il numero delle munizioni utilizzate: 37800 proietti HEAT nel 1942 e 371600 nel 1943. Il 1 ° marzo 1945 risultavano in servizio nella Wehrmacht 145 tra Pak 97/38 e FK 231 (f), dei quali 14 in unità di prima linea.
Il cannone fu utilizzato anche dall'esercito finlandese durante la Guerra di continuazione. I finlandesi avevano acquisito gli Schneider da 75 direttamente dalla Francia nel 1940 ma, rimasti delusi dalle sue prestazioni, nel 1943 si accordarono con la Germania per aggiornare 46 pezzi allo standard Pak 97/38. Alcuni di questi pezzi rimasero in servizio addirittura fino al 1986.
Una decina di cannoni furono forniti nel 1942 all'alleata Romania, mentre 43 pezzi furono schierati dall'esercito ungherese.
Nel 1942, delle nove divisioni dell'Armata Italiana in Russia, tutte ricevettero una batteria armata con il pezzo tedesco, ribattezzato 75/39, tranne la 156ª Divisione fanteria "Vicenza", un'unità d'occupazione di seconda linea.
 
  
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Luca Zampieri "Zampy"

3 cm Flack 38/103 Jaboschreck - Kit Dragon - Scala 1/35

Anzio (Italia), inizio del 1944

  

  

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

 

 

Let L-13 Blanik - Kit Mark models - Scala 1/144

Centro Volo a Vela dell'Aeronautica Militare Italiana 1980

Il LET L 13 Blaník è un aliante ad ala alta progettato da Karel Dlouhý, prodotto dall'azienda cecoslovacca, poi ceca Let Kunovice dagli anni cinquanta. Il primo L-13 venne portato in volo per la prima volta nell'anno 1956.

 

Diverse aeronautiche militari hanno impiegato alcuni di questi alianti per il volo a vela, come Argentina, Brasile, Cile, Spagna, Stati Uniti e anche la nostra Aeronautica Militare Italiana, dove il Centro Volo a Vela, impiegò due di questi alianti durante gli dal 1977 fino la fine degli anni '80/inizio anni '90.

 
  
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Eurofighter Typhoon - Kiy PIT - Scala 1/144

4° Stormo "Amedeo D'Aosta" basato a Grosseto

 
 
È uno degli aerei in dotazione all'Aeronautica Militare, che ne ha dichiarato la «capacità operativa iniziale» e lo ha immesso in servizio d'allarme il 16 dicembre 2005. Il primo reparto ad averlo in dotazione è stato il 4º Stormo Amedeo D'Aosta con base a Grosseto; l'arrivo del primo esemplare fu il 16 marzo 2004. Il Typhoon ha sostituito gli ultimi F-104S come caccia per superiorità aerea, nonché i Tornado (nella versione ADV) ed i caccia F16.
 
  
 
  
 
  
 
Gli esemplari acquistati sono 96, (82 monoposto + 14 biposto). Un F-2000A (MM7278/RS-23) appartenente al Reparto Sperimentale di Volo, si è schiantato in mare il 24 settembre 2017 a largo di Terracina durante un'esibizione, morto il pilota. Ne sono attualmente in servizio 73 come caccia intercettore e 12 in configurazione d'addestramento. Sono in dotazione al 4º Stormo di Grosseto, al 36º Stormo di Gioia del Colle (Bari) ed al 37º Stormo di Trapani Birgi.
 
  
 
  
 
  
 
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Zampieri Luca "Zampy"

Fouga CM-170 Magister - Kit Special Hobby - Scala 1/72

Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Lubnaniyya

Il Fouga CM-170 Magister era un addestratore a getto prodotto dagli anni cinquanta dall'azienda francese Établissements Fouga et Cie e, dal 1970, dalla Aérospatiale.

Benché spesso citato come il primo addestratore biposto a getto, deve in realtà il primato al Fokker S.14 Machtrainer che effettuò il primo volo, venne messo in produzione e consegnato ai reparti un anno prima.

  

  

Nel dicembre 1950 l'Armée de l'air commissionò 3 prototipi, il primo dei quali venne portato in volo per la prima volta il 23 luglio 1952, i quali furono valutati positivamente. Nel giugno 1953 venne quindi emesso un primo ordine di 10 esemplari di preserie al quale seguì un successivo ordine, emesso il 13 gennaio 1954, per la fornitura dei primi 95 esemplari di serie. Per sopperire alle richieste si ritenne necessario costruire un nuovo stabilimento a Tolosa-Blagnac dedicato solamente alla linea di produzione del Magister.

  

A causa delle successive acquisizioni ed accorpamenti aziendali il velivolo acquisì una serie di diverse designazioni, dall'originale "CM-170 Fouga Magister" alle successive "Potez (Fouga) CM-170 Magister", "Sud (Fouga) CM-170 Magister" ed "Aérospatiale (Fouga) CM-170 Magister" in base allo stabilimento di costruzione.

Dal Magister venne successivamente sviluppato il CM-175 Zéphir, una versione imbarcata appositamente attrezzata e destinata all'addestramento dei piloti dell'Aviation navale all'appontaggio ed in generale alle condizioni operative tipiche delle portaerei.

La produzione francese del Magister venne interrotta nel 1962 rimanendo comunque in produzione presso la finlandese Valmet fino al 1967.

Il Libano, preso la sua Aeronautica (Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Lubnaniyya), impiegò 8 Magister ex Luftwaffe.

  

  

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Zampieri Luca "Zampy"

North American P-51D Mustang - Kit Academy - Scala 1/144

51° Stormo - Base Aerea di Sant'Angelo di Treviso nel 1951

 
Nel dopoguerra, il 51º Stormo, equipaggiato con Spitfire Mk.IX e gli statunitensi ex USAAF North American P-51 Mustang e Republic P-47 Thunderbolt, si trasferì sull'aeroporto di Treviso-Sant'Angelo. 
Il 1º febbraio 1953 il 51º Stormo divenne 51ª Aerobrigata iniziando a operare sull'aeroporto di Istrana, in provincia di Treviso.  Negli anni successivi la linea di volo dell'Aerobrigata vide avvicendarsi i Republic F-84G Thunderjet, i Republic F-84F Thunderstreak, i North American F-86K Sabre e, per un breve periodo, anche i Fiat G.91R.
 
  
 
  
 
Nel settembre 1963 fu la volta dei Lockheed F-104G Starfighter. Nel settembre 1967 l'Aerobrigata tornò ad essere 51º Stormo. Nel giugno 1969 il 22º Gruppo del 51º Stormo fu il primo reparto dell'A.M. equipaggiato con l'F-104S.
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Fiat 639N CM52 - Kit Tommasoner Art Model - Scala 1/87

Esercito Italiano - 1960

 
Malgrado la grave crisi finanziaria e morale che seguì la fine della guerra, la Fiat aveva conservato attivi i suoi uffici studi ed aveva messo a punto un piano di rilancio con nuovi modelli di automobili, autocarri, trattori agricoli, macchine di lavori pubblici, treni, aerei ed autobus. Più che mai lo slogan "terra mare cielo" si confermava.
 
