La FIAT SPA Autoprotetto S37 è stata un'auto blindata italiana della seconda guerra mondiale. I primi prototipi del veicolo furono realizzati nel 1941, e la produzione in serie proseguì probabilmente negli anni 1941-1942, terminando con la produzione di circa 150 veicoli di questo tipo. L'auto era alimentata da un motore SPA 18VT con 67 CV. Il veicolo era armato con un solo Breda mod. 38 calibro 8 mm.
L'Autoprotetto S37 è basato sul trattore di artiglieria leggera FIAT TL37 di grande successo. Grazie all'uso del suo telaio e alle ipotesi di progettazione generali, la nuova auto blindata dell'esercito italiano era caratterizzata da ottime caratteristiche fuoristrada, grande mobilità e trazione integrale. L'armatura non superava gli 8 millimetri di spessore e proteggeva da armi di piccolo calibro e frammenti di proiettili di artiglieria. Piccole quantità di Autoprotetto S37 sono state convertite in lanciafiamme o cannoni anticarro da 47 mm. I veicoli Autoprotetto S37 presero parte principalmente ad azioni antipartigiane nei Balcani, e un piccolo numero di essi fu utilizzato dall'esercito tedesco.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
l Fiat-SPA Autoprotetto S37 è un veicolo trasporto truppe blindato prodotto dalla Società Piemontese Automobili (SPA) ed adottato dal Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale. Il solo esemplare rimasto, restaurato e marciante, è attualmente parte dalla collezione privata Teméroli, nella Repubblica di San Marino.
Questo veicolo fu sviluppato nel 1941 partendo dal trattore d'artiglieria leggero Fiat-SPA TL37 versione Libia. Il Regio Esercito ne acquisì 150 esemplari nel 1942. A causa della blindatura leggera fu utilizzato essenzialmente per ruoli di polizia e di contrasto ai partigiani nei Balcani occupati. In particolare equipaggiò il 31º Reggimento carri, la 955ª e la 1034ª Sezione autoprotetti, la 1118ª Autosezione mista della Divisione "Macerata", il 259º Autoreparto autoprotetti ed il LXXI Battaglione motociclisti (costituito dal Deposito del 6º Reggimento bersaglieri). Dopo l'8 settembre, 37 mezzi furono catturati dai tedeschi (7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division "Prinz Eugen") che li ribattezzarono Gepanzerte Manntransportwagen S 37 (italien) ovvero gep.M.Trsp.Wg. S37 250(i), mentre alcuni caddero nelle mani dei partigiani jugoslavi.
Il vano di trasporto è a cielo aperto ed è ottenuto con lamiere a scudo inclinate imbullonate sul telaio originale a 4 ruote motrici e sterzanti. Nel vano prendono posto, su un sedile anteriore destro, il conduttore, mentre sulle panche laterali siedono 8 uomini della squadra di fanteria. Si accede al mezzo da un portello posteriore in due elementi. L'armamento era costituito da una mitragliatrice veicolare Breda Mod.38 da 8 mm. In alcuni casi veniva installato un lanciafiamme o il cannone anticarro 47/32 Mod. 1935. Per compensare la mancanza di feritoie per l'uso delle armi da bordo, vennero installate delle scudature con feritorie sul cielo del vano. Tra i pregi del mezzo, l'ottima mobilità, dovuta alla trazione integrale ed alle ruote tutte sterzanti, e la grande autonomia. Alcuni esemplari furono dotati di radio Magneti Marelli RF3 M.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
Nel gennaio 1944 le Officine Viberti di Torino ripresero il progetto dell'Autoblindo TL37, questa volta basato sul telaio della Camionetta SPA-Viberti AS43, al fine di ottenere un veicolo che fosse più economico e più facile da produrre rispetto ai blindati della "Serie AB".
Nell'aprile 1944 i veicoli erano pronti e nel maggio 1944 furono visti per la prima volta fuori dallo stabilimento di produzione.
È probabile che lo sviluppo della SPA-Viberti AS43 Ambulanza Scudata sia iniziato dopo lo sviluppo della Carrozzeria Speciale su SPA-Viberti AS43. Dai disegni originali, infatti, si possono osservare molti dettagli comuni. Ciò è stato probabilmente fatto dalle Officine Viberti per accelerare lo sviluppo, la produzione e ridurre i costi.
