Articoli filtrati per data: Agosto 2023

Junkers Ju-87B-2 Stuka - Kit Italeri - Scala 1/48

209^ Squadriglia del 97° Gruppo Bombardamento a Tuffo della Regia Aeronautica, operante nei Balcani nell'aprile del 1941.

Lo Junkers Ju 87, detto anche Stuka (in tedesco Sturzkampfflugzeug, letteralmente "aereo da combattimento in picchiata"), è stato un bombardiere in picchiata monomotore con configurazione alare ad ala di gabbiano rovesciata. Pur essendo stato progettato dall'azienda tedesca Junkers nel 1933, lo Stuka restò in produzione per oltre 9 anni, rimanendo per tutta la durata della guerra immutato nella struttura e nella configurazione di base, prova della validità complessiva della macchina. Ne furono costruiti più di 5.700 esemplari in una decina di versioni, che combatterono su tutti i fronti. Impiegato principalmente dalla Luftwaffe, oltre che dalle forze aeree delle potenze dell'Asse, lo Ju 87 fu uno dei più efficaci bombardieri in picchiata della seconda guerra mondiale, e certamente il velivolo più propagandato di tutto il conflitto. È considerato una pietra miliare nella storia dell'aviazione bellica.

  

  

Anche la Regia Aeronautica ebbe per un certo periodo in dotazione gli Stuka. Nei primi mesi del 1939 una commissione della Luftwaffe venne inviata all'Aeroporto di Guidonia per uno scambio di conoscenze e materiale. I piloti collaudatori tedeschi ebbero occasione di provare gli apparecchi italiani e gli italiani poterono provare in volo lo Stuka. In Italia la specialità del bombardamento in picchiata era scarsamente evoluta, per questo motivo il governo italiano inviò una richiesta al Ministero dell'aeronautica tedesco per almeno un centinaio di Ju 87B2, il quale accettò di fornirli in due lotti da 50 apparecchi ciascuno.
I migliori piloti dell'aviazione da caccia furono mandati presso la Stukaschule al campo di Graz, in Austria, per essere addestrati alla difficile "specialità" del bombardamento in picchiata. Nell'estate del 1940 circa cento esemplari di Ju 87B-1 furono assegnati al 96º Gruppo Bombardamento a Tuffo. Soprannominato "Picchiatello", lo Ju 87 equipaggiò in seguito anche altri Gruppi, come il 97º, il 101º e il 102º Gruppo.

  

  

I 50 Stuka del secondo lotto erano quasi tutti nella versione Ju 87R2 a grande autonomia, dotata anche di due serbatoi subalari da 300 litri. Questi aerei vennero inoltre ben presto aggiornati alla versione R5 con materiale di sopravvivenza nelle ali ed in cabina.
I "Picchiatelli" furono utilizzati contro Malta e i convogli di navi alleate nel Mediterraneo, in Nord Africa (dove presero parte alla conquista di Tobruk), in Grecia e sui Balcani. Col protrarsi della guerra la Regia Aeronautica ricevette altri esemplari, complessivamente 159 apparecchi tra le versioni B2, R2-5, venendo utilizzati fino al 1942. e, poi nella versione D3 (più qualcuno residuo delle versioni precedenti) anche nel 1943, subendo perdite pesanti durante lo sbarco anglo-americano in Sicilia. Dopo l'8 settembre la maggior parte degli Junkers Ju 87 italiani rimase al Sud e servì con l'aeronautica cobelligerante, anche se non partecipò ad alcuna azione bellica. Molti piloti alleati fecero dei voli di prova sugli aerei italiani, oppure si addestrarono contro di loro in combattimenti simulati.

  

Buon Modellismo a Tutti

Francesco Sfrico "Kekko"

 

APC Puma 4x4 - Kit Trumpeter - Scala 1/35

Unità dell'Esercito Italiano nella missione KFOR verso la metà degli anni '90

Il Puma è un veicolo trasporto truppe (APC) ruotato leggero pensato per il combattimento in operazioni a bassa intensità, per l'esplorazione tattica e l'uso da parte di reparti di cavalleria. Il Puma è prodotto in due versioni (4×4 e 6×6) con differenze nella trazione e nelle dimensioni, quindi anche nella capienza.