  
 
  
 
  
 
A partire dal 1949 nascono i nuovi modelli medi e pesanti con cabina avanzata (detta unificata):
i medi Fiat 639N e 640N dotati del motore Fiat 364 - 6 cilindri di 6032 cm³ e 72  CV a 2200 g/mn;
i pesanti Fiat 670N e 680N, dotati del motore Fiat 368 - 6 cilindri di 10.170 cm³ a 1800 g/mn.
Il nuovo piccolo Fiat 615N conserva invece la cabina semi-arretrata.
 
  
 
  
 
Il Fiat 639N fu impiegatio anche dall'Esercito Italiano, chiamato 639N CM 52 e in base alle regole NATO doveva essere un camion 4x4, il quale poi fu prodotto dal 1952 al 1955.
 
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Luca Zampieri "Zampy" & Franco Favaro

Rheintochter - Kit Bronco - Scala 1/35

Germania 1944/45

Il Rheintochter era un missile terra-aria radiocontrollato sviluppato dalla Rheinmetall-Borsig per l'esercito tedesco (Heer) durante la seconda guerra mondiale. Il suo nome è tratto dalle Rheintöchter, personaggi mitologici del ciclo operistico di Wagner L'anello del Nibelungo.
 
Il missile era un razzo multistadio di difesa aerea a propellente solido, alto 6,3 m con un diametro di 54 cm e con un carico massimo di 150 kg di esplosivo ad alto potenziale. Furono realizzati tre modelli diversi di missili chiamati R1, R2 ed R3.

Missile R1

La variante R1 è quella iniziale ed era alimentata da un razzo a due stadi a combustibile solido.
 
 
  
 
  
 
  
 
  
 

Missile R2 

Il missile R2, non ha fornito alcun miglioramento rispetto al R1, ed è stato abbandonato nel dicembre 1944.
 
 
  
 
  
 
  
 
  
 

Missile R3

Ultimo missile sviluppato di questa famiglia era il modello R3, che aveva un motore a combustibile liquido con booster per combustibili solidi ("strap-ons"). Sono stati prodotti solo sei missili di prova.
 
 
  
 
  
 
  
 
  
 
  
 
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Luca Zampieri "Zampy"

Piaggio P.108 - Kit Flying Machines - Scala 1/72

274^ Squadriglia BGR della Regia Aeronautica nel 1942

Il Piaggio P.108 fu un bombardiere strategico quadrimotore monoplano ad ala bassa sviluppato dall'azienda aeronautica Italiana S.A. Piaggio & C. nei tardi anni trenta.
Entrato in servizio nel 1941 ed utilizzato dalla Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, fu l'unico quadrimotore pesante utilizzato come bombardiere dalle potenze dell'Asse nel corso del conflitto, inoltre fu uno dei pochi velivoli militari italiani che si poteva paragonare ai migliori tra gli equivalenti prodotti dagli Alleati.

  

Il prototipo effettuò il primo volo il 24 novembre 1939. Dimostrò di fornire ottime prestazioni in una serie di prove e richiese poche modifiche di rifinitura, ma ci fu bisogno di tempo prima che i piloti prendessero confidenza con il comportamento in volo. Il P.108 venne consegnato a un solo reparto operativo, la 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), inquadrata all'interno del 46º Stormo con sede a Pisa, dove arrivò nel 1941. Vi furono però alcuni incidenti, in uno dei quali perse la vita il figlio del capo del governo Benito Mussolini. Il 7 agosto 1941 Bruno Mussolini, comandante della squadriglia, stava pilotando uno dei prototipi del bombardiere allora segreto, quando, secondo la versione ufficiale, i motori persero potenza in fase di atterraggio, l'aereo scese di quota urtando contro una casa. La sezione della cabina di pilotaggio si staccò dal resto del velivolo e, pur non incendiandosi, rimase completamente distrutta nell'impatto. Con Mussolini, deceduto sul colpo per le ferite riportate, morirono anche altri due aviatori.

  

  

Il primo ed unico reparto a cui furono assegnati bombardieri P.108 fu la 274ª Squadriglia Bombardamento a Grande Raggio (BGR), che, al momento dell'assegnazione dei velivoli, era operativa solo da pochi mesi (1º giugno 1941).
Nonostante i numerosi incidenti e la non facile ambientazione del personale di volo, il 9 giugno 1942 due P.108B trovarono il loro primo impiego operativo in missione di ricerca e bombardamento navale nella zona delle Isole Baleari. Nello stesso anno vennero effettuate varie missioni di bombardamento principalmente sulle installazioni inglesi di Gibilterra, facendo decollare gli apparecchi dal campo di volo di Decimomannu, in Sardegna.
Negli ultimi mesi del 1942 e nei primi del 1943, in seguito all'Operazione Torch ed allo sbarco alleato in Nord Africa, il P.108 fu impiegato principalmente sull'Algeria. Dopo l'armistizio, i pochi esemplari rimasti di P.108B furono requisiti dalla Luftwaffe e non vennero utilizzati operativamente, contrariamente a quanto avvenne per la versione "T" dello stesso velivolo.

  

  

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Luca Zampieri "Zampy"

Grumman/General Motors FM-2 Wildcat - kit Sweet Model - scala 1/144

VC-36 dell'U.S. Navy, Atlantico 1944

Questa unità, Composite Squadron 36, venne formato il 1° marzo del 1943, sulle orme del VGS-36 (quest'ultimo formato alcuni giorni prima, il 21 febbraio 1943).

  

  

Imbarcato a bordo della portaerei di scorta USS Core, nel 1944 era equipaggiato con velivoli Grumman FM-2 Wildcat, una versione costruita dalla General Motors con motore Wight R-1820 da 1.350 CV, 4 mitragliatrici M2 e la possibilità di trasportare 227 kg di bombe da 250 libbre.

In questo periodo era operante nel settore dell'oceano Atlantico in supporto e difesa dei convogli diretti in Inghilterra e Russia. Assieme ai bombardieri in picchiata, cotribuì all'affondamento di 6 U-Boot.

  

  

il reparto fu poi disattivato nel luglio del 1945.

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Luca Zampieri "Zampy"

Sukhoi Su-22 "Fitter J" - Kit Academy - scala 1/144

Magyar Légierő

Il Sukhoi Su-22 altro non è che il velivolo da esportazione del Sukhoi Su-17 "Fitter".

  

  

Il Sukhoi Su-17, (in russo Сухого Су-17, nome in codice NATO da "Fitter B" a "Fitter K" a seconda delle varianti/versioni) era un cacciabombardiere monomotore a getto ad ala a geometria variabile progettato dall'OKB 51 diretto da Pavel Osipovič Suchoj e sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta.
Impiegato negli anni successivi principalmente dalla Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare dell'Unione Sovietica, e da molte forze aeree delle nazioni del Patto di Varsavia (come in questo caso dall'Ungheria p meglio la Magyal Légiero) e filosovietiche era il modello derivato dal precedente Su-7 con la trasformazione dell'ala da freccia semplice ad una dotata di semiali esterne ad angolazione variabile, che hanno considerevolmente migliorato le prestazioni a bassa velocità ed il carico utile trasportabile.