La differenza principale tra la Carrozzeria Speciale su SPA-Viberti AS43 e la SPA-Viberti AS43 Ambulanza Scudata era la sovrastruttura. La differenza più evidente era l'assenza della porta sinistra, sostituita sull'Ambulanza Scudata dal supporto per la ruota di scorta. A destra una porta era divisa in due parti a causa delle piastre corazzate angolate. La porta si apriva all'indietro e non avrebbe fornito un'adeguata protezione frontale ai membri dell'equipaggio se fossero scesi dal veicolo in una situazione di emergenza.
Dai disegni originali (e unici) del veicolo, sembra che la porta fosse identica a quelle della Carrozzeria Speciale, ma posizionata qualche decina di centimetri più avanti. Un'altra cosa interessante che si può notare è che, per accelerare il processo di progettazione e la futura produzione, i progettisti hanno preso la porta laterale sinistra della Carrozzeria Speciale e l'hanno posizionata su un telaio invertito sull'Ambulanza Scudata. Per questo motivo, purtroppo, si sarebbe potuto aprire solo all'indietro.
Lo scompartimento per il trasporto del ferito, era di forma più rettangolare e più alto dello scompartimento da combattimento della Carrozzeria Speciale. Nella parte posteriore era presente una porta centrale divisa in due parti. Per velocizzare la produzione, sia le porte laterali che quelle posteriori non furono dotate di feritoie. Questo poteva costituire un grave inconveniente, in quanto le feritoie avrebbero potuto essere utili ai membri dell'equipaggio per controllare l'area circostante prima di aprire la porta per evitare imboscate nemiche.
Lo SPA-Viberti AS43 Ambulanza Scudata avrebbe potuto essere un veicolo efficace sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. La velocità non sarebbe stata molto elevata, ma avrebbe avuto una grande mobilità, anche fuoristrada.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
l P40, o P26/40, era un carro italiano da 26 tonnellate nominali e ideato a partire dal 1940. Esso era stato pensato considerando che i carri cosiddetti "medi" non sarebbero potuti a lungo essere all'altezza dei carri armati nemici, i cui esemplari medi tendevano a pesare anche oltre 20 tonnellate.
Il mezzo venne sviluppato soltanto dopo che fu decisa l'interruzione del progetto di sviluppo del carro armato celere sahariano.
Il veicolo aveva una tecnica abbastanza avanzata, la cui parte migliore era costituita da un motore Diesel che, nella sua ultima elaborazione, aveva una potenza di ben 420 hp, al pari dei carri diesel delle altre potenze. Questo motore, progettato ex novo dalla FIAT, era però afflitto da considerevoli problemi di sviluppo che non furono mai completamente risolti.L'armamento era derivato dal cannone campale Ansaldo da 75 mm Mod. 37, lungo 34 calibri. Le munizioni erano 63 da 75 mm e solo 600 per le due mitragliatrici Breda Mod. 38 da 8 mm, una coassiale e una contraerea.
Le fonti della Ansaldo dicono che è stato prodotto solo un P40 prima del 30 luglio 1943. Alcuni documenti tedeschi parlano invece di vari carri completi catturati all'armistizio di cui uno presentava delle modifiche ai portelli della torretta. Questo fu mostrato a Hitler il 20 ottobre 1943 al balipedio di Arys.
Il carro risentiva di alcune soluzioni ormai superate, come l'assenza del terzo uomo in torretta, le corazze rivettate, le sospensioni a balestra, che non gli permettevano in pratica di superare i 40 km/h. Circa 100 veicoli vennero realizzati sotto il controllo tedesco, che credevano il P40 l'unico carro armato italiano degno di produzione, ma parte dei quali (probabilmente 40 o 49) senza motore, per essere utilizzati come fortini lungo la Linea Gotica.
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Baldoin Paolo "Paul Stainer"
L'HEMTT (Heavy Expanded Mobility Tactical Truck), ovvero autocarro tattico pesante ad elevata mobilità prodotto dalla Oshkosh Corporation, è il risultato della necessità statunitense di costituire una elevata capacità di trasporto pesante su ruote, ad elevata mobilità. Questo poiché l'unico mezzo precedente della categoria, il M520 GOER, venne prodotto in soli 920 esemplari. L'M997, versione base da carico generico dell'HEMTT, è stata ordinata in oltre 5.000 esemplari, i primi sono stati schierati nel 1982 e alla metà degli anni '80 erano già in servizio in numerosi teatri operativi, nonostante i problemi originali.
Tutti i mezzi M798, hanno un argano e una gru per il carico e lo scarico. Le varianti principali includono un'autocisterna, un trattore d'artificiale e un mezzo per le riparazioni, che ha una piattaforma di carico tra il secondo e il terzo asse di ruote, per trasportare i pezzi di ricambio.