  

  

Il Puma, prodotto dal "consorzio Iveco Fiat - Oto Melara", risponde ad un requisito specifico dell'Esercito Italiano. L'azienda si è aggiudicata una gara d'appalto per la realizzazione di alcune varianti sul veicolo, fra cui un modello Puma dotato di piattaforma per il lancio di missili anticarro, uno portamortaio, un veicolo ambulanza e uno per l'ordine pubblico: infatti il Puma era nato con l'intento espresso di fornire una completa famiglia di veicoli da combattimento leggeri. Le varianti sopraddette tuttavia non entrarono in produzione, pertanto alla fine dell'anno 1999, l'Esercito Italiano fece un ordine per 580 autoblindo Puma: 250 nelle configurazioni 6×6 e 330 nelle configurazioni 4×4. Le consegne sono distribuite fra 2001 e 2004.

  

  

Inizialmente pensato come complementare all'impiego dell'autoblindo armata Centauro, è stato poi adottato anche da altri reparti. Attualmente la versione 4x4 è in servizio in tutti gli otto Reggimenti di Cavalleria ed essendo elitrasportabile dall'elicottero CH-47 dell'Aviazione dell'Esercito è in servizio con il 4º Reggimento Ranger Monte Cervino e con il 66º Reggimento fanteria aeromobile "Trieste" mentre la versione 6x6, aerotrasportabile dai C130 J dell'Aeronautica Militare, è in servizio con il 9º Reggimento Incursori Paracadutisti Col Moschin, con i tre reggimenti paracadutisti della Brigata paracadutisti "Folgore", con il 1º Reggimento Carabinieri Paracadutisti "Tuscania" e con i sei Reggimenti Alpini delle due Brigate Alpine.

  

Buon Modellismo a Tutti

Enrico Maina "The Coach"

Lockheed Hudson - Kit Revell - Scala 1/72

206° Squadron della RAF di base a Bircham Newton nel maggio del 1941

Il Lockheed Hudson, identificato in base alle convenzioni di designazione militare A-29 dall'USAAF e PBO-1 dalla US Navy, era un aereo da pattugliamento marittimo e bombardiere leggero sviluppato dall'azienda aeronautica statunitense Lockheed nei tardi anni trenta.
Derivato dal Lockheed L-14 Super Electra destinato al mercato civile, venne sviluppato su una specifica emessa dalla britannica Royal Air Force (RAF) poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale ed impiegato, durante quasi tutte le fasi del conflitto principalmente come equipaggiamento degli Squadron dalla RAF e di numerose altre aeronautiche militari alleate progressivamente sostituito dalla prima linea nel 1944 dal più moderno ed efficiente Lockheed Ventura.

  

  

Gli Hudson servirono su tutti i fronti, eccetto quello orientale, fino alla fine della guerra con Gran Bretagna, USA, Australia, Nuova Zelanda e Brasile, che li usarono nei ruoli di aereo antisommergibili, da ricognizione marittima, da trasporto e qualche volta anche come bombardieri e addirittura caccia a lungo raggio. Gli aerei venduti al Canada furono usati fino al 1947, equipaggiati con un gommone paracadutabile, come aerei da ricerca e soccorso. Un Hudson fece un atterraggio di emergenza in Irlanda, dove fu sequestrato e rimesso in linea con il piccolo Irish Air Corps. Il Portogallo dovette aspettare fino al 1944 per ricevere i primi Hudson. Il Sudafrica ricevette solo 2 Hudson, ma non ne richiese altri. Non si sa che fine abbiano fatto 23 Hudson venduti alla Cina. I Paesi Bassi ebbero un solo Hudson, poco dopo la fine della guerra. Nel dopoguerra, inoltre, molti Hudson furono trasformati in aerei da trasporto civile.