  

  

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Zampieri "Zampy" Luca

M3A2 Bradley - Kit Dragon - Scala 1/144

Iraq 2002

 
Il Bradley AFV venne progettato essenzialmente per contrastare il BMP-1 sovietico ed essere utilizzato sia come trasporto truppe (APC) che caccia-carri (tank-hunter). In particolare, fu disegnato per supportare il nuovo carro M1 Abrams, dal momento che il vecchio trasporto truppe M113 non era abbastanza veloce. Il risultato è un veicolo con ottime caratteristiche nel fuoristrada. Il materiale principale della costruzione è l'alluminio. La scelta di questo materiale ha causato delle critiche. Infatti, la corazza di alluminio tende a vaporizzarsi se colpita da proiettili HEAT. Ulteriore motivo di critiche è stata la grande riserva di munizioni portata a bordo. Nonostante questi due fattori sembrino rendere poco sicuro il Bradley, l'utilizzo sul campo non ha creato grossi problemi. Comunque si deve notare che, per ora, non è mai stato utilizzato in condizione di forte contrasto da mezzi corazzati.
L'armamento principale dell'M2 è il cannone da 25 mm, che può sparare fino a 200 colpi al minuto ed ha una portata utile di 2500 m. I due lanciamissili TOW gemellati sono in grado di distruggere un carro armato fino a 3750 m. Il Bradley monta anche una mitragliatrice coassiale M240C da 7,62 mm, fissata a destra del cannone principale da 25 mm e utilizzata dal capocarro.
Il modello base è stato ampiamente modificato. Il suo telaio è la base per l'M270 Multiple Launch Rocket System, un posto di comando mobile e un veicolo anti-aereo (M6 "Linebacker"). Il sistema di sospensioni è inoltre stato usato su versioni avanzate di un Amphibious Assault Vehicle dei Marines.
 
  
 
  
 
M2A2/M3A2
Presentata nel 1988, la versione A2 montava un motore migliorato dal 600 cavalli (447 kW) con trasmissione automatica e una corazza migliorata, con la possibilità di montare una corazza reattiva. Il sistema di stoccaggio delle munizioni è stato riorganizzato e sono state aggiunte delle protezioni anti-schegge. Il modello M2A2 è abilitato ad essere trasportato da un Boeing C-17 Globemaster III, Qualsiasi M2A2 può essere modificato in M2A2 ODS o M2A3 standard.
 
  
 
  
 
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Zampieri "Zampy" Luca

DGG 177 Classe "Atago" - Kit Hasegawa - Scala 1/450

Marina Giapponese - Giappone 2008

 
La classe Atago è una classe navale giapponese costituita da 2 cacciatorpediniere, derivate dalla precedente classe Kongō, che hanno una funzione di difesa aerea della flotta, grazie alla presenza di un sistema AEGIS con il radar SPY-1D e lanciamissili Mk 41 con 90 armi (61 a prua +29 a poppa). Esse sono un leggero ingrandimento della classe americana classe Arleigh Burke, e hanno come principale differenza i cannoni OTO Melara da 127mm. Compatto a prua. Furono prodotte due unità la DDG 177 Atago e la DGG 178 Ashigara ,le quali divennero  operative rispettivamente nel 2007 e 2008.
 
  
 
  
 
  
 
Il ruolo delle due navi come quello della precedente classe Kongo è quello di protezione delle flottiglie di navi giapponesi, ma le prestazioni del sistema AEGIS e dei missili SM-3 fornisce anche la capacità di difesa dai missili balistici di teatro, che teoricamente la Corea del Nord o la Cina potrebbero minacciare di lanciare
 
  
 
  
 
  
 
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Zampieri "Zampy" Luca

Cannone 10.5 cm Kanone  sK.18 - Kit Trumpeter - Scala 1/35

La 10 cm schwere Kanone 18 (10 cm sK 18) era un cannone campale tedesco della seconda guerra mondiale, di calibro 105 mm.
 
 
Il calibro standard dell'esercito tedesco per l'artiglieria campale era il 105mm dal tempo della ricostituzione negli anni '30. Esso venne giudicato migliore di una nuova artiglieria in 75mm, valutata troppo leggera per le esigenze del supporto a livello divisionale.
Il cannone sK 18 e la sua versione migliorata sK 18/40 era un progetto che partì dalla necessità di riequipaggiare i reparti d'artiglieria con un cannone da 105mm, non divisionale, ma di corpo d'armata. Quindi l'artiglieria doveva essere dotata di eccellenti prestazioni in termini di gittata, ottenibili solo con una struttura pesante e complessa. I tedeschi cercarono quindi di riequipaggiare con tali armi le unità d'artiglieria di alto livello, stabilendo, in uno dei primi concorsi postbellici, quali fossero i requisiti da soddisfare. Fin dal 1926 sia la Krupp che la Rheinmetall avevano prodotto progetti campione e presentarono i prototipi nel 1930.
 
  
 
  
 
L'esercito tedesco scelse salomonicamente la bocca da fuoco Rehinmetall, ma su affusto Krupp, e i primi cannoni vennero distribuiti nel 1934. Dopotutto, all'epoca anche gli italiani avevano cannoni da 105mm (Schneider) per l'artiglieria di corpo d'armata. Ma si trattò di un sostanziale errore: il calibro 105mm non giustificava il costo e il peso di questo cannone a lungo raggio. Il successivo piano di meccanizzazione giunse quando oramai il cannone era divenuto di bassa priorità. Infatti, ci si rese conto che con lo stesso peso gli obici da 149mm erano molto più efficaci.
Si decise quindi almeno di aumentare la gittata, con una canna da 60 calibri anziché 52, ma pochissime armi di questo tipo vennero prodotte, esse si chiamarono K 18/40.
 
  
 
  
 
  
 
Nell'insieme si trattò di uno sterile esercizio di balistica applicata. Il suo impiego venne via via limitato alla sola difesa costiera, dove la mancanza di mobilità non era un problema, come anche il lavoro degli artiglieri non appariva eccessivo.
Il cannone di per sé era lungo, sottile, elegante, con congegno di recupero sopra la canna, ruote in acciaio gommate e con fori di alleggerimento. Era alto oltre 2 metri, e questo non era un problema da poco in ambito tattico.
 
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Zampieri "Zampy" Luca

Macchi MC.200AS Saetta - Kit Sweet Model - Scala 1/144

85^ Squadriglia del 18^ Gruppo CT della RA - Africa settentrionale estate 1942

L'85^ Squadriglia Caccia, era una delle tre Squadriglie che componevano il 18° Gruppo CT della Regia Aeronautica ; le altre due erano la 83^ e 95^ Squadriglia.