L'M978 è una cisterna da 9.500 litri. L'M978A0 è stato prodotto sia nella variante per camion per l'acqua potabile (circa 18) sia per quella per il servizio di trasporto carburante; i modelli A2 e A4 sono stati prodotti solo nella variante per camion per il servizio di carburante.
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Paolo Baldoin "Stainer"
Il Trattore Leggero TL37 è un trattore d'artiglieria prodotto dalla Società Piemontese Automobili (SPA) ed adottato dal Regio Esercito prima e dall'Esercito Italiano poi.
Il TL37 fu scelto dal Regio Esercito nel 1938 in una competizione tra Breda e SPA per un trattore d'artiglieria leggero (TL sta appunto per Trattore Leggero) a trazione integrale per il traino meccanico dell'artiglieria divisionale. Operò con ottimi risultati sui fronti di Africa Settentrionale, Russia e Balcani durante la seconda guerra mondiale. Oltre ad essere utilizzato da Regio Esercito, Regia Marina e Regia Aeronautica, fu acquistato dall'Ungheria. Dopo l'armistizio fu prodotto ed utilizzato dalla Wehrmacht e, a guerra finita, rimase in servizio fino al 1948 nell'Esercito Italiano.
La configurazione del TL37 era abbastanza innovativa per il tempo: la cabina avanzata e le 4 ruote motrici tutte sterzanti riducevano il raggio di sterzata ad appena 4,5 metri, qualità molto utile per la messa in batteria dei pezzi. L'accensione era a manovella, montava fari ad acetilene e posteriormente un verricello da 2 tonnellate di portata. Trasportava 5 artiglieri oltre al conduttore e 250 kg di munizioni nel baule posteriore. Oltre al traino del cannone 75/27 Mod. 1906 e dell'obice Škoda 10 cm Vz. 1914, venne utilizzato per il traino di rimorchi, cucine rotabili e per il recupero mezzi in panne o allestito come carro radio o autobotte per il rifornimento carburanti. La versione TL37 Libia era equipaggiata con pneumatici "Artiglio"; il TL37 Sahariano ed il TL37 Coloniale invece montavano serbatoi ausiliari di carburante. Al genio fu assegnato il TL37 Pontiere. Inoltre partendo dal trattore furono sviluppati: l'autocannone Fiat-SPA TL37 Libia 75/27 Mod. 1911, l'Autocarro Sahariano AS37, il trasporto truppe Autoprotetto S37 e l'autoblindo SPA-Viberti AS43.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
L'autoblindo Vespa-Caproni era un veicolo militare italiano, ideato dalle industrie aeronautiche Caproni. Ne fu costruito solo un prototipo, lungamente testato il 2 febbraio 1942 presso il Centro Studi della Motorizzazione ma, nonostante fosse un progetto particolarmente innovativo, non entrò mai in produzione.
L'idea iniziale era quella di dotare l'esercito italiano di un veicolo blindato ragionevolmente piccolo, leggero, agile e veloce.
La Vespa-Caproni poteva ospitare due uomini d'equipaggio.
La sua caratteristica più evidente - probabilmente unica nel campo dei veicoli militari - era la posizione delle ruote, che erano disposte a rombo, o losanga: una anteriore e una posteriore (come una motocicletta), e due centrali, coassiali, poste ai due lati del mezzo; in pratica una configurazione 1x2x1. Questo conferiva al veicolo un raggio di sterzata particolarmente ridotto, qualità utile per un'autoblindo destinato principalmente alla rapida esplorazione e ricognizione.
Aveva un motore a 8 cilindri Lancia Astura da 82 cavalli di potenza; era lunga 3,90 metri, larga 2 metri e alta 1,85 metri. Il peso era di 3,4 tonnellate. La corazza frontale era spessa 26mm e quella laterale 14mm. Poteva raggiungere la velocità di 86 km/h ed aveva un'autonomia di 200 km su strada. Era armato di una mitragliatrice Breda Mod. 38 da 8mm.
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Paolo Baldoin "Paul Steiner"
Eritrea estate del 1936
La Fiat 611 è un'autoblindo prodotta in Italia dalla Fiat in collaborazione con l'Ansaldo per uso coloniale.