  

  

Qui viene riprodotto un modello del 206° Squadron della RAF (inquadrato nel Coastal Command), reparto che impiegò il Lockheed Hudson dal maggio del 1940 all'agosto del 1942. Impiegò tutte le versioni dell'Hudson, dal Mk.I al Mk.V, operando da basi ubicate in Gran Bretagna. Dopo l'Hudson, il reparto iniziò la transizione sui Boeing (B-17) Fortress MK.II/Mk.IIA.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Roberto Cimarosti "Cima"

Panzer VI Tiger II o "King Tiger" - Kit Trumpeter - Scala 1/35

Fronte orientale autunno del 1944

Il Panzerkampfwagen VI Ausf. B conosciuto anche col numero di identificazione dell'esercito Sonderkraftfahrzeug 182 (Sd. Kfz. 182), o informalmente come Tiger II o Königstiger (tedesco: Tigre reale - con riferimento alla Tigre del Bengala) è stato un carro armato pesante tedesco della seconda guerra mondiale. Il suo nome è spesso letteralmente tradotto nell'inglese King Tiger e indicato dalle forze britanniche anche come Royal Tiger.
Nel gennaio 1943, pochi mesi dopo l'entrata in servizio del Panzer VI Tiger I, l'ufficio armamenti dell'esercito tedesco emanò la richiesta per un nuovo carro armato pesante con una torretta in grado di ospitare il potente cannone da 88 mm lungo 71,2 calibri.

  

  

  

L'appalto di progettazione venne affidato alle due migliori divisioni di ricerca allora disponibili: la Porsche e la Henschel & Sohn, e, come per il Tiger I, fu il modello della Henschel a risultare vincente date le caratteristiche di maggiore affidabilità e di facilità di produzione: da questo progetto nacque il Tiger II.
I primi Tiger II furono distribuiti ai reparti d'addestramento tra il gennaio e il maggio 1944, e solamente a giugno i primi esemplari furono consegnati ai reparti operativi: tra questi vi fu lo schwere Panzerabteilung 503, che con a disposizione circa 14 Tiger II fu il primo reparto a utilizzare il nuovo carro contro gli Alleati in Normandia, tra Troarn e Demouville il 18 luglio 1944. Nel dicembre 1944 lo Schwere SS-Panzer-Abteilung 101, che contava almeno 20 Tiger II, venne posto alle dipendenze del Kampfgruppe Peiper durante l'Offensiva delle Ardenne. Il 503°, forte di 45 Tiger II, partecipò anche all'Operazione Margerethe e alla battaglia di Debrecen del 1944 e registrò la distruzione di 121 carri sovietici e 244 armi anticarro al prezzo della perdita di soli 25 Tiger II (di cui due ritirati per problemi tecnici). I Tiger II parteciparono anche all'offensiva del lago Balaton del marzo 1945, alla battaglia delle Alture di Seelow nell'aprile del 1945 e alla battaglia di Berlino al termine della guerra.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Luca Zampieri "Zampy"

Sommergibile IJN I-400 - Kit Hobby Boss - Scala 1/700

Marina Imperiale Giapponese durante l'estate del 1944

La classe I-400 (Sen Toku secondo la classificazione giapponese) era costituita da sommergibili portaerei oceanici di sviluppo e costruzione giapponese, utilizzati durante la seconda guerra mondiale, i più grandi costruiti fino ai sottomarini nucleari.
I battelli ed i loro equipaggi vennero addestrati in vista dell'attacco al Canale di Panama, inizialmente con bombe e siluri; la flottiglia doveva essere composta dai tre battelli della classe più l'I-13 e l'I-14.

  

  

L'obiettivo dovevano essere le chiuse di Gatun, dal lato atlantico, che meno si prestavano a permettere di tamponare l'afflusso dell'acqua rispetto a quelle di Miraflores dal lato del Pacifico. I Seiran destinati all'attacco dovevano essere lanciati senza scarponi dalla catapulta di bordo, aumentando anche l'autonomia, ed ammarare a fianco dei battelli per permettere il recupero dei piloti. Al momento della decisione dell'attacco, però, il Giappone stesso si trovò sotto la minaccia della forza di invasione statunitense e i giapponesi decisero che l'attacco a Panama avrebbe fatto poca differenza per cui si cambiò l'obiettivo iniziale nell'atollo di Ulithi, che ospitava una squadra di portaerei. L'attacco venne comunque abortito dall'affondamento del sommergibile che doveva lanciare la ricognizione preliminare, e successivamente la resa del Giappone costrinse gli equipaggi a consegnare le unità, non prima di aver lanciato i siluri non innescati e gli aerei con le ali non estese.

  

  

Buon Modellismo a Tutti

Enrico Maina "Coach"

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