  

  

il reparto precedentemente operò con i Fiat CR.42, partecipando alle campagne di Francia, poi in Belgio con il C.A.I. rientrando in Italia tra la fine del 1940 e l'inizio del 1941. Dopo un primo turno in Africa settentrionale con i Fiat CR.42 Falco, il Gruppo rientrava in Italia per il passaggio sui Macchi MC.200 Saetta.

Con questi aerei passava per un breve periodo in Grecia (dicembre 1914-maggio 1942), per poi rientrare in Italia, riequipaggiarsi con gli stesso MC.200 Saetta ma nella versione Assalto, con l'aggiunta di travetti alari per portare delle bombe di piccolo calibro sotto le ali. Fu trasferito quindi in Africa Settentrionale, giungendo a Tripoli il 18 luglio 1942. In questo settore rimarrà fino al marzo del 1943, essendo uno degli ultimi reparti italiani a lasciare l'Africa. Qui, in questo settore, il reparto dall'ottobre del 1942 iniziò a passare gradualmente sui Macchi MC.202 Folgore, ma pur mantenendo nelle sue file diversi MC.200 Saetta provenienti ai vari reparti che lasciavano l'Africa.

  

  

  

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Zampieri "Zampy" Luca

Messerschmitt Me.262 - Kit Trumpeter - Scala 1/144

Germania - Aprile 1945

Il Messerschmitt Me 262 era un aereo militare multiruolo a reazione, bimotore turbogetto e monoplano ad ala bassa e a freccia, sviluppato dall'azienda aeronautica tedesca Messerschmitt AG negli anni quaranta. Impiegato dalla Luftwaffe, l'aeronautica militare dell'allora Germania nazista durante le fasi finali della seconda guerra mondiale, detiene il primato di essere stato il primo caccia della storia con motore a getto ad entrare in servizio operativo e il primo caccia bireattore.
Le versioni principali erano da caccia, soprannominata "Schwalbe", in tedesco rondine, bombardiere soprannominata "Sturmvogel", uccello delle tempeste e da addestramento biposto.

  

  

È considerato l'aereo più avanzato utilizzato dai tedeschi, precursore anche dei jet da combattimento realizzati nell'Unione Sovietica nell'immediato dopoguerra.
Confrontato con i caccia in dotazione agli alleati in quel periodo, compreso il Gloster Meteor che sarebbe entrato in servizio di lì a poco, il jet tedesco si rivelava più veloce e più potentemente armato. Ma numerosi problemi di messa a punto ne ritardarono l'entrata in servizio e i problemi tecnici di cui soffriva permisero di renderne operativo un numero di esemplari troppo limitato per poter influenzare le sorti della guerra aerea in Europa.
Tuttavia, a differenza degli aerei a reazione degli alleati, che furono usati limitatamente in servizio operativo e senza scontrarsi con i velivoli nemici, i Me 262 abbatterono oltre 100 aerei, tra bombardieri e caccia.

  

  

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Zampieri Luca

Panavia Tornado ECR - Kit Dragon - Scala 1/144

155° Gruppo ETS del 50° Stormo dell'A.M.I. verso il 2002

Nel gennaio del 1985, il reparto viene trasferito a Ghedi in forza al 6° Stormo, dove inizia a transitare sul Panavia Tornado. Il 23 luglio 1990 il 155º Gruppo viene riassegnato al 50º Stormo alla base di Piacenza-San Damiano.

Dal settembre 1990 il 155º Gruppo ha preso parte all'Operazione Locusta, operando dalla Base di Al Dhafra, negli Emirati Arabi Uniti, nell'ambito di una forza multinazionale, per l'applicazione delle risoluzione dell'ONU in seguito all'invasione irachena del Kuwait. Dal 17 gennaio al 27 febbraio 1991 velivoli e personale del 155º Gruppo sono impiegati nell'operazione "Desert Storm" per la liberazione del Kuwait effettuando nei 42 giorni di guerra 91 sortite contro obiettivi militari in Kuwait ed in Iraq e in una di queste, nella notte tra il 17 e il 18, un Tornado con un equipaggio del 155º Gruppo venne abbattuto e il Maggiore Gianmarco Bellini e il Capitano Maurizio Cocciolone, rispettivamente pilota e navigatore dall'aereo abbattuto, vennero fatti prigionieri e rilasciati al termine della guerra.
A partire dal 1992 si comincia a parlare di guerra elettronica e nel corso del 1993 iniziano ad arrivare i primi Tornado SEAD (SEAD- Suppression Enemy Air Defence), cioè dei Tornado IDS (Interdictor/Strike) ottimizzati per essere armati di missili antiradar HARM.
Tra il 1993 e il 1995 i velivoli del reparto partecipano all'operazione Sharp Guard e il 24 febbraio 1995 la designazione del 155º Gruppo passa da CBOC (Caccia Bombardieri Ognitempo Convenzionali) a ETS.
 
  
  
 
Negli anni a seguire lo Stormo è stato impiegato in varie operazioni nella ex Jugoslavia, partecipando tra il 1996 e il 1999 a Joint Guard, Joint Forge, Decisive Endeavour e Allied Force, dopo che il 28 febbraio 1998 era stato preso in consegna il primo esemplare di Tornado ECR.
 
Tra il 24 marzo e il 17 giugno 1999 nel corso della Guerra del Kosovo i Tornado ECR (Electronic Combat Reconnaissance) del 155º gruppo compiono 176 missioni sganciando 115 missili HARM (High speed Anti Radiation Missile), contro le postazioni radar serbe e in tale circostanza i piloti del 155º Gruppo sono stati i primi ad usare gli NVG (Night Vision Goggles: occhiali da visione notturna) nell'Aeronautica Militare.
  
  
  
 
Il 14 settembre 2016, a seguito della soppressione del 50º Stormo sulla base di Piacenza-San Damiano, il 155º Gruppo ETS viene trasferito al 6º Stormo a Ghedi, rendendo così la base bresciana l'unica dotata di tali velivoli.
 
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Luca Zampieri

British Aerospace Harrier GR.9 - Kit Revell - scala 1/144

20° (R) Squadron RAF durante il 2002, di base in Gran Bretagna.

Tra la fine del 1945 e l’inizio del 1946, lo Squadron era equipaggiato con i Supermarine Spitfire Mk.XIV, basato a Mingaladon, in Birmania. Poco dopo, sempre nel 1946, si trasferiva ad Agra, in India, transitando sugli Hawker Tempest MK.2, impiegato in missioni di difesa aerea e d’addestramento del personale di volo indiano per una futura riorganizzazione dell’aeronautica locale. Nel 1955, il reparto era equipaggiato con i Canadair/North American (F-86) Sabre Mk.1.