Progettata dalla Ansaldo nel 1932 intorno all'autocarro Fiat 611 C (Coloniale), progenitore anche del Fiat Dovunque 33, venne adottata l'anno successivo dal Corpo guardie di pubblica sicurezza. Allo scoppio della guerra di Abissinia, fu requisita dal Regio Esercito ed inviata in Somalia con la sezione autonoma di autoblindo speciali, dove operò insieme alla più anziane Lancia 1Z ed ai carri veloci CV33. In questa prima prova del fuoco emersero le deficienze dovute all'elevato peso, alla bassa velocità e maneggevolezza su terreno vario. Fu impiegata poi in Africa Orientale Italiana durante la seconda guerra mondiale fino alla fine delle ostilità, con scarso successo vista la difficoltà di reperire parti di ricambio ed un'intrinseca obsolescenza del progetto.
È basata sul telaio dell'autocarro Fiat 611 C, un telaio a 6 ruote con le 4 ruote posteriori gemellate motrici e le prime 2 singole, folli e direttrici. Le ruote di scorta sono poste in folle tra il primo ed il secondo assale, in modo da facilitare il superamento degli ostacoli. È caratterizzata dal doppio posto di guida, anteriore e posteriore, in modo da velocizzare il disimpegno in caso di imboscata. Entrambe queste caratteristiche che saranno riprese sulle successive AB40/41. La blindatura è costituita da piastre d'acciaio di 15 mm di spessore. Il cofano di lamiera blindata con aperture protette da alette sul radiatore e sui fianchi, si raccorda posteriormente alla camera di combattimento. Questa presenta due finestre anteriori con portelli corazzati ad apertura variabile per il conduttore ed il meccanico-servente. Al vano di combattimento, munito di feritoie sui lati per il fuoco con le armi individuali, si accede da due porte laterali. Posteriormente sulla sinistra una finestra, anch'essa con portello blindato, è a disposizione del mitragliere-secondo conduttore per la guida contromarcia. Sulla destra, su blindosfera, sono installate 1 o 2 mitragliatrici (a seconda della versione) per la copertura del settore posteriore. Due gonne blindate proteggono le ruote posteriori.
Furono prodotte due versioni della blindo che differivano unicamente per il tipo di torretta e la disposizione dell'armamento. Una versione era armata di 3 mitragliatrici Breda Mod. 5C da 6,5 mm, delle quali due installate in torretta su supporti snodati indipendenti ed una nello scafo "in fuga", sulla blindosfera posteriore. L'altra versione era armata con un cannone Vickers-Terni da 37/40 Mod.30 nella torretta e di due mitragliatrici Breda Mod. 5C installate posteriormente nello scafo. Questa versione si rivelò poco efficace poiché in attacco non poteva servirsi delle mitragliatrici. L'armamento secondario era costituito dai fucili Mod. 91 TS dell'equipaggio, adoperabile dalle feritoie, e da una dotazione di 20 granate.
L'equipaggio era di 4-5 persone: capocarro e servente del cannone o mitragliere (a seconda della versione) in torretta, un conduttore anteriore affiancato da un servente-meccanico ed un conduttore-mitragliere posteriore che attivava anche le mitragliatrici "in fuga".
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
Nel 1942 venne realizzato il prototipo di Autocarretta ferroviaria blindata su richiesta del Comando Superiore FF.AA. di Slovenia e Dalmazia, che aveva la necessità di sostituire le autoblindo AB40 sulle linee ferroviarie a scartamento ridotto dell'Erzegovina. Testata in Val Gardena dal Genio ferrovieri, il mezzo venne adottato il 18 dicembre 1942 come Autocarretta ferroviaria blindata Mod. 42. Essa derivava dall'autotelaio della OM 36, dotato di una casamatta blindata con mitragliatrice Breda Mod. 38 su supporto sferico.
L'equipaggio era di due persone, conduttore e mitragliere, con la possibilità di trasportare altri uomini o materiali nel vano di trasporto munito di feritoie di tiro. Raggiungeva la velocità di 15 km/h e, non essendo dotata di doppia guida, per invertire la marcia l'autocarretta veniva sollevata dal binario con un martinetto idraulico e girata manualmente. Prodotta in 20 esemplari riuniti in un Reparto autonomo su due plotoni, alcuni esemplari furono impiegati, dopo l'Armistizio di Cassibile, dalla Wehrmacht.
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Paolo Baldoin "Paul Stainter"
Il Gepard è un semovente antiaereo tedesco, con una torretta armata di 2 cannoni da 35 mm Oerlikon svizzeri, un radar sul tetto per la ricerca e uno anteriore per il tiro. La torretta è stata in larga parte progettata in Svizzera, dagli arsenali di Thun in quanto avrebbe dovuto equipaggiare la versione antiaereo del Pz-68 Svizzero (versione realizzata solo a livello di prototipo). Lo scafo è quello del Leopard 1, non si sa se con una leggera diminuzione della corazzatura o meno, ma la torretta può essere adattata anche a carri come l'OF-40.