Nel 1962/63, lo Squadron era basato a Tengah, in Singapore, impiegato in missioni belliche sull’Indonesia, con i suoi Hawker Hunter FGA Mk.9. Nel maggio del 1963, lo troviamo nel Borneo (poi Burnei), e nel febbraio del 1964, quattro suoi aerei erano stati basati a Labuan, mentre altri quattro erano a Kuching, con comando di reparto a Tengah. In questo periodo operava sotto il controllo della FEAF (Far East Air Force), con compiti di attacco al suolo. Nel 1971, lo troviamo equipaggiato con la versione F Mk.6.

Riattivato il 1° dicembre del 1970 in Germania occidentale a Wildenrath, ricevendo i primi BAe Harrier GR MK.1 solo il mese seguente. Con questi aerei, assieme al 3° Squadron, formo il Wildenrath Wing, che ebbe però vita breve. Infatti, lo Squadron poco dopo, veniva disattivato nel dicembre 1976.

  

  

Ricomposto il 1° gennaio del 1977 sui SEPCAT Jaguar GR Mk.1, lo troviamo basato a Brüggen, in Germania Federale fino all’inizio del 1985. Dal 29 giugno del 1984, iniziava a transitare sui Panavia Tornado, sulla base tedesca di Laarbruch; lo stemma del reparto è “un’aquila che brandisce una spada”, posto sulle prese d’aria dei motori.

Con lo scioglimento definitivo dello Squadron nel 1992, la bandiera di guerra, con emblema e tradizione, venne ceduto alla 233^ OCU.

  

Fu ricomposto come 20° Reserve Squadron nel 2000 in seno al Joint Stike Wing, unità composta di vari reparti RAF e FAA dotati di Harrier ed impiegato per l'addestramento e conversione operativa dei piloti. Impiegava gli Harrier GR Mk.9 ed operò fino al 31 marzo del 2011, dopo di che cedette uomini e materiale al Operational Conversion Unit (OCU) No.4.

  

  

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Zampieri Luca

Lockheed F-104G Starfighter - Kit Revell - Scala 1/144

Germania 1974

Il Lockheed F-104 Starfighter è un aereo monomotore ad alte prestazioni e supersonico, sviluppato originariamente per la United States Air Force (USAF) come caccia intercettore. Fu uno degli aerei della Century Series e fu in servizio con l'USAF dal 1958 fino al 1969, proseguendo la carriera operativa nella Air National Guard fino a quando non fu radiato negli Stati Uniti nel 1975. La National Aeronautics and Space Administration (NASA) ebbe in dotazione fino al 1994 una piccola flotta mista di varie versioni di F-104, utilizzati per prove nei regimi supersonici di volo e a supporto dei programmi spaziali.

L'F-104C venne impiegato dall'USAF durante la guerra del Vietnam, mentre gli F-104A vennero schierati dal Pakistan nel corso delle guerre indo-pakistane. AlcuniStarfighter dell'aviazione militare della Repubblica di Cina (Taiwan) si scontrarono nel 1967 con aerei della Repubblica Popolare Cinese sui cieli dell'isola contesa di Quemoy. La versione finale dell'F-104 fu l'F-104S, caccia intercettore ogni-tempo, progettato dalla Fiat aviazione, divenuta poi Aeritalia, per l'Aeronautica Militare italiana e dotata di missili aria-aria a guida radar AIM-7 Sparrow. Una versione di F-104 ad ala alta ampiamente riprogettata e denominata CL-1200 Lancer(o Lockheed X-27), non andò oltre lo stadio di realizzazione del mock-up.

  

  

Da una serie di modifiche rispetto al progetto originale, nacque il modello F-104G, che vinse il concorso NATO per un nuovo cacciabombardiere. Vennero anche prodotte diverse versioni biposto da addestramento, la più numerosa delle quali è stata la TF-104G. Nel complesso vennero realizzati 2578 Starfighter, per lo più da aziende aeronautiche di paesi membri della NATO. L'F-104 andò in dotazione alle forze aeree di oltre una dozzina di nazioni, concludendo il servizio operativo con la radiazione da parte dell'Aeronautica Militare italiana nel maggio 2004, circa 46 anni dopo la sua introduzione nel 1958 da parte dell'USAF.

  

  

Lo Starfighter arrivò all'attenzione del pubblico a causa dell'alto numero di incidenti e in particolare a causa delle perdite subite dalla aviazione militare tedesca. L'emergere dello scandalo Lockheed relativo a gravi casi di corruzione in occasione della stesura dei contratti di acquisto di velivoli prodotti dalla azienda statunitense, causò notevoli controversie politiche in Europa e in Giappone.

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Luca Zampieri

Polokarpov I-16 - kit Zvezda - scala 1/144

Russia nell'estate del 1941

Il Polikarpov I-16 (in caratteri cirillici Поликарпов И-16) era un caccia monomotore ad ala bassa a sbalzo, realizzato dall'OKB 84 diretto da Nikolaj Nikolaevič Polikarpov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni trenta. Fu il primo monoplano al mondo, regolarmente prodotto, con carrello d'atterraggio retrattile, ed il primo caccia sovietico ad avere una corazzatura dell'abitacolo.

  

Impiegato negli anni successivi principalmente dalla Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare dell'Unione Sovietica, rimase operativo dalla metà degli anni trenta fino all'inizio della Seconda guerra mondiale costituendo in quel periodo il principale modello a disposizione dei reparti di caccia sovietici ed in grado di competere con le prime versioni dei tedeschi Messerschmitt Bf 109 in condizioni di quasi parità. Fuori dai confini nazionali ebbe risalto prima durante la guerra civile spagnola, dove venne erroneamente impiegato dalle Fuerzas Aéreas de la República Española in combattimenti manovrati con i più agili biplani italiani, il Fiat C.R.32, a disposizione dell'Aviazione Legionaria, poi a disposizione dei piloti cinesi durante la Seconda guerra sino-giapponese.

  

  

Quando la Germania attaccò l'Unione Sovietica nell'estate del 1941 aprendo il fronte orientale, l'I-16 risultava ormai superato e, pur essendo ancora in linea in un gran numero di esemplari, era sottopotenziato e lento nei confronti dei Bf 109E ed F avversari. Sfruttando però la sua grande robustezza e rusticità, nonché le tecniche d'attacco quasi suicide (la collisione in volo ed i tentativi di segarne le ali e gli impennaggi con le eliche blindate in acciaio), il caccia sovietico continuò ad opporsi tenacemente alla Lutwaffe, mentre l'industria sovietica iniziava la produzione in grande serie di caccia decisamente più moderni, contribuendo ad iniziare la controffensiva dell'Armata Rossa. L'I-16 venne infatti ritirato dei reparti di prima linea solo nell'estate del 1943, dopo che la battaglia di Stalingrado, aveva capovolto le sorti del conflitto sul fronte orientale, continuando a trovare largo impiego nelle scuole di volo, dove le sue caratteristiche "difficili" si rivelarono perfettamente adatte a preparare i piloti destinati ai MiG, ai Lavochkin Gorbunov Gudkov LaGG-1, agli LA e agli Yakovlev Yak-1, nessuno dei quali fu un aereo "facile".

  

  

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Luca Zampieri

EFA Eurofighter - Kit Revell - Scala 1/144

Italia 1998

L'Eurofighter Typhoon, il cui prototipo era designato EFA (European Fighter Aircraft), è un velivolo multiruolo (Swing Role), bimotore con ruolo primario di caccia da superiorità aerea e intercettore, caccia di quarta generazione e mezza. Il Typhoon è stato progettato ed è prodotto da un consorzio di tre società: Alenia Aermacchi (confluita in Leonardo-Finmeccanica dal 2016) Airbus Group e BAE Systems attraverso una holding comune, Eurofighter GmbH, costituita nel 1986. Il progetto è gestito dalla NATO Eurofighter and Tornado Management Agency, che agisce anche come il primo cliente.

  

  

Lo sviluppo del velivolo è iniziato nel 1983 con il programma Future European Fighter Aircraft, una collaborazione multinazionale tra il Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna. A causa di disaccordi sulle autorità costruttive e funzionali, la Francia ha lasciato il consorzio per sviluppare indipendentemente il Dassault Rafale. Un primo aereo di dimostrazione tecnologica, il British Aerospace EAP, ha effettuato il primo volo il 6 agosto 1986; il primo prototipo dell'Eurofighter ha invece avuto il battesimo del volo il 27 marzo 1994. Il nome del velivolo, Typhoon, è stato formalmente adottato nel settembre 1998 e nello stesso anno sono stati firmati i primi contratti di produzione.

  

  

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Zampieri Luca

 

Messerschmitt Bf-109G-4 - Kit Mark I Model - scala 1/144

"Bianco 1" della 365a Squadriglia CT del 150° Gruppo CT "Gigi Tre Osei" nell'estate del 1943 in Sicilia.

Il 30 giugno il 150° Gruppo aveva la 363^ Squadriglia al comando del capitano Bellagambi, la 364^ Squadriglia al comando del tenente Giuseppe Giannelli e la 365^ Squadriglia al comando del tenente Fausto Filippi. Il materiale di volo era rappresentato da 25 Messerschmitt Bf.109 dei quali solo 14 in E.B. (efficienza bellica).

  

  

Il velivolo in questione ritrae un velivolo della 365^ Squadriglia, impegnata attivamente contro le forze aeree Alleate sempre più numerose. numerosi gli scontri con i caccia statunitensi e molti piloti italiani si fecero onore seppur in numero inferiore, riuscendo ad ottenere diverse vittorie in sanguinosi duelli sui cieli italiani.

  

  

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Zampieri Luca

Messerschmitt Bf.109G-2/Trop - kit Mark I Model - scala 1/144

"Nero 1", del Hauptmann Franz Schiess, Tunisia 1943

Franz Schiess (o Schieβ), nacque a St. Polten in Austria, il 21 febbraio del 1921. Dopo l'annessione dell'Austria alla Germania, il futuro asso, iniziò l'iter per diventare un pilota di aereo nella Luftwaffe, ricevendo il brevetto di volo nel corso del 1940.

Entrò nella caccia e prestò servizio inizialmente nella Stab/JG 53, il famoso Geschwader "Asso di Picche". Dopo un periodo nel settore della Manica (inizio 1941), fu trasferito con tutto il reparto sul fronte orientale russo, dove parteciperà all'invasione della Russia nell'Operazione Barbarossa, ottenendo le sue prime vittorie aeree.

  

Rientrava in Germania con il suo Geschwader entro la fine del 1941, per un breve periodo di riposo e di riequipaggiamento (al suo attivo Franz Schiess aveva 14 vittorie aeree). Nel gennaio del 1942, sempre con la Stab/JG 53, passava in Italia per un periodo di operazioni su Malta e successivamente Africa Settentrionale. Qui il pilota ottenne diverse vittorie aeree. Sempre nel settore del Mediterraneo, Schiess passava alla 8./JG 53, ottenendo ulteriori vittorie aeree sul fronte africano e Malta. L'ultima vittoria si registra il 30 agosto del 1943, ai danni di un Lockheed P-38 Lightning statunitense a Sud-Ovest di Castel Volturno.

  

Due giorni dopo, verrà abbattuto verso le 13:45 del 2 settembre 1943, durante un'azione contro dei bombardieri americani North American B-25 Mitchell scortati dai soliti P-38 Lightning, nel settore del Golfo di Napoli. Dopo un furioso combattimento aereo, due Lightning riuscirono a colpirlo e ad abbatterlo, con la morte del pilota. Fu abbattuto nei pressi di Cancello a sud-ovest di Napoli.

  

  

In quel momento volava su un Bf.109G "Nero 1 + I", e aveva al suo attivo 67 vittorie aeree (14 sul fronte orientale e 53 nel settore del Mediterraneo), per un totale di 657 missioni di guerra.

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Luca Zampieri

Mc Donnell Douglas F-15E Strike Eagle - Kit Revell - Scala 1/144

335th Fighter Squaron, di base sulla AFB Seymour Johnson, North Carolina.

Il 335th Fighter Squadron è una unità della United States Air Force, inquadrato nel  4th Operations Group, con base operativa sulla Seymour Johnson Air Force Base, North Carolina.

Trae origine dal 121° Squadron “Eagles”, formato in Gran Bretagna il 14 maggio del 1941 in seno alla RAF con volontari dell’USAAC. Quando gli USA entrarono in guerra, i piloti di questi reparti vennero trasferiti in reparti statunitensi e quindi nel neoformato 335th Fighter Squadron del 4th Fighter Group (22 agosto 1942). Nel periodo di attività nella RAF dello Squadron, volò con i Supermarine Spitfire ed Hawker Hurricane.

  

  

Il reparto dopo la II^ Guerra mondiale, parteciperà alla guerra di Corea e Vietnam, fino a giungere nel 1990, quando in fase di transizione dai Mc Donnell Douglas F-4 Phantom II ai Mc Donnell Douglas F-15E Eagle. In questo periodo, in oltre, parteciperà anche alle azioni belliche contro l’Iraq.

A tutt’oggi (2016), lo Squadron vola ancora con gli F-15E Strike Eagle.

  

  

 

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Luca Zampieri

Aero L-39C Albatros - kit Attak - scala 1/144

Forza Aerea Irachena / Al-Quwwat al-Jawwiyya al-'Iraqiyya verso il 1987

L'Aero L-39 Albatros è un monomotore a getto da addestramento avanzato ad alte prestazioni, prodotto dall'azienda cecoslovacca Aero Vodochody negli anni settanta ed utilizzato nelle forze aeree del Patto di Varsavia, principalmente nella forza aerea sovietica Sovetskie Voenno-vozdušnye sily, ed in molte altre forze filosovietiche a livello mondiale.
 