Negli anni cinquanta ben 500 M42 Duster vennero forniti all'esercito della Germania Occidentale. Sebbene queste armi fossero molto potenti, esse non avevano un sistema di tiro sofisticato, non avevano che alimentazione in forma di 'clip' di 5 colpi; non davano inoltre alcuna capacità di difesa NBC, mancando inoltre di luci IR notturne e di protezione balistica per il mezzo. Oltretutto avevano un motore dal grande consumo di benzina, che nonostante l'ottima efficienza meccanica non consentiva autonomia elevata (praticamente 2 ore di moto alla massima velocità).
L'esercito tedesco ebbe l'esigenza di nuovi mezzi antiaerei; la gara iniziò nel 1966, prendendo in considerazione veicoli con cannoni da 30 e 35 mm. Alla fine la spuntò la migliore e più costosa soluzione possibile, il Gepard, con torretta ed armi svizzere su carro Leopard 1 (per le armi da 30 si era forse pensato al Marder).
I primi mezzi vennero approntati nel 1976 e dimostravano già tutte le caratteristiche definitive del veicolo, chiamato ufficialmente flakpanzer Gepard.
I primi Gepard entrarono in produzione nel 1976, ma la velocità all'epoca era tale che entro 4 anni ne vennero prodotti ben 570. 420 mezzi sono stati ordinati dalla Germania Ovest, quasi sostituendo in rapporto 1:1 i precedenti M42 Duster, 95 per i Paesi Bassi (con elettronica olandese), e 55 per il Belgio. Anche l'Italia era interessata, ma si ritirò giudicandolo troppo costoso.
A tutt'oggi i Gepard vengono aggiornati con limitate modifiche ai computer e agli apparati di mira ottici.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
Il missile a corto raggio OTR-23 Oka (anche: R-400 Oka. Nome in codice NATO: SS-23 Spider) è un sistema d'arma che entrò in servizio nel giugno 1988. Progettato come sostituto dello Scud, venne ritirato dal servizio nell'ottobre 1989 per rispettare i termini del Trattato INF.
La necessità di un sostituto dell'SS-1 Scud emerse negli anni settanta, quando i vertici dell'Armata Rossa si resero conto che si trattava di un sistema d'arma ormai obsoleto, caratterizzato da lunghi tempi di preparazione al lancio e di una scarsa precisione.
Il nuovo missile venne sviluppato dal KB Mashinostroyenia, che lo designò 9K714. Si trattava di un deciso miglioramento rispetto al predecessore, sia come strumentazione, sia come prestazioni (la gittata superava i 400 km, contro i 300 dello Scud), sia come tempi di lancio (appena 30 minuti, un terzo del predecessore). La velocità era di 9 Mach, e la precisione era decisamente più elevata. Inoltre, questo sistema d'arma era decisamente più piccolo e leggero del predecessore. Come lo Scud, il sistema di lancio previsto era da rampa mobile, precisamente un camion 8x8 modificato BAZ-6944,completamente anfibio(unico tra i lanciatori mobili) e dotato di buone caratteristiche fuoristrada.
L'SS-23 entrò in servizio con le forze armate sovietiche il primo giugno 1988. Tuttavia, ben presto iniziarono le operazioni di smantellamento di questi (ed altri) missili, in seguito alla ratifica del Trattato INF sulla riduzione delle armi a medio raggio.
L'ultimo missile venne smantellato il 27 ottobre 1989, e nello stesso giorno anche l'ultimo impianto di lancio ebbe la stessa sorte.
Le Forze armate russe contano oggi di sostituire l'SS-23 con l'SS-26 Stone.
L'SS-23 entrò in servizio, oltre che in Unione Sovietica (239 esemplari costruiti), anche in Germania Est, in Bulgaria ed in Cecoslovacchia. Le esportazioni riguardarono poche decine di esemplari.
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Paolo Baldoin "Paul Stainer"
L'autoblindo Panhard AML (sigla di Auto-Mitrailleuse Legeré) è un veicolo corazzato su ruote sviluppato e prodotto in Francia, adatto principalmente per compiti di esplorazione. Caratterizzato da uno scafo particolarmente leggero e piccolo, questo mezzo ha un equipaggio di 3 uomini, 1 dei quali nello scafo e gli altri 2 nella torretta biposto. Lo sviluppo iniziò negli anni cinquanta, per sostituire i mezzi all'epoca in dotazione all'esercito francese quali il Daimler Ferret, che fu giudicato essere troppo poco armato per le esigenze operative del momento. Il Panhard AML entrò in servizio con l'esercito francese nel 1961.