  
  
Primo esempio di addestratore a getto di seconda generazione e primo ad essere equipaggiato di motore turboventola, l'Albatros sostituì gradualmente il precedente L-29 Delfín rimanendo in produzione dal 1970 al 1990 ed eguagliando il suo successo con circa 2 800 esemplari realizzati. Successivamente fornì la base per ulteriori sviluppi che si concretizzarono nei modelli L-59 Super Albatros ed Aero L-159 ALCA caratterizzati dall'incremento nelle prestazioni complessive. Analogamente ai pari ruolo contemporanei di produzione occidentale, alla versione da addestramento ne venne affiancata una da attacco leggero dotata di armamento.
  
  
L'Iraq fu il primo acquirente estero di questo velivolo a partire dalla fine degli anni '70. durante la prima guerra del Golfo la IQAF (1990) perse 66 aerei di questo tipo su 67 in linea di volo.
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Zampieri Luca

Mikoyan Gurevich MiG-25 "Foxbat" - kit Revell - scala 1/144

Voenno-vozdušnye sily Rossijskoj Federacii 

Il Mikoyan-Gurevich MiG-25 (in cirillico Микояна и Гуревича МиГ-25, nome in codice NATO Foxbat[3]) è un caccia intercettore bimotore a getto ad ala a freccia progettato dall'OKB 155 diretto da Artëm Ivanovič Mikojan in collaborazione con Michail Iosifovič Gurevič e sviluppato in Unione Sovietica negli anni sessanta.
  
Il prototipo volò per la prima volta nel 1964 ed il caccia entrò in servizio nei reparti della Sovetskie Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare sovietica, nel 1970. Con una velocità massima di oltre Mach 2,83, un potente radar e quattro missili aria-aria, il MiG-25 risulta essere ad oggi il caccia intercettore operativo più veloce al mondo, portando allo sviluppo della sua controparte occidentale, il McDonnell Douglas F-15 Eagle, verso la fine dello stesso decennio.
  
  
Oggi Russia, Ucraina e altre ex repubbliche sovietiche. Circa 300 MiG-25 nelle versioni da intercettazione hanno prestato servizio nei reparti della difesa antiaerea sovietica nei momenti di maggiore espansione dell'arma. Numerosi erano anche i "Foxbat" da ricognizione e addestramento. Al giorno d'oggi gli apparecchi sono dispersi nelle varie repubbliche post-sovietiche, ma concentrati maggiormente presso l'aviazione della Federazione Russa.
  
  
Oltre alla Russia, il velivolo è stato impiegato dalle aviazioni di Algeria, India, Iraq, Libia, Siria.
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Luca Zampieri

McDonnell Douglas F/A-18C Hornet - kit Dragon - scala 1/144

Strike Fighter Squadron 105 (VFA-105) "Gunslingers" anni '90

Il 17 dicembre del 1990, il VA-105 fu trasformato in VFA-105, ricevendo in dotazione i McDonnell Douglas F/A-18C Hornet, venendo inserito nel CVW-3 della USS John F. Kennedy (CV-67), a partire dal 1° settembre del 1991. Compì la sua prima crociera nell'ottobre del 1992.

Nel 1998 verrà impiegato in supporto alla Operation Southern Watch e all'Operation Desert Fox a bordo della portaerei USS Enterprise (CVN-65).

  

  

Nel luglio del 2006 divenne il primo reparto della EAst Coast a ricevere i Boeing F/A-18E Super Hornet, compiendo la prima crociera operativa nel marzo del 2007. Nel 2013 troviamo lo Squadron a bordo della USS Harry S. Truman (CVN-75), impiegato in una crociera nel Mediterraneo.

  

  

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Luca Zampieri

Grumman F-14A Tomcat - Kit Revell - Scala 1/144

VF-84 "Jolly Rogers" - Mediterraneo 1988

Lo Squadron VF-84 “Jolly Rogers”, riceveva i Grumman F-14A Tomcat nel 1976, radiando i suoi Mc Donnell Douglas F-4J Phantom II. Compiva la sua prima missione nel Mediterraneo nel 1978 a bordo della USS Nimitz (CV-68), inserito nel CVW-8 con codici di coda AJ.

  

Equipaggiato con i Grumman F-14A Tomcat, nel corso del 1985-86, il reparto era aggregato all’8° CVW, imbarcato sulla portaerei USS Nimitz (CV-68), con codici di coda AJ. La base di terra è Oceana NAS, in Virginia, e nell’estate del 1988, lo troviamo imbarcato sulla USS Theodore D. Roosvelt (CVN-71), con l’8° CVW, durante una crociera nel Mediterraneo. Nel 1990 il reparto era sulla Norfolk NAS, sempre con l’8° CVW, codici di coda AJ e nave d’imbarco la CVN-71; in questo periodo, lo Squadron compì un periodo addestrativo, prima dell’imbarco, di quattro settimane, sulla Fallon NAS nel Nevada. L’unità verrà impiegata nel settore dei Balcani e nel golfo Persico durante le crisi belliche in questi settori. Il VF-84 “Jolly rogers”, fu disattivato il 1° ottobre del 1995, radiando i suoi F-14 Tomcat.

  

  

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Luca Zampieri

Harniot HD-1 - Kit Vallom - scala 1/144

Harniot HD- 1 del maresciallo Guido Nardini (78^ Squadriglia) e dell'81^ Squadriglia

Questo fu il primo aereo realizzato dalla Société Anonyme des Appareils d'Aviation Hanriot, meglio conosciuta come Hanriot. Il primo prototipo decollò nel giugno del 1916.

  

  

Il progetto fu realizzato da Emile Dupont , dopo un incontro col comandante della missione italiana per l'aeronautica che gli indico i difetti dei Nieuport allora in servizio e i possibili miglioramenti, che lo dotò di una cellula alare simile a quella del Sopwith 1½ Strutter, sul cui progetto aveva lavorato René Hanriot, responsabile della società francese.

  

  

L'aereo era costituito in gran parte di legno (con l'eccezione dell'impennagio di coda in tubi d'acciaio) ed era rivestito in tela e duralluminio, utilizzato per il tronco anteriore della fusoliera. Il motore, un Le Rhône rotativo con 9 cilindri, non era tra i più evoluti e così l'Aviation Militaire gli preferì gli SPAD S.VII.

La Francia permise la vendita di aerei e licenza di costruzione alla Regia Aeronautica e permise alla Macchi di realizzarli. La società italiana ne produsse in tutto 901 a partire dal novembre del 1916. 125 HD.1 francesi furono invece veduti all'aviazione militare belga.

  

  

Al termine del primo conflitto mondiale 16 aerei italiani furono acquistati dalla Schweizerische Fliegertruppe, designazione in lingua tedesca dell'allora nascente arma aeronautica svizzera, ancora integrata nell'esercito.

  

Altri furono acquistati invece da paesi dell'America Latina.

Il pilota Guido Nardini, asso con 6 vittorie aeree.