In servizio, il nuovo mezzo venne ben accolto, anche se andava usato secondo precise regole per non cadere vittima delle limitazioni relative alla protezione e al movimento fuoristrada.
L'AML era di per sé molto più piccola di un carro, quindi difficile da avvistare, anche assai silenziosa, e su strada anche molto più mobile. Aveva quindi una ragionevole possibilità di non essere avvistata e se così fosse stato, eseguire un tiro pericoloso per chiunque nel raggio di 1 km.
Il successo dell'AML divenne rapidamente di scala mondiale, e il veicolo, usato sia come mezzo da esplorazione che come macchina cacciacarri, venne esportato in numerosi Paesi. In Sudafrica venne riprodotto come Eland, un nome di antilope locale, ma in generale gli ampi spazi pianeggianti erano l'ideale per tale veicolo e l'Africa ha costituito la destinazione di molti dei 4000 veicoli prodotti.
La carriera bellica dell'AML ha avuto una serie incredibile di eventi, quasi tutti dati da conflitti locali in Paesi del Terzo Mondo, mentre in Europa essa venne usata con maggiore parsimonia, data la vulnerabilità in presenza di forze convenzionali molto organizzate e potenti. Il cannone dell'AML-90, capace di mettere fuori uso ogni carro dell'epoca, l'ha resa in conflitti regionali un formidabile mezzo da combattimento, veloce, sfuggente, dotato di semplice meccanica e impiegato in missioni in cui i carri armati non potevano essere impiegati, lenti e complessi come erano (e comunque, molti Paesi africani non ne disponevano). Le versioni con armi di calibro inferiore hanno avuto molto meno successo, e raramente se ne è sentito parlare o viste fotografie. Il cannone da 90 era l'unica arma capace di mettere fuori uso un carro armato e questo fatto ha reso l'autoblinda AML-90 molto più popolare degli altri modelli, anche se più costosa e pesante. Le AML, come gli altri, pochi mezzi corazzati in servizio in Africa, hanno partecipato spesso alle sanguinose guerre civili o di confine, che tanto hanno afflitto il continente.
L'Eland ha combattuto anche contro forze organizzate in un conflitto convenzionale, contro il corpo di spedizione cubano e l'esercito angolano durante numerose operazioni militari negli anni settanta-ottanta. Essendo vulnerabile a qualunque arma pesante nemica, è stata usata per colpire e scappare, con rilevante successo. Infatti, la sua persistenza in combattimento, con un numero di colpi appena sufficiente per sostenere un conflitto a fuoco di pochi minuti, e la vulnerabilità ad ogni mitragliera pesante o arma anticarro, la rendeva inadeguata ad un uso prolungato in azioni di prima linea.
Durante la Guerra delle Falklands, il terreno cedevole ha reso praticamente impossibile alle poche AML-90 argentine il movimento fuori da Port Stanley, e i cingolati leggeri Scorpion, che pure avevano molto da perdere nello scontro, poterono muoversi indisturbati nelle lande dell'arcipelago.
L'esercito Israeliano ha impiegato un piccolo numero di AML, ma le ha radiate presto data la loro complessiva vulnerabilità.
Ancora oggi vi sono veicoli di questo tipo in servizio in almeno 40 eserciti africani, asiatici e latino-americani, anche se la loro sostituzione con mezzi a 6 o 8 ruote ha significato l'evoluzione verso veicoli decisamente più costosi e pesanti: la Rooikat sudafricana, per esempio, raggiunge le 28 tonnellate. Persino i 'gipponi' moderni, leggermente corazzati, tendono a superare in peso e potenza le piccole blindo francesi, che hanno fatto epoca, ma che sono ormai totalmente obsolete.
Anche il fabbricante francese provvide a progettare una sostituta più moderna, presentando la ERC nel 1977.
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Paolo Baldoin "Paul Steiner"
Il 12,8 cm Panzerabwehrkanone 44, abbreviato in 12,8 PaK 44, era un cannone controcarri pesante tedesco della seconda guerra mondiale.
l calibro da 128 millimetri fu scelto grazie alla disponibilità delle attrezzature impiegate per la produzione di cannoni navali in tale calibro. La progettazione fu assegnata alla Rheinmetall-Borsig e dalla Krupp. I primi prototipi furono consegnati per le prove alla fine del 1944. Il progetto della Rheinmetall era un derivato del cannone contraereo 12,8 cm FlaK 40, mentre la Krupp decise di progettare un'arma completamente nuova. Dopo i test iniziali il progetto Rheinmetall venne abbandonato e continuò lo sviluppo del solo modello Krupp, che entrò in produzione nel 1944. Tuttavia la Wehrmacht si rese presto conto che un cannone anticarro trainato del peso di 10 tonnellate era ingestibile e la produzione venne quindi interrotta.
Circa 50 bocche da fuoco furono utilizzate su affusti esistenti. Le armi che utilizzavano l'affusto GPF-T di preda bellica francese furono designati K 81/1, mentre quelle su affusto ex-russo erano i K 81/2. Entrambi i modelli erano trainati e troppo pesanti ed ingombranti per essere rapidamente schierati.
Nel 1943 si rese necessario un cannone pesante per armare il cacciacarri pesante Jagdtiger. Il PaK 44 finì per diventare l'armamento principale standard del cacciacarri pesante, oltre ad essere la prevista arma principale per la maggior parte dei futuri modelli di carro pesante in fase di sviluppo durante i mesi finali della seconda guerra mondiale, come il Panzer VIII Maus ed il Panzer E-100.
L'arma anticarro trainata e quelle installate sui carri subirono numerosi cambi di denominazione. Erano conosciute indifferentemente come K 44, PaK 44, K 81, PaK 80 e PjK 80.
I tedeschi indicavano i prototipi provvisoriamente con il numero 8 seguito da una seconda cifra. Quindi K 81, PaK 80 e PjK 80 sono da considerarsi nomi provvisori. Quando il pezzo fu accettato in servizio, furono adottate le denominazioni definitive K 44 e PaK 44: i due pezzi erano identici e differivano soltanto per l'impiego operativo.
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Paolo Baldoin "Paul Steiner"
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Paolo Baldoin "Stainer"
Lo Sherman M-50 ed M-51, impiegati dalle Forze militari israeliane erano chiamati Super Sherman. Per l'esattezza lo Sherman M-50 era chiamato Super Sherman, mentre lo Sherman M-51 era chiamato ISherman (Israeli Sherman), entrambi derivati dal famoso carro statunitense M4 Sherman. Questi carri servirono in Israele dalla metà degli anni '50, fino all'inizio degli anni '80.
Nel corso degli anni '60 fu introdotto il cannone più potente da 105 mm il francese Modèle F1, dalla caratteristica canna allungata con il finale a "baffi". Questi carri così modificati iniziarono ad operare con l'Israele a partire dal 1965.
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Paolo Baldoin "Stainer"
Il Legkaya Broneploshadka PL-37 fu un progetto russo per standardizzare i vagoni ferroviari per l'artiglieria leggera, trainati da locomotive blindate. Il vagone blindato di artiglieria leggera, aveva una struttura siile a qualsiasi vagone ferroviario, venendo poi blndatocon paratie di acciaio, sovrapponendo poi due cannoni e aggiungendo quattro mitragliatrici laterali (due per lato). Al cento, in mezzo ai due cannoni, era posizionata la torretta di osservazione del comandante delle batterie per il tiro dell'artiglieria.
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Paolo Baldoin "Stainer"
Panzertriebwagen Nr.16 (PzTrWg 16) era un treno ferroviario blindato "unidirezionale" prodotto dai tedeschi per l'impiego nel corso el secondo conflitto mondiale. Apparso alla fine del 1942 fu impiegato dai tedeschi fino alla fine della guerra in Europa nel maggio del 1945. Il suo compito primario era quello di pattugliare le porzioni sud-occidentali della Polonia occupata soprattutto contro le formazioni partigiane polacche (1943/44), per poi essere impiegato nei settori di Rawa Ruska e Lublino. Fu impiegato in pattugliamenti lungo la rotabile di Radom, partecipando ai combattimenti nei pressi di Kielce. Portato nelle retrovie per modifiche e riparazioni, rientrò in azione nell'aprile del 1945 durante i combattimenti a Nieuruppin. Fu poi catturato dai sovietici a Nieustadt, e ceduto in seguito alle forze polacche che lo impiegò nel dopoguerra fino alla fine degli anni '60.
Questo treno blindato, usava una locomotiva a motore diesel WR550D14 da 550 cavalli. A questo locomotore furono applicate delle piastre di protezione, rendendo l'aspetto del locomotore come una scatola. L'armamento originale era composto da due armi anti-aeree (AA) da 20 mm FlaK 38 posizionate davanti e dietro il locomotore. Prima della fine del 1942, la Flak fu sostituita da due torrette Putilov 76.2 Mod. 02/30 (cannoni da campagna). I cannoni erano di preda bellica. La potenza del fuoco è stata aumentata durante la metà del 1944 quando le torrette furono sostituite da altre due del tipo Soviet T-34 poste sempre davanti e dietro al PzTrWg 16.