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Luca Zampieri

Albatros D.III (Oeffag) - Kit Roden - Scala 1/72

Aereo personale di Julius Arigi (32 vittorie) - Albania 1918

L'Albatros D.III era un caccia biplano monoposto prodotto dall'azienda tedesco imperiale Albatros Flugzeugwerke GmbH, utilizzato principalmente dalla forza aerea del'Impero tedesco, la Luftstreitkräfte, e dalla forza aerea austro-ungarica, la k.u.k. Luftfahrtruppen, durante la prima guerra mondiale.

  

Il D.III fu pilotato da molti piloti famosi, tra i quali si ricordano Manfred von Richthofen, Ernst Udet, Erich Löwenhardt, Kurt Wolff, Karl Emil Schäfer e Godwin Brumowski. Fu il caccia predominante durante la fase del conflitto nota come Bloody April (Aprile di sangue). Vi furono anche molti famosi piloti austro-ungarici a pilotare il D.III come Julius Arigi.

  

  

Nell'autunno del 1916 la Oesterreichische Flugzeugfabrik AG (Oeffag) ottenne la licenza per la costruzione dei D.III a Wiener-Neustadt e le consegne iniziarono a maggio 1917.

I mezzi della Oeffag furono prodotti in tre versioni (serie 53, 153, 253) che utilizzavano rispettivamente un motore Austro-Daimler di 185, 200 o 225 PS, versioni migliorate rispetto ai motori Mercedes D.IIIa tedeschi.

  

Gli ingegneri della Oeffag notarono il difetto della rottura dell'ala inferiore ed apportarono delle modifiche al progetto rinforzando l'ala con una costolatura rigida e risolvendo in buona misura i problemi del velivolo. In servizio, i mezzi della Oeffag, si dimostrarono sicuri, robusti ed efficaci.

  

  

Da notare che i piloti austriaci erano soliti rimuovere l'ogiva sull'elica, in quanto tendeva a staccarsi. L'Oeffag studiò un nuovo muso che eliminò completamente l'ogiva e conferì al velivolo una velocità maggiore di ben 9 miglia orarie.

Tutte le varianti prodotte dall'Oeffag erano armate con due mitragliatrici Schwarzlose. In molti aerei queste erano completamente inglobate nella fusoliera e pertanto irraggiungibili dai piloti. Successivamente la serie 253 fu modificata e le armi furono installate sulla fusoliera. Durante i combattimenti le mitragliatrici Schwarzlose si dimostrarono inferiori rispetto alle LMG 08/15, soffrendo di problemi di sincronizzazione del fuoco con l'elica e di un bassa cadenza di fuoco.

L'Oeffag realizzò circa 526 aerei tra maggio 1917 e l'armistizio.

  

 

 Julius Arigi (Děčín, 3 ottobre 1895 – Attersee, 1 agosto 1981) è stato un aviatore austro-ungarico, asso della k.u.k. Luftfahrtruppen, l'aviazione austro-ungarica, con 32 vittorie accreditate sia sul fronte orientale che sul fronte italiano.

Buon Modellismo a Tutti 

Luca Zampieri

Fokker E.III - Kit Revell - Scala 1/72

Fronte Occidentale inverno 1915/1916

 

Il Fokker E.III è stata la principale versione prodotta del caccia tedesco Fokker Eindecker impiegato nella prima guerra mondiale. Questo modello fu il primo, agli inizi del 1916, ad essere disponibile in quantità sufficienti da permettere la formazione di speciali reparti da caccia detti Kampfeinsitzer Kommandos o KEK. In precedenza i Fokker erano assegnati singolarmente alle unità, Feldflieger Abteilungen, che effettuavano le ricognizioni. Il primo reparto specializzato nella caccia fu formato il 10 agosto 1916 ed era completamente equipaggiato con gli E.III.

  

  

La Fokker costruì 249 esemplari dell'E.III, 49 dei quali erano degli E.II portati durante le revisioni allo standard superiore. Il velivolo entrò in servizio sul fronte occidentale nel dicembre del 1915. Alcuni esemplari vennero forniti anche alla Marina Imperiale tedesca e all'Austria-Ungheria dove vennero assegnati sia all'Esercito che alla Marina. Anche la Turchia ricevette 22 velivoli basandoli in parte in Palestina, a Beer Sheba, e parte in Mesopotamia, dove presero parte all'assedio di Kut-Al-Amara.

  

  

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Luca Z.

Ansaldo S.V.A. 5 – Kit Fly - scala 1/72

87a Squadriglia Aeroplani “La Serenissima” - San Pelagio (PD) agosto 1918

Gli Ansaldo S.V.A. erano una famiglia di biplani da ricognizione e bombardamento italiani, sviluppati nella seconda fase della prima guerra mondiale. Protagonisti di diverse imprese, come il volo su Vienna con Gabriele D'Annunzio nel 1918 od il raid Roma-Tokyo di Arturo Ferrarin e Guido Masiero nel 1920, ottennero un discreto successo nell'esportazione, venendo utilizzati da 11 paesi, tra i quali Francia e Stati Uniti, e furono costruiti in circa 2 000 esemplari.

  

Lo S.V.A.5 fu la principale versione di serie prodotta durante il conflitto. Versione migliorata dello S.V.A.4 e capace di una maggiore autonomia, venne impiegata principalmente come ricognitore/bombardiere, ma anche come caccia di scorta per i trimotori Caproni (Ca.33, Ca.40, Ca.41, Ca.44 e Ca.45). L'armamento era di due mitragliatrici fisse anteriori e di due bombe da 25 kg ciascuna, montate sui fianchi della fusoliera. Il carico offensivo, modesto, era compensato dalla buona autonomia del velivolo, che consentiva profonde penetrazioni in territorio nemico.

  

I primi S.V.A. di serie andarono ad equipaggiare la 1a Sezione S.V.A. di Ponte San Pietro, venendo impiegato inizialmente con compiti di ricognizione. Aumentata la confidenza dei piloti nel velivolo iniziò ad esse impiegata anche nel ruolo di caccia. Con l'arrivo dello S.V.A.5 iniziò l'impiego anche come bombardiere. Il 28 febbraio 1918, un gruppo di quattro S.V.A, con ai comandi Palli, Orsini, Arrigoni e Palma di Cesnola, attaccò lo snodo ferroviario di Innsbruck. 3 aerei bombardarono (6 bombe da 25 kg) e mitragliarono l'obbiettivo, mentre il quarto velivolo, quello ai comandi di Palma di Cesnola, effettuava una ricognizione fotografica.

  

Il reparto più noto ad impiegare gli S.V.A. durante la prima guerra mondiale, fu l’87a Squadriglia “La Serenissima”, che già prima del Volo su Vienna del 9 agosto 1918 si era distinta per diverse missioni. Tra queste la ricognizione fotografica del lago di Costanza del 21 maggio, compiuta dai due S.V.A. di Ferrarin e Locatelli, e le missioni di scorta ai trimotori Caproni.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Luca Z.

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