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Paolo Baldoin "Steiner"
L'M113 è un veicolo trasporto truppe (VTT) completamente cingolato progettato negli anni cinquanta, con in mente la possibilità di ospitare una squadra di fanteria completamente equipaggiata e di fornire alle truppe l'appoggio di fuoco ravvicinato. L'M113 doveva avere capacità di movimento anfibio senza preparazione e la capacità di protezione dei soldati trasportati dal fuoco di armi leggere. La funzione tattica del veicolo era di trasportare i soldati fino al campo di battaglia e, una volta sul campo di battaglia, di sostenerli con il fuoco delle armi in dotazione al veicolo.
Non era previsto (e quindi non era possibile) il combattimento delle truppe trasportate da bordo del veicolo. Solo veicoli di progettazione successiva (veicoli da combattimento della fanteria) permisero ai fanti di essere portati entro il campo di battaglia e di combattere direttamente dall'interno del veicolo. Sullo scafo dell'M113 fu realizzato un gran numero di veicoli specializzati, con funzioni particolari sul campo di battaglia.
Buon modellismo a tutti
Paolo B.
Prima della fine della guerra ne vennero prodotti alcune decine di carri A7V, una piccola quantità, ma che riuscì anche a scontrarsi con i similari veicoli inglesi. I primi combattimenti tra carri.
Il primo venne consegnato il 1º ottobre 1917, ed entrò in servizio nell'Abteilung I (un reparto con 5 carri in tutto, costituito con una forza di oltre 170 uomini il 29 settembre) Solo nel febbraio 1918 i primi carri apparvero in un'esercitazione, senza suscitare tuttavia grande impressione.
Il 21 marzo l'Abteilung I partecipò al suo primo combattimento, presso St. Quentin, ma fu il 24 aprile che i panzer tedeschi passarono davvero alla storia. Infatti, il reparto partecipò allo scontro a Villers-Bretonneux, causando agli alleati lo stesso terrore da carri che ebbero 2 anni prima i tedeschi. Ma in quell'azione memorabile, alcuni dei 13 carri tedeschi si scontrarono con dei Mark IV inglesi. Questa fu la prima battaglia tra carri armati, e vide gli inglesi effettivamente impreparati a battagliare contro i tedeschi. Dei 10 carri britannici presenti, 7 erano Whippet e 2 Mk IV 'femmina', mentre solo un carro aveva anche cannoni da 57mm, il Mk IV del comandante. I carri tedeschi del Gruppo 3 si scontrarono contro i veicoli inglesi; 1 Mk IV 'femmina' (armato solo di mitragliatrici) fu colpito, ma non venne distrutto dalle cannonate del carro germanico comandato da Bilz. L'Mk IV riuscì a rispondere al fuoco, nonostante la nebbia e il fatto che i gas avessero ridotto l'equipaggio a 6 uomini. 3 cannonate colpirono il grosso A7V e uccisero 3 uomini. Nel frattempo, un altro A7V cadeva in una cava e venne perduto. Ma i carri leggeri Whippet, nell'avanzare verso i tedeschi, finirono sotto il fuoco di un altro A7V, contro cui non potevano rispondere. Da 270 metri 3 di essi vennero messi fuori uso o bruciati. Alla fine entrambe le parti si ritirarono con perdite, e con importanti lezioni apprese.
Buon Modellismo a Tutti
Paolo B.
Carro Vk.45.02 (P) H - kit Dragon - scala 1/35
Ottimo modello della Dragon, riguardante un carro pesante tedesco realizzato alla fine della guerra e mai entrato in produzione.
Questo modello realizzato ottimamente dalla Dragon, è ricco di particolari, con un foglio di fotoincisioni molto interessanti.
Il montaggio risuta semplice, anche se vengono apportate alcune corezzioni con del plasticar in alcuni punti.
La mimetica, essendo un carro non entrato mai in combattimento, è stata riprodotto un pò di fantasia, immaginando il teatro operativo a cui andava a combattere. Quindi un fondo sabbia con Tamyia X-60 e poi delle striature con verde Gunze H-303 e del marrone Gunze H-310 con una piccola percentuale (10% circa) di H-37.
Viene poi dato un lavaggio con colori ad oltio (Bruno Van Dyck) e quindi passaggi per l'invecciamento con oli di diverso tipo.
Non essendoci una unità specifica, le insegne si limitano alle croci in tottetta e nel retro del carro.